Anche se sono stati i racconti a renderlo celebre, raymond carver ha sempre alternato alla prosa la poesia. Le poesie qui raccolte costituiscono un'autobiografia letteraria insieme intima e universale, una dichiarazione d'amore rivolta alla vita e al lavoro di scrittore.
A volte anche una visita inattesa e poco gradita - quella di un amico cieco della moglie, per esempio - può smuovere emozioni dimenticate. E cosi, infatti, che il narratore del racconto che dà il titolo alla raccolta - forse il più celebre di carver e uno dei più amati dall'autore - finisce per passare quasi senza rendersene conto dall'iniziale ostilità condita di gelosia al momento di una piccola rivelazione. È un personaggio carveriano a tutti gli effetti, l'anonimo protagonista del racconto: sottilmente alla deriva, privo di amici, inchiodato in un lavoro che detesta, con una moglie da cui forse si sente un po' trascurato. Eppure, è proprio la presenza ingombrante del cieco robert a costringerlo a uscire dalla sua corazza e abbozzare un rapporto umano, una condivisione che gli permetterà di recuperare, forse, una parte di sé dimenticata. Carver ne segue l'impercettibile evoluzione con naturalezza, con uno stile maturo e consapevole dei propri mezzi, da lui stesso definito 'più pieno e generoso'. Se 'cattedrale' chiude la raccolta su una tenue nota positiva, nel resto del libro prevalgono i toni desolati, i fragili equilibri pronti a spezzarsi in conseguenza di eventi all'apparenza secondari: un nuovo trasloco in 'la casa di chef', l'atto mancato di una riconciliazione impossibile in 'lo scompartimento', l'inizio di una crisi senza apparenti vie d'uscita in 'vitamine', in cui nella deriva personale fa irruzione la violenza della storia.
La mattina dell'8 luglio 1980 raymond carver scrisse una lettera angosciata e confusa all'amico ed editor gordon lish, che gli aveva appena mandato il manoscritto rivisto di una nuova raccolta di racconti, 'principianti'. Di alcuni di questi lish aveva tagliato il settanta per cento, riducendo nel complesso il libro della metà e cambiando molti titoli e finali. La raccolta ora si chiamava 'di cosa parliamo quando parliamo d'amore'. Carver implorava lish di sospendere la pubblicazione del volume e ripristinare i passi tagliati. Ma lish andò avanti per la sua strada. Carver era certamente spaventato dalla prospettiva della pubblicazione, ma altrettanto dall'idea di perdere la stima e l'affetto dell'editor che l'aveva scoperto e aiutato fin dall'inizio della sua carriera. Così si convinse ad accettare l'editing, e la raccolta usci nella forma che lish le aveva dato, nell'aprile 1981. A quasi trent'anni di distanza, oggi si legge la versione originale di quei racconti per scoprire uno scrittore molto diverso da quello conosciuto. Dove lish era intervenuto a interrompere una scena prima che raggiungesse la massima intensità, carver l'aveva lasciata esplodere lentamente. Dove lish sfoltiva i dialoghi o zittiva del tutto i personaggi, carver aveva aspettato che arrivassero all'ultima parola. Sotto la forbice di lish i protagonisti di carver diventavano uomini e donne senza passato e senza sogni, colpevoli senza movente. Passato, sogni e moventi che carver aveva immaginato e raccontato.
Con questi diciassette racconti, pubblicati negli stati uniti nel 1981, carver che fu subito riconosciuto come maestro della 'short story', mise di fronte a scrittori, critici e lettori un nuovo universo narrativo. Scrisse 'the nation' all'uscita del libro, 'duecento anni fa wordsworth e coleridge diedero inizio ad una rivoluzione quando proclamarono di voler scrivere con la 'lingua veramente usata dagli uomini'. Ma nessuno dei due ci riuscì fino in fondo. In questi racconti raymond carver ci è riuscito. In maniera impressionante. '
Questo volume raccoglie i nove racconti e la poesia di carver cui robert altman si è ispirato per la sceneggiatura di 'america oggi', il film che gli è valso il leone d'oro al festival di venezia nel 1993. Sullo sfondo di un'america di provincia si svolgono dieci piccoli e grandi drammi privati che hanno per protagonisti cameriere di fast-food e rappresentanti di commercio, ragionieri e segretarie, medici e pittrici, quasi sempre colti in un momento di crisi - nella vita di coppia o familiare, nei rapporti di lavoro o di amicizia - da cui tentano ostinatamente di riemergere. Introduzione di robert altman, prefazione di chiara valerio.
Esercizi di scrittura creativa, lezioni, istruzioni per la composizione di una short-story, note sull'arte della concisione. L'insegnamento della scrittura creativa è stato per raymond carver qualcosa di piú che un modo per guadagnarsi da vivere: cominciò negli anni '70 a tenere le sue memorabili lezioni di creative writing - in un periodo segnato dalla devastazione dell'alcolismo - e quelle lezioni oltre a dare origine a una vera e propria tendenza letteraria furono per carver un modo per riflettere sul senso del narrare e per confrontarsi con i grandi scrittori suoi maestri - da checov a hemingway -, in particolare sulla forma della short-story. Prefazione di marcello fois.
Questo libro è l'autoantologia in cui lo scrittore americano, prima di morire nel 1988, raccolse i suoi trentasette racconti migliori. Sono storie di uomini e donne comuni, di vite dolorosamente normali, storie senza suspence e senza colpi di scena, ma perennemente vibranti di tensione e commozione: la violenza, la disperazione, la solitudine, l'impotenza, la fine dell'amore, l'incomunicabilità, ma anche, a volte, la tenerezza, la condivisione e la pietà, vengono disegnate coi colori neutri e i tratti nitidissimi dei gesti apparentemente più banali, degli oggetti e dei luoghi della quotidianità.
«È strano raccontare un esordio come se fosse un epilogo, ma carver andò davvero vicino a morire ubriaco e infelice. Solo all'ultimo, nel vicolo cieco in cui si era cacciato si aprí un bivio: questo libro tanto atteso, desiderato, maledetto perché non voleva saperne di arrivare, probabilmente gli salvò la vita» dalla prefazione di paolo cognetti con l'uscita nel 1976 di 'vuoi star zitta, per favore? ', la prima raccolta di carver, s'imprimeva una svolta irreversibile nell'idea di short story e nell'intero panorama letterario americano. Una raccolta di storie indimenticabili, di uomini e donne sull'orlo della perdizione, disoccupati, alcolisti, gente incapace di creare e mantenere rapporti sentimentali veri e solidi. Ma, mescolato al disincanto con cui carver sa raffigurare alienazioni e mancanze, spunta qui e là un tratto più emotivo, passionale, in qualche caso un dettaglio erotico o comico. In una parola, una qualità affettuosamente «umana». Traduzione di riccardo duranti