Chi è stato davvero catilina? Quali gli scopi della sua famosa congiura? In questo volume massimo fini ci offre una delle sue originali biografie, autentiche rivisitazioni critiche di personaggi troppo facilmente liquidati dalla storiografia tradizionale. La figura di catilina che qui viene tratteggiata è ben lontana dal personaggio tramandatoci da cicerone e sallustio. Patrizio di nobilissima origine, bello e inquieto, catilina si oppose alle corrotte oligarchie dominanti e abbracciò la causa della plebe. Guardava alla roma delle origini, dove i valori erano l'onore, la dignità, il coraggio fisico e morale, la protezione dei deboli, un tempo in cui la classe dirigente non mascherava ancora dietro nobili parole la difesa dei propri privilegi. Più volte catilina tentò la via legale del consolato: ne fu sempre respinto con brogli. Allora decise che ne aveva abbastanza e prese le armi. Impavido, affrontò lo scontro con forze enormemente superiori. E morì, pagando con la vita la fedeltà a se stesso.
Un'opera provocatoria, a metà tra il sillabario divagante e la confessione personale, che esplora più di cento voci molto varie inerenti l'universo erotico femminile, così come lo vedono, e ne parlano gli uomini. Ma questa guida alla libido femminile osservata dal maschio riserva più di una sorpresa, e la conclusione non è affatto scontata.
Una spietata analisi, senza infingimenti, senza autoillusioni, senza autoinganni sulla vecchiaia, al di là delle ipocrisie e della retorica con cui oggi cerchiamo di abbellire ed edulcorare quella che chiamiamo eufemisticamente 'la terza età' rendendola così, se possibile, ancor più crudele e beffarda. E, insieme, in un gioco di rimbalzi e di controspecchi, un appassionato inno alla giovinezza, 'quella irripetibile età in cui ci chiamavano ragazzi'. Animato da ricordi ed esperienze personali, nelle quali il lettore non farà fatica a riconoscersi perché fini riesce a dare ai fatti che rievoca, ora con tenerezza, ora con ironia, ora con sarcasmo, a volte con lucida ferocia, significati e valenze universali. Il volume è anche una sorta di singolare autobiografia giocata solo sul filo del rapporto giovinezza/vecchiaia, sul cui sfondo domina, enigmatico e incontrastabile, il vero protagonista del libro: il tempo.
Una spietata analisi, senza infingimenti, senza autoillusioni, senza autoinganni sulla vecchiaia, al di là delle ipocrisie e della retorica con cui oggi cerchiamo di abbellire ed edulcorare quella che chiamiamo eufemisticamente