In questo libro arrigo petacco ci racconta la verità sulle gesta quasi leggendarie del prefetto cesare mori, incorruttibile funzionario 'piemontese' inviato dal governo fascista in sicilia per debellare la mafia. La sua azione energica permise di distruggere quasi interamente la struttura di base della malavita organizzata siciliana e offrì a mussolini un argomento per la sua propaganda. Ma quando mori iniziò a diventare troppo famoso e soprattutto a indagare troppo in alto, venne messo da parte, e le tracce del suo lavoro accuratamente eliminate. Quella del 'prefetto di ferro' è una storia tipicamente italiana, incentrata su un personaggio prima mitizzato poi dimenticato, che petacco restituisce finalmente alla sua verità storica.
Al principio la definirono 'strana guerra'. Era cominciata il 1° settembre 1939, dopo che francia e inghilterra avevano aperto le ostilità contro la germania, impadronitasi di mezza polonia, non contro l'urss, che si era presa l'altra metà. L'esercito francese, considerato il più forte del mondo, cui si era aggiunto il corpo di spedizioni britannico, era schierato dietro la linea maginot (anch'essa la più forte del mondo). Quello tedesco, molto più debole poiché il grosso era impegnato in polonia, stava dietro la linea sigfrido. Ma per mesi non si sparò un solo colpo: entrambi gli schieramenti facevano il possibile per non irritare il nemico. Evidentemente aspettavano qualcosa. Ma cosa? A dicembre il cannone cominciò a tuonare, ma molto più lontano, nel profondo nord: era scoppiato il conflitto russo-finnico, che si rivelò subito una guerra 'vera'. Tutti i corrispondenti accorsero in quelle gelide terre, e per qualche tempo si ebbe l'impressione che il destino del mondo fosse in gioco lassù e non lungo la linea maginot. Accadde cosi che gli occidentali fecero più sforzi per salvare la finlandia che non l'alleata polonia. Anche l'italia, con grande dispetto di hitler si unì alla crociata antibolscevica. Cosa stava dunque accadendo? Erano diventati tutti pazzi? Arrigo petacco torna a occuparsi di storia contemporanea in un saggio che svela come in quei mesi in molti ambienti politici ed economici occidentali il nemico da battere era stalin, e non hitler.
'È notorio' scriveva massimo d'azeglio pochi giorni dopo la proclamazione dell'unità d'italia 'che, briganti o non briganti, i napoletani non ne vogliono sapere di noi e che ci vogliono sessanta battaglioni, e pare che non bastino, per tenerci quel regno. Forse c'è stato qualche errore. ' era il 1861. L'italia non era ancora fatta, anche se era già stata proclamata regno. Sfumato il progetto federalista di cavour, il sogno unitario di garibaldi e di mazzini tardava a realizzarsi. Per tutto il decennio successivo il neonato regno d'italia, privato della lucida guida del 'tessitore', morto anzitempo, fu affidato a uomini che non erano all'altezza del grande statista. Invece di attuare l'ampio decentramento regionale da lui auspicato, si preferì rinviarlo 'provvisoriamente' e 'piemontesizzare' il paese, trasferendo pari pari lo statuto albertino del vecchio regno di sardegna nelle regioni annesse. Le insorgenze che seguirono nell'italia meridionale furono scambiate per mero brigantaggio da liquidare con la forza, ignorando le motivazioni sociali che le alimentavano. Ne derivò una sorta di guerra civile che insanguinò per anni il paese. Inoltre la rozza campagna anticlericale, pur giustificata dalla stolta politica temporale di pio ix, divise gli italiani anche nel campo della religione, l'unico collante che avrebbe potuto tenerli insieme.
Intorno alla metà del sedicesimo secolo l'europa, dilaniata al suo interno da guerre politiche e religiose, pareva ormai destinata a soccombere alla crescente egemonia dell'impero ottomano. Ma nel 1566 antonio michele ghislieri, un semplice monaco domenicano, fu elevato al soglio pontificio con il nome di pio v. Inquisitore inflessibile e paladino della controriforma, il nuovo papa fu artefice di un vero capolavoro: la lega santa, una sorta di
Intorno alla metà del sedicesimo secolo l'europa, dilaniata al suo interno da guerre politiche e religiose, pareva ormai destinata a soccombere alla crescente egemonia dell'impero ottomano. Ma nel 1566 antonio michele ghislieri, un semplice monaco domenicano, fu elevato al soglio pontificio con il nome di pio v. Inquisitore inflessibile e paladino della controriforma, il nuovo papa fu artefice di un vero capolavoro: la lega santa, una sorta di 'patto mediterraneo' che riunì sotto il segno della croce tutte le potenze cristiane. Dimentiche per la prima e unica volta dei rispettivi egoismi, esse costituirono una grande flotta multinazionale che il 7 ottobre 1571 nelle acque di lepanto ebbe la meglio sulle forze navali turche.
Attraverso una scelta degli episodi più significativi della parabola politica di mussolini, attuata grazie a una ricerca fra testimonianze raccolte negli archivi pubblici e privati - fra cui spicca quella della figlia edda - petacco ripercorre gli anni della giovinezza, il sogno rivoluzionario, l'attività di giornalista e di scrittore. Rievoca poi i principali avvenimenti di cui, una volta conquistato il potere, fu indiscutibile protagonista: dall'omicidio matteotti al concordato con la chiesa, dalle riforme economiche alle imprese militari, per giungere nel 1938 alla conferenza internazionale di monaco, al patto d'acciaio con la germania e alle leggi razziali. L'inizio della sua inarrestabile caduta e della rovina dell'italia.
Attraverso una scelta degli episodi più significativi della parabola politica di mussolini, attuata grazie a una ricerca fra testimonianze raccolte negli archivi pubblici e privati - fra cui spicca quella della figlia edda - petacco ripercorre gli anni della giovinezza, il sogno rivoluzionario, l'attività di giornalista e di scrittore. Rievoca poi i principali avvenimenti di cui, una volta conquistato il potere, fu indiscutibile protagonista: dall'omicidio matteotti al concordato con la chiesa, dalle riforme economiche alle imprese militari, per giungere nel 1938 alla conferenza internazionale di monaco, al patto d'acciaio con la germania e alle leggi razziali. L'inizio della sua inarrestabile caduta e della rovina dell'italia.
Italia federale o italia nazionale? L'interrogativo, oggi di attualità, fu posto già agli albori del risorgimento. Anzi, alla vigilia dell'unità nazionale, la federazione italiana sembrava cosa fatta. Cavour aveva in progetto, infatti, di
Questo libro si propone di raccontare la guerra civile spagnola sfrondandola per quanto possibile dalle sovrastrutture ideologiche che ancora la costellano, a partire dall'assedio all'alcazar fino al bombardamento di guernica, dalla battaglia di guadalajara alla resistenza di madrid. Il testo vuole essere anche un'obiettiva ricostruzione delle operazioni militari e si sofferma in particolare sulla partecipazione degli italiani che combatterono sui due fronti, con tutte le implicazioni politiche e ideologiche che questo comportò.