La vita di caterina è scandita in due tempi, ben separati tra loro. Nel primo c'è una bambina che insegue una fila di formiche. Un cane che guaisce oltre la porta, i rami di un melo, sei anni d'infanzia muta cancellati dal fuoco. Nel secondo ci sono un lavoro, un marito, due figli. C'è la donna che caterina è diventata, dopo aver imparato faticosamente i passi e le parole. Tutto ciò che sta in mezzo è merito di una straordinaria madre adottiva, la donna vitale e insaziabile il cui corpo giace oggi in una stanza d'albergo, accanto a quello del suo uomo. Ed è proprio qui che caterina si ritrova insieme a daniele, il figlio di lui, per cercare di ricostruire il corso degli eventi. È in questo pugno di giorni che la sua vita per la prima volta le si rivela intera. Daniele ha un'allegria forsennata, un'energia che rompe il guscio delle cose, e caterina una capacità strana, la facoltà visionaria d'indovinare gli sconosciuti. La morte dei loro genitori è l'unica cosa che hanno in comune, ma la libertà disperata di quei pochi giorni insieme insegnerà a entrambi un modo nuovo di stare al mondo. 'tutto è iniziato in quella vacanza, quando io ho scelto di abitare il tuo mondo e tu di lasciarlo. Non importa se ci sono voluti anni, era già tutto lì. Avremmo dovuto buttare giù il muro che ci divideva solo apparentemente, come ora, in questa stanza, perché in realtà avevamo la stessa morte nel cuore'.
Come in una partita a poker, avventurosa e interminabile, due sorelle di natali aristocratici scartano e giocano le carte della loro vita, di quella delle loro dieci figlie e delle cinquanta nipoti. In una napoli ironica e piena di colore, un racconto punteggiato da figure femminili, portatrici di un destino di passione: per il gioco, insopprimibile vizio di famiglia e per le disgrazie del cuore, cui si abbandonano anima e corpo. L'equivoco di un grande amore al centro di una saga familiare, che alterna commozione e comicità sullo sfondo di un'inarrestabile decadenza.
A roma, in una casa dei quartieri alti, una ragazza s'ammala d'una crisi depressiva. Il bel volto dalle labbra sigillate, il corpo ancora quasi adolescente abbandonato inerte nella penombra, appaiono ai famigliari come un rimprovero, muto, severo, che non sanno spiegarsi. Affiorano allora in superficie, tra i famigliari, conflitti sopiti, gelosie infantili, rimorsi, sentimenti repressi. Da questo interno a più voci, si alza e prende forma il racconto, che essenzialmente è la storia d'un rapporto tra padre e figlia: un rapporto ansioso, doloroso, fatto di ruvide carezze, di confessioni subito interrotte, di reciproca pietà. (natalia ginzburg)