Recanati, 1813. In un austero palazzo nobiliare, il giovane orazio carlo tiene un diario nel quale riporta le parole e le azioni del fratello maggiore, tardegardo giacomo. Ad attirare l'attenzione del ragazzo è il comportamento misterioso di tardegardo, che si diletta di poesia e ha tranquille abitudini da erudito, ma è anche roso da una sconvolgente irrequietezza. Nel frattempo, in paese, alcuni episodi cruenti turbano la serenità degli abitanti. Si alternano così la rivisitazione della vita e delle opere di un giovane poeta e gli elementi di un romanzo nero, come delitti efferati, coincidenze lunari e antiche vicende di sangue. Riprendendo i modi della prosa italiana dell'ottocento, il romanzo è l'esecuzione musicale di un apocrifo leopardiano, ed è al contempo un'originale variazione sul tema del doppio.
Recanati, 1813. In un austero palazzo nobiliare, il giovane orazio carlo tiene un diario nel quale riporta le parole e le azioni del fratello maggiore, tardegardo giacomo. Ad attirare l'attenzione del ragazzo è il comportamento misterioso di tardegardo, che si diletta di poesia e ha tranquille abitudini da erudito, ma è anche roso da una sconvolgente irrequietezza. Nel frattempo, in paese, alcuni episodi cruenti turbano la serenità degli abitanti. Si alternano così la rivisitazione della vita e delle opere di un giovane poeta e gli elementi di un romanzo nero, come delitti efferati, coincidenze lunari e antiche vicende di sangue. Riprendendo i modi della prosa italiana dell'ottocento, il romanzo è l'esecuzione musicale di un apocrifo leopardiano, ed è al contempo un'originale variazione sul tema del doppio.
La bonaccia fiacca i venti e un galeone spagnolo, immobile in mezzo all'oceano, diventa il palcoscenico di un dissonante concerto di personaggi. Le loro ossessioni verbali dominano la scena, mentre il capitano del vascello sta immobile nel suo giaciglio, impossibilitato ad alzarsi per lo sfacelo che gli devasta il corpo. Il suo secondo gli riferisce quanto accade in tolda, ma sono informazioni vaghe, riferite da un animo volgare che non coglie l'assurdità del tutto. Tocca al capitano completare con una fantasia febbricitante gli avvenimenti che controllano la nave, capire quale smania possieda i suoi uomini.
Walter benjamin, céline, ma anche lo storico marc bloch, il filologo erich auerbach, l'editore donoël, gli industriali citroën e renault, gli scacchisti alekhin e cabablanca, saint-exupéry, marlene dietrich, l'omino della michelin e tanti altri: sono questi alcuni dei personaggi che popolano le pagine del romanzo fantastico di michele mari ambientato nella parigi degli anni trenta.
Paura e umorismo, un intreccio di invenzioni, finali inattesi e sarcastici caratterizzano questi racconti. Dopo i fondali gotici ed elisabettiani dei romanzi, i luoghi che fanno da sfondo ai racconti sono meno esotici, ma non meno inquietanti: un luogo di villeggiatura sul lago maggiore, un collegio a quarto dei mille, tagli urbani gremiti di quei segnali che solo una furiosa paranoia riesce a decifrare.
Un viaggio fra ammutinamenti e torture; un'ipotesi di zoologia fantastica; un romanzo vertiginoso sul naufragio della ragione; un visionario viaggio alla scoperta della natura cannibalesca e metamorfica di tutte le storie e dell'arte del raccontare. «michele mari è un