Anno domini 476. Nella pianura fra pavia e piacenza, una coltre di nebbia ricopre il paesaggio. Ad un tratto un'orda di cavalieri barbari emerge dalla foschia e si abbatte sul campo della legio nova invicta, leggendario baluardo della romanità a difesa di romolo augustolo, un ragazzo di tredici anni, l'ultimo imperatore romano d'occidente. Ma non tutti muoiono nel massacro. Dal campo risorge un gruppo di legionari che paiono immortali. A loro si aggiunge livia prisca, formidabile guerriera. La loro disperata missione è liberare romolo augustolo insieme a meridius ambrosinus, il suo enigmatico precettore, anche a costo della vita.
Atene, 1973: mentre scoppia la rivoluzione studentesca di piazza del politecnico, un eminente archeologo muore misteriosamente dopo aver trovato il vaso d'oro del mitico indovino tiresia. Dieci anni più tardi la grecia è sconvolta dal susseguirsi di misteriosi quanto efferati omicidi. Riti annunciati da oscure profezie che sembrano giunte a compiersi. Che cosa lega quei fatti ai moti studententi del '73? E come interpretare il segreto del vaso di tiresia? Lo scopriremo solo alla fine di questo romanzo imprevedibile in cui, tra passato leggendario e crudo presente, si riannodano i fili di una millenaria avventura.
L'armata macedone varca l'eufrate e il tigri per raggiungere babilonia. La reggia di persepoli, il palazzo più bello del mondo, viene data alle fiamme: si conclude così la vicenda di un antico impero e si apre un'era nuova. Il progetto di un mondo senza greci né barbari e di una sola patria per un solo popolo è davanti agli occhi di alessandro. Ma gloria, onore, ricchezza generano anche invidia, timore e rancore. E il re onnipotente è trascinato in un vortice di violenza e di sangue. Soltanto l'amore può essergli d'aiuto. Sarà lei, roxane, l'inantatrice, la regina a dare ad alessandro il coraggio di spingersi verso l'india misteriosa, il limite estremo.
Atene, 1973: mentre scoppia la rivoluzione studentesca di piazza del politecnico, un eminente archeologo muore misteriosamente dopo aver trovato il vaso d'oro del mitico indovino tiresia. Dieci anni più tardi la grecia è sconvolta dal susseguirsi di misteriosi quanto efferati omicidi. Riti annunciati da oscure profezie che sembrano giunte a compiersi. Che cosa lega quei fatti ai moti studenteschi del '73? E come interpretare il segreto del vaso di tiresia? Lo scopriremo solo alla fine di questo romanzo imprevedibile in cui, tra passato leggendario e crudo presente, si riannodano i fili di una millenaria avventura.
In una narrazione che dal mito conduce fino alla progressiva affermazione di atene quale potenza egemone del mediterraneo, si incontrano nomi come zeus, atena, teseo, dedalo, pericle, socrate, fidia. Dei ed eroi, ma soprattutto poeti, filosofi e condottieri che sono stati artefici di un'età irripetibile di tragedia, splendore e libertà. Sono loro i protagonisti del romanzo d atene che tra battaglie e capolavori d'arte, tra filosofia e teatro, porta i lettori alla scoperta di una civiltà che costituisce da più di duemila anni il modello di riferimento per tutto il mondo occidentale.
Atene, 1973: mentre scoppia la rivoluzione studentesca di piazza del politecnico, un eminente archeologo muore misteriosamente dopo aver trovato il vaso d'oro del mitico indovino tiresia. Dieci anni più tardi la grecia è sconvolta dal susseguirsi di misteriosi quanto efferati omicidi. Riti annunciati da oscure profezie che sembrano giunte a compiersi. Che cosa lega quei fatti ai moti studenteschi del '73? E come interpretare il segreto del vaso di tiresia? Lo scopriremo solo alla fine di questo romanzo imprevedibile in cui, tra passato leggendario e crudo presente, si riannodano i fili di una millenaria avventura.
Dionisio, poco più che ventenne, combattente dell'esercito siracusano, è costretto ad assistere allo spaventoso massacro di selinunte, splendida città greca al confine con la provincia cartaginese, a causa delle titubanze del governo democratico. Lo sdegno e la rabbia alimentano in lui tre ferree convinzioni: le democrazie sono inefficienti; i cartaginesi sono i mortali nemici dell'ellenismo e devono essere sradicati dalla sicilia; l'unico uomo in grado di condurre a termine una tale impresa è lui stesso. Dionisio vuole trasformare la sicilia in un'isola greca, e per realizzare il suo progetto è disposto a travolgere qualunque ostacolo. Inizia così l'avventura di un uomo che costituì il più grande esercito dell'antichità.
Valerio massimo manfredi, con questo nuovo libro, ci ricorda che essere italiani, appartenere a questo popolo e vivere sul suo territorio, ci consente gioie inestimabili, ma al contempo ci impone una continua ridefinizione del nostro 'sentimento italiano'. Si può ancora parlare di spirito di un popolo senza inciampare in goffi anacronismi? In particolare, è ancora possibile per noi italiani richiamare le meraviglie della nostra storia, ammirarle di viva ammirazione perché orientino ancora il nostro presente e il futuro delle generazioni a venire? Valerio massimo manfredi, con questo nuovo libro, ci ricorda che essere italiani, appartenere a questo popolo e vivere sul suo territorio, ci consente gioie inestimabili, ma al contempo ci impone una continua ridefinizione del nostro 'sentimento italiano'.
Anatolia, 260 d. C . L'assedio dei persiani ha stremato la resistenza della città romana di edessa, l'imperatore valeriano è stato catturato insieme al capo della sua guardia personale, marco metello aquila, eroe dell'impero e leggenda vivente, e ad altri dieci dei suoi uomini più valorosi. Marciranno ai lavori forzati, in una miniera da cui nessuno è mai riuscito a evadere. Ma c'è chi conosce quei cunicoli bui: metello e i suoi fuggono e trovano rifugio in un'oasi dove èatteso un misterioso personaggio braccato dai persiani. I romani ne diventano la milizia privata con il compito di scortarlo nel mitico regno della seta, la cina. Ha inizio così un'epopea straordinaria attraverso le foreste dell'india, le montagne dell'himalaya, i deserti dell'asia centrale: un viaggio favoloso al termine del quale marco metello scoprirà di non essere il primo romano ad aver raggiunto quel mondo remoto.
È un giorno di sole quando armin chiama suo fratello wulf, per mostrargli un prodigio: la costruzione della 'strada che non si ferma mai'. Una meraviglia che li lascia senza fiato, il miracolo tecnico dei nemici romani, capaci di creare dal nulla una strada che attraversa foreste, fiumi, paludi e non devia nemmeno davanti alle montagne. Improvvisamente i due sentono dei rumori: è una pattuglia romana. Armin e wulf sono catturati dai soldati. Nel loro destino però non c'è la morte, né la schiavitù. Perché armin e wulf sono figli di re. Sigmer, il loro padre, è un guerriero terribile e fiero, principe germanico rispettato e amato dalla sua tribù. La sua sola debolezza era l'amicizia segreta con druso, il grande nemico, il generale romano precocemente scomparso che sigmer, di nascosto, ha imparato a conoscere e ad ammirare. I due giovani devono abbandonare la terra natale e il padre per essere condotti a roma. Sono principi, per quanto barbari. Saranno educati secondo i costumi dell'impero fino a diventare comandanti degli ausiliari germanici delle legioni di augusto. Sotto gli occhi dell'inflessibile centurione tauro, impareranno una nuova lingua, adotteranno nuove abitudini, un modo diverso di pensare. E come possono armin e wulf, cresciuti nei boschi, non farsi incantare dai prodigi di roma? I due ragazzi diverranno arminius e flavus, cittadini romani. Ma il richiamo del sangue è davvero spento in loro? La fedeltà agli avi può portare alla decisione di tradire la terra che li ha adottati?