Tu dici california e pensi al golden gate di san francisco, alle spiagge sabbiose di malibu, agli studi cinematografici di hollywood. E invece, appena più giù, c'è un'altra california, che a metà ottocento seppe resistere all'avanzata delle truppe statunitensi e conservare la propria integrità e indipendenza. È la baja california, la california messicana: la più lunga penisola del mondo, quasi duemila chilometri conficcati nel cuore dell'oceano pacifico. Pino cacucci è ritornato nel
È il romanzo di un viaggio attraverso un paese narrato dalla gente, da innumerevoli personaggi: bevitori incontrati in vivacissime bettole, autisti di squinternate corriere lanciate per migliaia di chilometri tra selve e deserti, meccanici-filosofi e gommisti-antropologi, vecchi indios dalla saggezza velata di ironia, giovani teppisti delle bande metropolitane o allevatori di galli da combattimento che si rivelano custodi di antiche tradizioni. Un caleidoscopio di comparse sullo sfondo di un messico coinvolgente, sempre pronto a infiammarsi senza preavviso, capace di stupire il viandante a ogni angolo di strada.
Nel 1961 il poeta homero aridijs incontra per strada una povera disgraziata che vende per due lire vecchie cartoline, vecchie immagini di sé giovane, nuda, bellissima. I suoi occhi verde smeraldo brillano ancora e il poeta la riconosce: è carmen mondragon, in arte nahui olin, la più bella donna di città del messico quando a città del messico c'erano le più belle donne del mondo. Negli anni venti e trenta. Negli anni della rivoluzione, di emiliano zapata e di pancho villa. Nel tempo in cui, in nome del popolo e di una libertà che sembrava lì a due passi, un pugno di artisti e di intellettuali scosse dalle fondamenta cultura e politica, creatività e morale di un intero paese. E proprio su questo sfondo che si muove la leggendaria storia di nahui.
Al confine tra gli stati messicani di oaxaca, puebla e veracruz, un piccolo aereo precipita nella selva carico di sacchi di polvere bianca. I contadini del luogo pensano sia fertilizzante, ma agli occhi più esperti di un funzionario risulta subito evidente che si tratta di cocaina. Il giovane campione della squadra di calcio di san isidro, fiaccato dalla prima notte d'amore, cade lungo disteso sul campo. L'arrivo dei narcotrafficanti di serie c scatena una sarabanda di eventi.
Si tratta di un monologo che mette in scena l'appassionata esistenza di frida kahlo 'detta' dalla protagonista dal vertice estremo dei suoi giorni. Mentre corre verso la morte, frida torna ai patimenti della sua reclusione forzata (ripetutamente ingessata e condannata all'immobilità), ai suoi lucidi deliri artistici di pittrice affamata di colore, alla sua relazione con diego rivera. In poche pagine c'è il messico, c'è il risveglio dell'immaginazione, c'è la storia di una donna, c'è la rincorsa di una passione mai spenta per un uomo. La sintesi infuocata di un'esistenza.
Pino cacucci racconta la singolare storia di jules bonnot operaio, soldato, autista nientemeno che di sir arthur conan doyle, il creatore di sherlock holmes. E il suo sogno di una felicità rabbiosa che lo trasforma in rapinatore (il primo rapinatore che usa l'automobile) e anarchico sanguinario, convinto di dover colpire la società borghese senza mezze misure, creando il caos, facendo parlare i giornali. Cacucci gli oppone il commissario jouin, vicecapo della sureté, a cui è stato affidato il compito di fermare con ogni mezzo la banda bonnot.
La partita di futbòl più divertente della storia della letteratura, tra zuffe epiche, revolverate, portieri con la dissenteria e campi da gioco tracciati con polveri bianche dai magici poteri. Nel messico più sperduto e profondo si consuma una scalcinata commedia degli equivoci di irresistibile comicità.
Cosa sarebbe stato il cammino dell'essere umano senza l'utopia, senza la spinta a sfidare l'ignoto, a inseguire un ideale, a sognare un mondo meno ingiusto e più solidale? Riaffermando il vero significato dell'utopia - che non è l'irrealizzabile, ma qualcosa che non si è ancora realizzato - l'autore spazia in diverse epoche e luoghi, dall'europa all'america latina, narrando le esistenze di uomini e donne che hanno sacrificato tutto, anche la loro stessa vita, all'ideale utopico.
L'immaginazione e la memoria storica di pino cacucci sono affollate di ribelli. Non sono necessariamente eroi a tutto tondo. Non hanno necessariamente il rigore ideologico di una dottrina o il vigore di una fede politica. Non sono necessariamente entrati nella fama che si trasforma in leggenda. Hanno però una caratteristica comune: incarnano in un gesto o in una vita intera l'insofferenza profonda per il conformismo e l'ingiustizia. Quelli di pino cacucci sono ribelli contro la loro stessa volontà e corrono incontro al destino con innamorata leggerezza. In questo libro si racconta di horst fantazzini, rapinatore gentiluomo, protagonista di tentate evasioni disastrose. Si racconta della bellissima e sfrontata edera de giovanni, che sfida il gerarca fascista, finisce in carcere, ne esce, prende contatti con i dirigenti della lotta di liberazione, viene catturata, torturata e fucilata a bologna. Si racconta di antonieta rivas mercado, pioniera appassionata di cultura nel messico degli anni venti, travagliata da amori infelici e suicida a parigi. Si racconta di clément duval, teorico della rivolta e dell'esproprio, condannato ai lavori forzati alle isole della salute, che provò a fuggire via mare almeno una ventina di volte. Di sylvia ageloff, strumento ignaro nelle mani di ramón mercader per entrare nell'entourage di trockij e assassinarlo. E del bandito sante pollastro, cantato anche da de gregori.
Agosto 1922. La parma popolare dell'oltretorrente resiste alle squadre fasciste di italo balbo. Guido picelli è alla testa degli arditi del popolo nell'ultimo episodio di opposizione rivoluzionaria all'incalzare della dittatura. Picelli e balbo, il mito socialista e il camerata fascista, rivivono nei ricordi di un vecchio ardito, il giorno dei funerali di mario lupo nel 1972, quando lo scontro fra sinistra extraparlamentare e neofascisti riconduce quasi naturalmente agli avvenimenti di cinquant'anni prima. Fra memoria storica e invenzione narrativa, pino cacucci evoca quelle giornate di lotta e i suoi protagonisti.