Camminare sul filo del rasoio è difficile e, in effetti, tutt'altro che facile si presenta l'impresa di larry, un giovane americano traumatizzato dagli orrori della grande guerra che si decide a percorrere - molto in anticipo sui suoi coetanei di qualche decennio dopo - la via dell'india, e dell'illuminazione. E lo fa senza rinunciare a una fitta schermaglia amorosa con l'incantevole isabel, a un duello col feroce zio di lei, e al cimento più arduo di tutti: la mera sopravvivenza nella spietata comunità di espatriati che fra le due guerre abitava la riviera francese.
Guidata da pochi principi, quasi tutti appresi alla scuola di recitazione, julia lambert ('la più grande attrice d'inghilterra') sa decisamente irretire il suo pubblico. Ma julia sembra sempre sul punto di cadere: in un matrimonio mediocre, in un amore con un ragazzo che ha vent'anni meno di lei, nei trabocchetti tesi dai debuttanti che vorrebbero rubarle la scena. E ogni volta il lettore, spettatore dal loggione, vorrebbe metterla in guardia. Ma julia riesce a scegliere benissimo da sé il tono, il gesto, l'inquadratura.
Che ragione poteva avere l'incantevole, frivola kitty per sposare il gelido e inamabile dottor fane - batteriologo alle dipendenze del governo inglese - se non il puro panico? Panico, soprattutto, di fronte alla prospettiva di deludere la madre, implacabile tessitrice di buoni matrimoni. Non meraviglia allora che kitty cada subito vittima del sorriso incantatore dell'uomo più popolare di hong kong, charlie townsend, a sua volta regolarmente sposato. Ma nei romanzi di maugham la beffarda complessità della vita scompiglia a ogni pagina le carte e rimette in gioco i destini.
Il dottor saunders è un medico drogato, radiato dall'albo, a suo agio solo nella 'futilità'. E' lui a guidare a piccoli tocchi, fingendo di assistervi impassibile, una vicenda d'amore, di fuga e di morte. E' lui che ci fa attraversare il romanzo, avvolgendoci nel fumo del suo stesso oppio, finché fatti e moventi fino ad un attimo prima oscuri, non diventano improvvisamente 'chiari come i disegni geometrici del quaderno di un bimbo'.
Una striscia argentea di spiaggia, le rigogliose palme da cocco, le case d'erba dei samoani: un'oasi, o un'allucinazione. Cade una pioggia inesorabile, 'animata da un'intima rabbia', e i turisti appena sbarcati si lasciano andare al ritmo. Fra loro un missionario, una cupa fiamma negli occhi, e una prostituta che fugge dal suo passato. Travolti e già condannati, dall'irresistibile malìa della redenzione, i due si fronteggiano, combattono, arretrano, si cercano, sino al tragico, beffardo epilogo.
In questo romanzo w. Somerset maugham mette in scena, come sempre o quasi, se stesso, ma stavolta nella doppia veste di strickland, un agente di cambio che per amore della pittura lascia il solido mondo della city per quello assai meno rassicurante di parigi prima e di tahiti poi, distruggendo lungo il cammino la vita di due donne, e del suo involontario biografo, un giovane deciso a indagare sugli oscuri, brutali, inaccettabili moventi di ogni vero artista. Celebre per decenni soprattutto come evocazione di paul gauguin, questo romanzo oggi ci appare finalmente per quello che è: un'inchiesta conturbante sull'attrazione fisica e totale per il bello, enigma 'che in comune con l'universo ha il merito di essere senza risposta'.
È impossibile, leggendo i 'racconti orientali' qui raccolti, non finire irretiti negli scabri avamposti di un impero britannico ormai presago della fine. Un mondo nostalgico e artificiale, in perenne contrappunto con una giungla evocata da rapidi tocchi eppure incombente e foriera di sciagura; un mondo che penetriamo con l'occhio disincantato ma insaziabilmente curioso di maugham, sospinti ogni volta verso un inesorabile finale - spesso tragico, ma quasi mai catartico. E nel frattempo avremo visto andare in pezzi le identità apparenti dei protagonisti, intrappolati in lividi e rovinosi rapporti gerarchici, furenti ricatti incrociati, colpevoli idilli lavati col sangue. Ancora una volta i sapienti congegni narrativi di maugham, qui celati nell'evocativo scenario della malesia, del borneo o delle hawaii, compongono intrecci perfetti e storie crudeli - che ci consentono di attraversare, rimanendo indenni, le passioni umane più fosche.
Il secondo e più celebre romanzo di w. Somerset maugham, quello che già alla sua uscita, nel 1915, fece di lui uno scrittore immensamente popolare. Maugham precisò in diverse occasioni che
Il secondo e più celebre romanzo di w. Somerset maugham, quello che già alla sua uscita, nel 1915, fece di lui uno scrittore immensamente popolare. Maugham precisò in diverse occasioni che 'schiavo d'amore' non era 'un'autobiografia, ma un romanzo autobiografico' - e che philip carey, pur essendo orfano come lui, medico come lui, e come lui attratto dai lati meno dominabili dell'esistenza, era solo il protagonista di una finzione. Il lettore è quindi libero di seguire philip prima durante gli studi a heidelberg, poi negli anni della bohème parigina, e alla fine per tutto il lungo e tormentato amore per mildred. Dal libro è stato tratto nel 1934 il film 'schiavo d'amore' con bette davis nei panni di mildred.
Né il marito, membro influente della colonia britannica di singapore, né tanto meno l'avvocato pensano che sarà difficile far assolvere la bella leslie crosbie dall'accusa di omicidio: lei si è solo difesa da un tentativo di stupro. Ma qualcosa non va, e qualcuno ha in mano una lettera che potrebbe esserle fatale. Da questo racconto di sottile crudeltà (che lo stesso maugham adattò per il teatro) sono stati tratti ben cinque film, fra cui lo splendido 'ombre malesi', di william wyler (con bette davis e herbert marshall), che nel 1941 ricevette sei candidature agli oscar - fra le altre, quelle per il miglior film e la migliore attrice protagonista.