Fin dai tempi antichi, come insegna il caso di socrate e santippe, il rapporto tra il filosofo e le donne è stato conflittuale. Talché, se ripercorriamo la lunga storia di questo conflitto, ne ricaviamo l'impressione che la filosofia sia una faccenda prettamente maschile. La necessità di estirpare siffatto pregiudizio si impone con le grandi figure dell'illuminismo e del romanticismo, quando prende avvio quella che sarà l'emancipazione della donna. Scottato dall'esperienza patita in casa con la madre, schopenhauer avverte con lungimirante intuito l'incombente pericolo, e oppone resitstenza. Leva quindi la sua voce impertinente per mettere in guardia il sesso maschile dalle suadenti insidie e dai pericoli che riserva il rapporto con le donne.
La logica è lo studio del logos - cioè del pensiero e del linguaggio - e poiché le più profonde realizzazioni del pensiero e le più sofisticate espressioni del linguaggio si trovano nella filosofia e nella matematica, la logica permea le storie di queste due discipline, come intende mostrare 'il diavolo in cattedra'. Con tono scherzoso, ma anche con il rigore e la precisione dell'odifreddi docente di logica all'università di torino, il libro prende in esame la logica formale, le sue intersezioni con la logica matematica e con la dialettica.
Fin dai tempi antichi, come insegna il caso di socrate e santippe, il rapporto tra il filosofo e le donne è stato conflittuale. Talché, se ripercorriamo la lunga storia di questo conflitto, ne ricaviamo l'impressione che la filosofia sia una faccenda prettamente maschile. La necessità di estirpare siffatto pregiudizio si impone con le grandi figure dell'illuminismo e del romanticismo, quando prende avvio quella che sarà l'emancipazione della donna. Scottato dall'esperienza patita in casa con la madre, schopenhauer avverte con lungimirante intuito l'incombente pericolo, e oppone resitstenza. Leva quindi la sua voce impertinente per mettere in guardia il sesso maschile dalle suadenti insidie e dai pericoli che riserva il rapporto con le donne.
Il libro-manifesto del pensiero di giulio giorello. Con la prefazione di edoardo boncinelli. Uno spettro si aggira per l'europa: il relativismo, cioè il dogma che non c'è nessun dogma. Molti ne hanno paura ma chi vuole combatterlo non dovrebbe conoscerlo meglio? Dichiarare che esso comporta una più o meno quieta accettazione di qualsiasi teoria o costellazione di valori significa restare alla superficie delle cose. Come riconoscono i suoi più intelligenti avversari, il relativismo ha una componente fattuale: teorie, metodi e pratiche si sono rivelati efficaci in ambiti circoscritti. Ciò significa che teorie, metodi e pratiche vadano posti tutti sullo stesso piano? Nient'affatto. Piuttosto, là dove abbiamo buone ragioni per credere nella verità di una teoria, non possiamo escludere in linea di principio che si possano trovare argomenti per teorie rivali. È da tale possibilità che le nostre idee traggono forza e consistenza.
'uno spettro si aggira per l'europa: il relativismo, cioè il dogma che non c'è nessun dogma. Chierici e laici hanno stretto una santa alleanza in nome dei nostri valori e delle nostre radici. Forse non sanno che dietro quel fantasma ci sono il corpo dell'individuo, la libertà della ricerca, le garanzie dei diritti e la stessa genuinità della fede. Tutto cancellato, se vince il progetto dei teo-con? Affatto, se il laico ha non solo la volontà di reagire ma anche la forza di attaccare. Non questa o quella chiesa, ma la 'presunzione di infallibilità' che può viziare qualsiasi istituzione o comunità. Essere laico vuol dire non solo esercitare l'arte del sospetto ma anche agire per una solidarietà che non ha bisogno di un fondamento religioso. '
Marx è morto. È questa l'ossessiva litania che siamo ormai abituati a sentire. Dietro tale canto funebre si cela però, forse, l'auspicio che tale trapasso abbia luogo davvero, perché il
Talete e anassimandro, parmenide e democrito, zenone e leucippo, persino l'aristocratico pitagora e l'oscuro eraclito tornano a parlare nei vicoli e nei mercati delle loro città mediterranee, tra la folla curiosa di un'eterna partenope in cui la speculazione si mescola al 'fattariello' e il riso ai discorsi intorno al mondo e alla vita.
La montagna in tutti i suoi molteplici aspetti, esaminata da una prospettiva filosofica. Per tomatis, professore di ermeneutica filosofica, l'ambiente montano aiuta a comprendere e a risolvere le questioni centrali della vita umana perché sulle vette tutto riesce a essere colto compiutamente, con profondità e con partecipe distacco come in una prospettiva dall'alto. Attraverso le proprie esperienze, l'autore elabora un pensiero che ritrova una dimensione di libertà e di pace, in grado di porre in dialogo anche le differenti culture della terra, perché, come ebbe a dire un alpinista d'altri tempi:
Di solito sono gli dei che fulminano gli uomini. In questo libro, invece, abbiamo un filosofo che fulmina gli dei, al plurale come al singolare. E non è detto che le sue saette siano meno micidiali di quelle celesti. E se nietzsche, con l'enfasi abituale, proclama la morte di dio, schopenhauer, ora con il suo sarcasmo ora con la sua logica implacabile, quel dio lo uccide davvero, togliendo qualsiasi validità teoretica al teismo. Questi scritti, alcuni dei quali ancora inediti per il lettore italiano, sono il migliore antidoto contro il rigurgito pauroso di fideismo e di superstizione, ma servono anche per smoccolare e intonacare la filosofia, sulla quale i ciarlatani hanno sparso una coltre di fumo che non le appartiene.
Di solito sono gli dei che fulminano gli uomini. In questo libro, invece, abbiamo un filosofo che fulmina gli dei, al plurale come al singolare. E non è detto che le sue saette siano meno micidiali di quelle celesti. E se nietzsche, con l'enfasi abituale, proclama la morte di dio, schopenhauer, ora con il suo sarcasmo ora con la sua logica implacabile, quel dio lo uccide davvero, togliendo qualsiasi validità teoretica al teismo. Questi scritti, alcuni dei quali ancora inediti per il lettore italiano, sono il migliore antidoto contro il rigurgito pauroso di fideismo e di superstizione, ma servono anche per smoccolare e intonacare la filosofia, sulla quale i ciarlatani hanno sparso una coltre di fumo che non le appartiene.