Willi non sa cosa sia scritto sui volantini che il fratello tiene nascosti in cantina. Sa solo che suo fratello è malato e che deve aiutarlo, così distribuisce i volantini al suo posto. Arrestato dalla gestapo e deportato a buchenwald, willi perde la memoria e riesce a sopravvivere solo grazie all'amicizia dei suoi compagni di prigionia. Passano i mesi e per willi si prepara la prova più difficile: la sopravvivenza nel campo era garantita solo dal sacrificio di un ragazzo che offriva il proprio corpo a un kapo in cambio di cibo e piccoli 'favori', ma ora quel sacrificio viene chiesto a lui. Età di lettura: da 12 anni.
Berlino, 1945. Heike, dieci anni, vive con la madre nello scantinato della loro casa distrutta dalle bombe. Il padre è disperso, ma heike sa che tornerà: non smette di parlarne al suo più grande amico e confidente, il grande melo che cresce nel giardino. Attorno, rovine: rovine di edifici, e rovine nelle menti e nei cuori delle persone. Tante però sembrano voler tener viva la speranza nel futuro. Non la mamma di heike: nel suo recentissimo passato c'è una ferita inguaribile. La storia personale di una ragazzina si mescola con la storia con la s maiuscola. Alla fine di una guerra non ci sono solo le cose da ricostruire, ma anche le vite e le persone. Dopo 'stelle di cannella' e 'l'albero di goethe', helga schneider riapre per il pubblico dei ragazzi le pagine del suo personale passato per raccontarlo, commuovere e far pensare. Età di lettura: da 12 anni.
'stava lì, l'aguzzina delle ss, capelli biondi e curati, il rossetto sulla bocca dura, l'uniforme impeccabile. Stava lì e pronunciò con sordida cattiveria: 'ho letto sulla tua scheda che eri la puttana di un ebreo. È meglio che ti rassegni: d'ora in poi farai la puttana per cani e porci'. Così racconta l'anziana frau kiesel all'ambiziosa scrittrice sveva, dando voce a un dramma lungamente taciuto: quello delle prigioniere dei lager nazisti selezionate per i bordelli costruiti all'interno stesso dei campi di concentramento, con l'ipocrita e falsa giustificazione di voler limitare l'omosessualità tra i deportati. Donne i cui corpi venivano esposti ai sadici abusi delle ss e dei prigionieri maschi - spesso veri e propri relitti umani che malgrado tutto preferivano rinunciare a un pezzo di pane per scambiarlo con pochi minuti di sesso. Donne che alla fine della guerra, schiacciate dall'umiliazione e dalla solitudine, invece di denunciare quella tragedia fecero di tutto per nasconderla e seppellirla dentro di sé. In questo capitolo della memoria storica personale e collettiva, helga schneider continua, con lucidità e compassione, ma anche con implacabile giudizio, a dare testimonianza di ciò che è accaduto perché non si ripeta mai più.