1354: nicolas eymerich, il sinistro inquisitore, è in sardegna con re pietro iv d'aragona per soffocare la rivolta di mariano, giudice d'arborea. Mariano però ha un alleato potente e misterioso: lo chiamano sardus pater, una divinità sconosciuta e terribile. 1942, new york: lo psicologo austriaco wilhelm reich si è rifugiato in america per sfuggire ai nazisti e ha fatto una scoperta rivoluzionaria. Tanto da costringere le autorità a rinchiuderlo in prigione, dove una serie di inspiegabili allucinazioni sembra metterlo in collegamento proprio con eymerich.
Pubblicato originariamente nel 1996, è il secondo romanzo scritto da evangelisti e incentrato sull'inquietante personaggio del frate domenicano, la cui figura è basata su quella di un celebre inquisitore realmente esistito nel trecento. In questa avventura eymerich viene chiamato a castres, nella francia meridionale, per combattere una setta di 'vampiri' che terrorizza gli abitanti della zona disseminando le campagne di cadaveri dissanguati. Circondato da un alone di malvagità e terrore senza precedenti, eymerich mostra tutta la sua spietatezza e non esita a massacrare centinaia di persone pur di debellare l'eresia. Ma seicento anni più tardi un gruppo di modernissimi 'untori' sembra voler resuscitare le gesta di quei folli devoti.
Dopo anni di assenza torna nicolas eymerich, l'inquisitore duro e crudele creato da valerio evangelisti. Questa volta - corre l'anno 1366 - eymerich deve lasciare il regno d'aragona, dove è stato esonerato dalla carica, e recarsi a padova, alla riunione del capitolo domenicano. Avrà un aspro scontro con francesco petrarca, ispiratore di un dipinto ambiguo e malefico. È però solo l'esordio di una traversia che porterà eymerich, sulle navi dei crociati agli ordini di amedeo di savoia, fino a costantinopoli, nel cuore di un impero bizantino in piena decadenza. Un'imperatrice sensibile e impaurita subisce la minaccia di mostri giganteschi che avanzano dal mare, e la chiave del pericolo pare essere un'assurda creatura alata, imprigionata in un pozzo. Il cuore di feti titanici pulsa in intrichi di gallerie, mentre il cielo è solcato da vene rossastre. Eymerich dovrà risolvere un doppio mistero. Quello dell'esistenza dei giganti, asserita dalla bibbia, e quello, ancor più inquietante, del telaio compatto di un universo in cui ogni gesto ha risonanze nello spazio e nel tempo.
Dopo anni di assenza torna nicolas eymerich, l'inquisitore duro e crudele creato da valerio evangelisti. Questa volta - corre l'anno 1366 - eymerich deve lasciare il regno d'aragona, dove è stato esonerato dalla carica, e recarsi a padova, alla riunione del capitolo domenicano. Avrà un aspro scontro con francesco petrarca, ispiratore di un dipinto ambiguo e malefico. È però solo l'esordio di una traversia che porterà eymerich, sulle navi dei crociati agli ordini di amedeo di savoia, fino a costantinopoli, nel cuore di un impero bizantino in piena decadenza. Un'imperatrice sensibile e impaurita subisce la minaccia di mostri giganteschi che avanzano dal mare, e la chiave del pericolo pare essere un'assurda creatura alata, imprigionata in un pozzo. Il cuore di feti titanici pulsa in intrichi di gallerie, mentre il cielo è solcato da vene rossastre. Eymerich dovrà risolvere un doppio mistero. Quello dell'esistenza dei giganti, asserita dalla bibbia, e quello, ancor più inquietante, del telaio compatto di un universo in cui ogni gesto ha risonanze nello spazio e nel tempo.
Nel quarto episodio della saga dell'inquisitore eymerich, pubblicato originariamente nella collana 'urania' nel 1998, il frate domenicano viene inviato in missione nel regno arabo di granada e, accompagnato dal marrano alatzar, deve giungere fino alle misteriose isole felici, al largo della costa africana oltre le colonne d'ercole, per sciogliere l'enigma dell'oscura profezia secondo cui il regno dei cristiani finirà 'tra teste di cane e alberi di sangue'. Tutto inizia quando, nel 1361, a saragozza si scopre che orrendi mostri dalla testa di cane uccidono chiunque entri in possesso di un misterioso libro di magia, il picatrix, mentre in cielo appaiono giganteschi dischi luminosi. Gli stessi che, secoli dopo, brillano sull'africa mentre sta avvenendo un esodo di bambini di dimensioni apocalittiche. E mentre il professor frullifer, in un manicomio delle canarie, assiste allo strano comportamento di alcuni internati che, una volta l'anno, latrano come cani. E smettono solo quando l'effigie del diavolo viene arsa sul rogo.
Il racconto dell'ascesa, tra gli anni trenta e gli anni cinquanta, di un italo-americano, eddie florio, nei ranghi della malavita che cerca di assumere il controllo dei porti statunitensi. Dopo l'esordio come spia e come leader sindacale, florio si fa strada grazie a una assoluta amoralità. Di un'astuzia animalesca, vigliacco, capace di ogni crudeltà, il gangster distrugge chiunque entri in contatto con lui, inclusi i congiunti e le donne che attraversano la sua strada. Diviene così un personaggio pubblico rispettato, con incarichi di spicco nella
Siamo nel 1683, due anni prima degli eventi narrati nel romanzo 'tortuga'. Il cavaliere michel de grammont, ultimo leggendario capo dei fratelli della costa che infestano il mar dei caraibi, propone ai compagni un'idea folle: conquistare e saccheggiare veracruz, la città più importante della nuova spagna, giudicata imprendibile. Un'impresa condannata anche da quella corona di francia di cui i pirati si dicono gli agenti, che ha firmato con gli spagnoli un effimero trattato di pace. Prende il largo dall'isola di roatàn la flotta più imponente che abbia solcato le acque centroamericane. Uomini spericolati, cinici, rotti a ogni crudeltà. Se esiste un ideale, è di arricchirsi in fretta e sperperare tutto nei pochi anni di vita che rimangono. Un quadro dei fratelli della costa al tempo stesso crudamente realistico e oggettivamente pittoresco, ma documentato con serietà. Quasi l'antitesi del romanticismo salgariano, e dell'abbondante saggistica che ha letto l'epopea dei pirati della tortuga in chiave di rivolta libertaria. Lo sfondo ambientale sono isolette suggestive, mari cristallini, sabbie bianchissime, città costiere protette da banchi di corallo. Chi ha detto che l'inferno abbia colori cupi?
Da stevenson a salgari, i grandi della letteratura sono sempre stati attratti dal tema dei pirati, diventato sinonimo stesso di avventura, esplorazione, coraggio. Anche valerio evangelisti, il celebre creatore dell'inquisitore eymerich, non è sfuggito al loro fascino e ha scritto i tre romanzi qui raccolti, ricchi di emozionanti vicende e basati su una rigorosa ricostruzione storica. Tortuga, veracruz e cartagena, ambientati negli ultimi decenni del seicento, raccontano i gloriosi atti conclusivi dell'epopea dei filibustieri di stanza nei caraibi, tra abbordaggi, rapimenti, episodi di ferocia e di abnegazione, passioni amorose divoranti, cameratismo e rivalità su vascelli sovraccarichi in cui il sangue si mescola al sudore. Ma, all'alba del xviii secolo, il tempo dei pirati sembra giunto al termine. Ormai superati dalla storia, i fratelli della costa che hanno terrorizzato i caraibi per cinquant'anni non spariranno, ma saranno chiamati a un differente destino.
Valerio evangelisti ripercorre la formazione del messico come stato moderno in un romanzo storico di ampio respiro. Dalla rivolta dei messicani in texas nella metà dell'ottocento la vicenda si dilata, spostandosi in messico per abbracciare la lotta di benito juárez contro massimiliano d'austria, la dittatura di porfirio díaz, la modernizzazione forzata del paese, le rivolte contadine, le stragi e le deportazioni di indigeni, fino ad arrestarsi alla soglia della rivoluzione. Filo conduttore, il rapporto contraddittorio di odio e amore tra messico e stati uniti; ma anche il lento formarsi di un'identità nazionale e di una cultura unitaria adatta a darle espressione. Il tutto visto attraverso le vicende di molti personaggi (spesso realmente vissuti).