«ho scelto due 'tipi' generalmente condannati dalla società: il matricida e l'arrampicatore sessuale – li ho ascoltati per mesi, mi stanno simpatici; potrebbero essere miei figli. Se li ho scelti non è solo perché amo le stranezze; la ragione per cui ho raccontato insieme le loro storie è più sotterranea e radicale: perché, sommandosi, i miei due eroi hanno fatto quello che avrei voluto fare io. » nati alla periferia umana e urbana di due città italiane a pochi anni di distanza, percorsi dalla comune fierezza di chi deve guadagnarsi il proprio posto al sole, filippo e ruggero hanno due storie dall'incipit simile. Le loro vite, però, si muovono divergenti nella realtà e nel racconto che ascoltiamo dalla voce lucida e insieme partecipe di walter siti. Filippo ha vent'anni quando, sorvegliato dall'ombra dell'etna, uccide la madre fedifraga e così amata, gesto estremo e vulcanico come il suo sentimento per lei. Ruggero ne ha qualcuno in più quando in america, col nome d'arte carlo masi, inizia la sua carriera di pornoattore; tornato a roma, incontrerà giovanni del drago, l'uomo che farà di lui una principessa. In bilico tra tragedia e fiaba, quelle di filippo e ruggero sono vite amorali, davanti alle quali sospendere il giudizio, ma sono anche la filigrana attraverso cui, con una scrittura immersiva, siti affronta il suo buio più segreto proprio mentre sperava di allontanarsene; perché i romanzi sono più intelligenti del loro autore e si parlano tra loro. Siti ci consegna un libro potente e disperato, scommettendo su una letteratura che sia ancora capace di farsi domande e di accettare l'imprevisto come risposta.
Un romanzo che perturba e lascia nudi di fronte al dolore e alle domande sul senso profondo della fede e dell'ossessione, nel tempo che viviamo. «l'ultimo bellissimo romanzo di siti, in cui la lettura si conferma come il luogo dove poter fare domande impronunciabili. » - michela murgia don leo è un prete con una pericolosa attrazione per i bambini. È un pedofilo, ma cerca con tutte le forze di combattere contro i suoi istinti. In seminario ha avuto un rapporto con un bambino, massimo, per la prima e unica volta, e da allora vive cercando di mantenere un apparente equilibrio, tra l'oratorio, la mensa dei poveri, le ripetizioni ai bambini in difficoltà, le messe celebrate con confratelli molto diversi da lui. Ma l'incontro con massimo, a distanza di anni, e con il piccolo andrea, che gli viene affidato da una famiglia disastrata, minacciano di far esplodere il suo mondo.
Si chiama 'walter siti, come tutti', il protagonista di questo romanzo. Se da giovane era convinto di essere anomalo, adesso, giunto a sessant'anni, ha scoperto di essere tipico. 'la mia prima mediocrità, - dice di sé - è caratterirale ed epica, volevo dire etica'. Per lui è arrivato il momento di acquietarsi, di trovarsi una nicchia e un equilibrio: il lavoro universitario, ormai una sinecura; il rapporto con sergio, quasi un matrimonio. Così, tra un compromesso e l'altro, la vita potrebbe scorrere tranquilla, placida, completa. Ma walter è ossessionato dal paradiso: dal paradiso personale, che gli manca, e dai troppi paradisi collettivi con cui l'occidente ha abbagliato se stesso. Per sua fortu o per sua disgrazia, il paradiso arriva con marcello, angelico culturista di borgata bellissimo e ambiguo, che sembra incarnare come nessun altro lo spirit dei tempi. E cosa importa se per averlo walter dovrà pagare un prezzo troppo alto. Ogni cosa si compra, ma alle volte le rese dei conti hanno il sapore di una vittoria.
E' un libro che assomma tutti i temi e tutti i generi letterari: autobiografia, romanzo-saggio, invettiva, satira e canzoniere d'amore. Una trama non esiste: la sola trama sono le cose che accadono in questo calderone in cui bolle la società del nostro tempo e in cui prendono forma scandali grandi e piccoli di una università italiana: una tangentopoli in miniatura e i retroscena del mondo universitario. Di questo microcosmo il protagonista è un professore omosessuale, percorso da un profondo odio per cose e persone che lo circondano e da una disperata ricerca di sensazioni estetico-trasgressive. Due grandi amori e molti amanti. Insomma una sessualità ossessiva, ma anche il costante osservatorio sugli avvenimenti sociali e politici.
Lungo le autostrade di dubai, enormi cartelloni riportano frasi firmate walt disney. Il padre di topolino è uno dei numi tutelari della spettacolare 'boom city', dove un sovrano illuminato (che assomiglia a berlusconi) cova l'utopia di un habitat così perfetto che gli uomini vi diventino inutili. Walter siti ha visitato il paese della ricchezza sfrenata, degli alberghi a sette stelle, del lusso e dello shopping culturale proprio nel momento in cui la crisi finanziaria cominciava a mettere in discussione quella parodia di paradiso. Ma ha visto anche il deserto, il golfo di oman, la solida astuzia di abu dhabi e l'avida ingenuità degli emirati del nord. Ha registrato il genocidio della cultura beduina e fiutato la svendita della cultura occidentale. È stato accolto in un'università femminile e ha dormito con gli immigrati poveri, privi di qualunque sicurezza e protezione sindacale. Ha osservato le tracce evidenti del lavaggio di denaro sporco e ascoltato chi difende i pirati somali. Evitando le interviste ufficiali e l'accumulazione giornalistica dei dati, se ne è andato in giro curiosando rasoterra, regalando il meglio della vacanza a un amico, lasciandosi intridere come una carta assorbente. Il viaggio di un vecchio, una riflessione sull'occidente, una castissima storia d'amore.
Un romanzo sulla periferia di roma, su quelle 'borgate' che stanno trasformandosi in un'indifferenziata poltiglia urbana. E umana. Nessuno si salva, in questo percorso. Non la leggendaria 'vitalità' popolare, esaltata in tanti libri e film, non l'autore che in questa vitalità presunta ha provato a rigenerarsi, non le ideologie contemporanee troppo impegnate a simulare paradisi inesistenti. La borgata come metafora, perché mentre le borgate si stanno adeguando ai valori borghesi, la borghesia assume le caratteristiche della borgata: legge della giungla, sogni di lusso impossibile, diffidenza reciproca, assenza di futuro.
In questo romanzo ironico e impietoso, lo spirito di una civiltà in agonia è incarnato da un vecchio cinico, deciso – come un eroe tragico, o solo stanco – ad annullarsi cercando la morte nell'amore. Con precisione chirurgica walter siti ne viviseziona la fragilità e il disincanto. La sua è un'indagine sulle radici della cattiveria. Ugo odia il proprio nome. Ricco di famiglia, ha fatto carriera nell'editoria tra competizioni aziendali, problemi di management e sarcasmi sulla letteratura mediocre. Al lavoro è efficiente, perfezionista, disprezza i buoni «che usano la modestia come una clava»; si vendica in pubblico di un'infelicità privata, perché le ossessioni non solo erotiche l'hanno condannato alla solitudine. Per lui, piacere e dominio coincidono. Quando la vecchiaia si annuncia con segni inequivocabili, ugo decide che è ora di dare un senso alla propria vita e, da poeta senza poesie, crede di riscattarsi mediante l'azione: usando a sproposito una conquista civile, progetta un velleitario suicidio per procura. Ma il destino ha in mente altro e lo conduce dove mai avrebbe sospettato. I desideri che marciscono producono odio, il cielo d'europa è un cielo di frustrazione.
Molte inchieste ci hanno parlato della famosa 'zona grigia' tra criminalità e finanza, fatta di banchieri accondiscendenti, broker senza scrupoli, politici corrotti, malavitosi di seconda generazione laureati in scienze economiche e ricevuti negli ambienti più lussuosi e insospettabili. Ma è difficile dar loro un volto, immaginarli nella vita quotidiana. Walter siti, col suo stile mimetico e complice, sfrutta le risorse della letteratura per offrirci un ritratto ravvicinato di tommaso: ex ragazzo obeso, matematico mancato e giocoliere della finanza; tutt'altro che privo di buoni sentimenti, forte di un edipo irrisolto e di inconfessabili frequentazioni. Intorno a lui si muove un mondo dove il denaro comanda e deforma; dove il possesso è l'unico criterio di valore, il corpo è moneta e la violenza un vantaggio commerciale. Conosciamo un'olgettina intelligente e una scrittrice impegnata, un sereno delinquente di borgata e un mafioso internazionale che interpreta la propria leadership come una missione. Un mondo dove soldi sporchi e puliti si confondono in un groviglio inestricabile, mentre la stessa distinzione tra bene e male appare incerta e velleitaria. Proseguendo nell'indagine narrativa sulle mutazioni profonde della contemporaneità, sulle vischiosità ossessive e invisibili dietro le emergenze chiassose della cronaca, siti prefigura un aldilà della democrazia: un inferno contro natura che chiede di essere guardato e sofferto con lucidità prima di essere (forse e radicalmente).