Nebbioso, beccheggiante, indolente. Sempre perso nelle sue vaghezze. È il commissario adamsberg, capo dell'anticrimine al tredicesimo arrondissement parigino. - non ci posso credere, - disse danglard, - non ci voglio credere. Torni fra noi, commissario. Ma in quali nebbie ha perso la vista, porca miseria? - nella nebbia ci vedo benissimo, - replicò adamsberg in tono un po' secco, appoggiando i palmi sul tavolo. - anzi, meglio che altrove. Quindi sarò chiaro, danglard. Non credo a una moltiplicazione delle recluse. Non credo a una mutazione del loro veleno, cosí grave e cosí improvvisa. Credo che quei tre uomini siano stati assassinati. Il commissario jean-baptiste adamsberg è costretto a rientrare prima del tempo dalle vacanze in islanda per seguire le indagini su un omicidio. Il caso è ben presto risolto, ma la sua attenzione viene subito attirata da quella che sembra una serie di sfortunati incidenti: tre anziani che, nel sud della francia, sono stati uccisi da una particolare specie di ragno velenoso, comunemente detto reclusa. Opinione pubblica, studiosi e polizia sono persuasi che si tratti di semplice fatalità, tanto che la regione è ormai in preda alla nevrosi. Adamsberg, però, non è d'accordo. E, contro tutto e tutti, seguendo il proprio istinto comincia a scandagliare il passato delle vittime.