Libro candidato da andrea kerbaker al premio strega 2022«provò un desiderio improvviso, senza nome. Un improvviso e insensato bisogno di futuro, di tempo da spendere, di minuti. »stefano sartor ha perso la memoria quando aveva diciannove anni, vittima di un incidente che ha distrutto la sua famiglia. Ha ricostruito la sua esistenza, grazie all'aiuto e alla dedizione del nonno. Ma la sua è una vita mutilata, senza infanzia, senza giovinezza. Trent'anni dopo stefano vive a parigi, insegna filosofia alla sorbona, il suo ultimo saggio è diventato un bestseller internazionale, racconta la sua drammatica esperienza, la perdita, il mistero della memoria recisa. Nina ha sedici anni, si muove in un mondo che le appare da sempre estraneo. È una ragazza come tante. Si innamora, in una notte d'estate, davanti a un falò sulla spiaggia, durante una vacanza in puglia con sua madre. Ma c'è qualcosa, nascosto nel buio. Stefano e nina sono due anime rotte, erranti, vivono in tempi e luoghi diversi, ma un po' si somigliano. Esiste un segreto, nelle loro vite, qualcosa che forse li farà incontrare, almeno per un istante. Questa storia è uno squarcio sugli anni luminosi della giovinezza, è un tuffo dove non si tocca, nel flusso dei misteri insondabili che compongono le esistenze. Come essere immersi in un'acqua immobile, e in movimento, che non è mai la stessa. Francesco carofiglio non fa sconti e non cerca un conforto in queste pagine drammatiche, delicate, potenti. Eppure, incrociando i destini di queste vite spezzate, segna una direzione, per la salvezza, oppure la sogna. E salva magicamente un po' anche noi. Proposto da andrea kerbaker al premio strega 2022 con la seguente motivazione:«non è facile, l'adolescenza: periodo di dubbi, fatiche, ansie, dispiaceri che sempre ci accompagnano all'uscita dalla vita infantile. Tutto fisiologico, più o meno normale; ma in alcuni casi questi fenomeni legati alla crescita portano con sé dolori profondi, con cui alcuni non riescono mai a chiudere definitivamente i conti. Stefano e anna, i due personaggi del nuovo libro di francesco carofiglio, le nostre vite (piemme) fanno parte di questo gruppo di persone con un conto aperto, così tanto che, per motivi molto diversi, hanno cambiato il loro nome. E questa parallela rinuncia all'identità, conseguenza in entrambi i casi di un trauma decisivo, corrisponde a un buco nero capace, a distanza di decenni, di oscurare le loro vite nel profondo. Diverso però il rapporto con quel passato. Stefano non ne ricorda nulla; arrivato quasi alla mezza età, ha provato a fare i conti con la rimozione attraverso la pubblicazione di un libro di buon successo, che però non è riuscito in nessun modo a fare luce nelle sue zone buie, territorio inesplorato dove la memoria non riesce a penetrare. La sua coetanea anna, invece, la sua zona oscura la ricorda fin troppo bene, e anche a distanza di decenni sta cercando di sfuggirle. In una parigi contemporanea amata in ogni strada e abitazione, i due incrociano le loro esistenze in un percorso di avvicinamento progressivo. Si attraggono, si cercano, si amano, si respingono, scappano. E quella che potrebbe essere una comune storia tra due adulti consenzienti si trasforma in un redde rationem con le rispettive adolescenze che coinvolge il lettore sul piano emotivo come su quello razionale. L'universo della memoria rimossa è complesso, vischioso: alto il rischio di smarrirsi in riflessioni verbose dove il lettore fatica a trovare il bandolo della matassa. Senza essere superficiale, carofiglio evita il rischio grazie a uno stile serrato, totalmente contemporaneo, dove abbondano i dialoghi e non ci si perde in eccessi di virtuosismo. Un modo di raccontare che ci permette, attraverso le trecento pagine del libro, di condividere appieno il viaggio di stefano e anna alla ricerca del loro passato. In un mondo in cui troppe storie menano il can per l'aia senza dare mai l'impressione di giungere al punto, mi pare un pregio non da poco. Per questi motivi penso che le nostre vite possa essere un più che degno candidato al premio strega 2022. »