Le lumache che vivono nel prato chiamato paese del dente di leone, sotto la frondosa pianta del calicanto, sono abituate a condurre una vita lenta e silenziosa, a nascondersi dallo sguardo avido degli altri animali, e a chiamarsi tra loro semplicemente 'lumaca'. Una di loro, però, trova ingiusto non avere un nome, e soprattutto è curiosa di scoprire le ragioni della lentezza. Per questo, nonostante la disapprovazione delle compagne, intraprende un viaggio che la porterà a conoscere un gufo malinconico e una saggia tartaruga, a comprendere il valore della memoria e la vera natura del coraggio, e a guidare le compagne in un'avventura ardita verso la libertà.
In questo libro luis sepúlveda segue il filo della propria biografia e torna ai temi che gli sono cari: l'avventura e la politica, il viaggio e l'utopia, l'amore e l'impegno. Sono storie che nella varietà dei toni e delle atmosfere ci restituiscono tutto il suo mondo poetico. Fra i tanti personaggi, un sorprendente ritorno: il vecchio che leggeva romanzi d'amore si rimette in marcia insieme all'amico dentista per il villaggio di el idilio, abbandonato dai suoi abitanti in fuga dall'ennesima guerra per il petrolio. A correre fra queste pagine è la convinzione che certi sentimenti aiutano ad affrontare le asprezze dell'esistenza: sono quelli eterni che stanno alla base dell'amicizia, della comprensione, del rispetto per la dignità degli individui, della natura, delle diversità. Se sfreghiamo la lampada di sepúlveda, vedremo spuntare il genio della generosità, del coraggio di scommettere ancora su un'umanità fuori dal coro, della lealtà verso gli amici e verso se stessi.
Include i tre romanzi: 'storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare'; 'storia di un gatto e del topo che diventò suo amico'; 'storia di una lumaca che scoprì l'importanza della lentezza'.
Monaco. Max è cresciuto insieme al suo gatto mix. È un legame profondo, quasi simbiotico. Max, raggiunta l'indipendenza dalla casa paterna, va a vivere da solo, portandosi dietro l'amato gatto. Il suo lavoro, purtroppo, lo porta spesso fuori casa e mix, che sta invecchiando e sta perdendo la vista, è costretto a passare lunghe giornate in solitudine. Ma un giorno sente provenire dei rumori dalla dispensa di casa e intuisce che lì si nasconde un topo. Un'altra grande storia di amicizia nella differenza, questa è la magia di luis sepúlveda.
Il vecchio antonio josé bolivar vive ai margini della foresta amazzonica equadoriana. Vi è approdato dopo molte disavventure che non gli hanno lasciato molto: i suoi tanti anni, la fotografia sbiadita di una donna che fu sua moglie, i ricordi di un'esperienza, finita male, di colono bianco e alcuni romanzi d'amore che legge e rilegge nella solitudine della sua capanna sulla riva del grande fiume. Ma nella sua mente, nel suo corpo e nel suo cuore è custodito un tesoro inesauribile, che gli viene dall'aver vissuto 'dentro' la grande foresta, insieme agli indios shuar: una sapienza particolare, un accordo intimo con i ritmi e i segreti della natura che nessuno dei famelici gringos saprà mai capire.
Il viaggio, il vagabondaggio per il mondo, è qui che si collocano le storie non altrimenti possono essere definite - raccolte in questo libro. Lo scrittore narra le vicende di personaggi anonimi e marginali incontrati per il mondo, uomini e donne che hanno in comune l'aver fatto della propria vita una forma di resistenza. Un amico cileno che ha diretto la rivista analisis, prima barricata della lotta contro pinochet. Un cantante che ha partecipato alla primavera di praga. Un cameraman olandese ucciso dall'esercito del salvador. Uomini che non hanno mai sperato di uscire dai margini, ma che per una volta sono affiorati, con le loro storie, dal buio dell'oblio. Come le rose che, in un solo giorno dell'anno, ricoprono il deserto di atacama.
I racconti di una lunga vicenda umana, politica e civile, che ripercorrono oltre quarant'anni di storia personale e corale. «solo sognando e restando fedeli ai sogni riusciremo a essere migliori, e se noi saremo migliori, sarà migliore il mondo. » in queste pagine vibranti di passione affiora di continuo il narratore di razza, con i racconti densi e fulminei che da sempre sono la sua cifra distintiva. Il volume si apre con un breve racconto, 11 settembre 1973: e ‘johny' prese il fucile, dedicato alla memoria di oscar reinaldo lagos rios, il più giovane della scorta che quel giorno maledetto restò fino alla fine accanto al presidente allende nel palazzo della moneda, e si chiude con il testo scritto a caldo nel giorno della morte di pinochet. In mezzo i ricordi di una vita avventurosa, le vicende di cui sono protagonisti amici e «maestri» come, tra gli altri, neruda, saramago, le storie in cui filtra il suo impegno per la natura e l'ambiente… e su tutto il piacere di narrare.
Il disastro ecologico provocato da una petroliera sulle coste galiziane; la guerra in iraq e il terrorismo; bush e i suoi alleati, da blair a berlusconi; il confronto est-ovest; e, ancora bruciante, la memoria del golpe cileno e il processo intentato a pinochet. Ma anche racconti, apologhi, storie trovate per strada, ritratti di amici, come francisco coloane e manuel vázquez montalbán. Sepúlveda si fa testimone di uno dei periodi più tumultuosi e drammatici della storia recente: il suo è il diario in pubblico di una passione politica, civile e umana inalterata. Un diario in cui affiora di continuo il narratore, con racconti densi e fulminei che si alternano alla cronaca risentita e partecipe del presente.
Il diario di viaggio di sepulveda in patagonia e nella terra del fuoco: riflessioni, racconti, leggende e incontri che s'intrecciano nel maestoso scenario del sud del mondo, dove l'avventura non solo è ancora possibile, ma è la più elementare forma di vita. Il vecchio eznaola, che naviga senza sosta per i canali cercando un vascello fantasma; i gauchos che ogni anno organizzano il 'campionato di bugie' della patagonia; l'aviatore palacios e lo scienziato kucimavic; bruce chatwin, butch cassidy e sundance kid. Una serie di personaggi eccezionali sullo sfondo di un eccezionale paesaggio.
Con la consueta passione polemica, senza mai abdicare alla sua caratteristica soggettività tesa e vibrante, sepúlveda offre in questo libro un'altra prova della sua passione politica e umana. Ma non è solo la denuncia sociale a dare energia alle pagine: alle riflessioni sugli argomenti più scottanti della politica internazionale, in cui è netta la presa di posizione contro blair e bush e la guerra in iraq, si alternano i commossi ricordi di amici scomparsi e storie, semplicemente da raccontare. E tutto, sembra dirci lo scrittore, tanto la necessità di raccontare quanto il desiderio di combattere, trovano ragione semplicemente nella capacità di sognare ancora, di non rinunciare ai nostri sogni.