Un saggio imprescindibile per capire il novecento e ricostruire un'antropologia dell'uomo contemporaneo. «se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte e oscurate: anche le nostre» – primo levi quali sono le strutture gerarchiche di un sistema autoritario e quali le tecniche per annientare la personalità di un individuo? Quali rapporti si creano tra oppressori e oppressi? Chi sono gli esseri che abitano la «zona grigia» della collaborazione? Come si costruisce un mostro? Era possibile capire dall'interno la logica della macchina dello sterminio? Era possibile ribellarsi? E ancora: come funziona la memoria di un'esperienza estrema? Le risposte dell'autore di se questo è un uomo nel suo ultimo e per certi versi più importante libro sui lager nazisti.
Nelle fonti tra vi e xi secolo, l'espressione 'tempi barbarici' indica i periodi di profondo cambiamento in cui si tenta faticosamente di trovare un nuovo equilibrio. Oggetto di un'intensa ricerca internazionale, l'alto medioevo appare adesso molto lontano dal quadro ottocentesco, che vedeva i barbari nel ruolo di fondatori delle nazioni europee oppure di distruttori della civiltà. Si è riconosciuta la sua importanza come momento delle origini del potere del papa e della nascita dell'islam, dell'emergere di nuovi modelli maschili (i valori militari invece dell'otium) e di spazi per l'esercizio del potere pubblico da parte delle donne. Al suo interno agirono forze vecchie e nuove: i soldati barbari dell'esercito tardo romano si affermarono come nuovo gruppo di potere e i monaci irlandesi proposero la propria peregrinano come segno di santità. Pure lo stato si trasformò, dal modello romano regolato dalle imposte a uno in cui il rapporto di amicizia o di conflitto col re rappresentava il fattore decisivo, finché, durante la fase carolingia, si tentò di ricreare di nuovo un impero, basato sulla collaborazione fra il potere pubblico e l'ecclesia. Se l'alto medioevo resta ancora lo specchio delle domande che ci poniamo di fronte a ogni cambiamento epocale, le sue fonti ci invitano a interrogarci sulla sua storia, a comprenderne la lontananza e a osservarlo dalla giusta distanza.
Nessuna città ha un nome così evocativo: appena lo pronunci l'oriente t'assale. Samarcanda è l'estrema tra le alessandrie fondate dal re macedone; è la città delle fortezze e dei sepolcri; è il nodo carovaniero sulla via della seta, il maggior raccordo commerciale di terra fra cina ed europa; è la sede del gur-amir, tempio e santuario, centro del mondo dalla cupola turchese sotto la quale il grande tamerlano dorme per sempre. Parla una lingua in cui coesistono e si contrappongono tre alfabeti - cirillico, latino, arabo - come specchio della lotta tra chi ancora guarda al vecchio colonizzatore russo, chi sostiene l'islamizzazione e chi vorrebbe giocare sino in fondo la carta dell'occidente.
Uno dei più celebri ed emozionanti diari della grande guerra, gremito di personaggi e di episodi, dal quale emerge tutta la drammaticità e l'umanità della vita in montagna e nelle trincee: l'orrore della prima linea contrapposto al raggelante distacco degli alti comandi e delle retrovie, la morte e la giovinezza, il valore e il mugugno. Cronache scritte in presa diretta da un giornalista di rango che raccontano un mondo dove hanno posto le stragi e il desiderio delle donne, le bevute, l'arrivo della posta, la malinconia, l'eroismo estremo e la bellezza dei boschi e dei monti. Monelli non predica e non denuncia ma, semplicemente, racconta a volte amare verità, come la fucilazione di soldati, a volte episodi divertenti e ilari. Cronache, appunto, di gaie e tristi avventure di alpini, di muli e di vino.
E' l'africa il continente in cui la razza umana ha messo le sue prime radici. Ed è l'africa la terra che john reader ha calcato e raccontato per oltre quarant'anni. Con questo libro l'autore intraprende un viaggio alla scoperta di un grande continente e dalla sua storia, dalle prime formazioni geologiche all'inizio della vita, dai crimini del colonialismo bianco alle guerre civili e ai genocidi di oggi, dalle vicende dei popoli ai ritratti delle figure più carismatiche.
'come si viveva nell'impero romano? Che tipo di persone avremmo incontrato nelle sue città? Come sono riusciti i romani a creare un impero così grande, unendo popolazioni e luoghi così diversi? Il libro che avete in mano è, idealmente, la prosecuzione di 'una giornata nell'antica roma'. Lì si raccontava la vita quotidiana nella capitale attraverso lo scandire delle ventiquattro ore. Ora immaginate di alzarvi la mattina seguente e di partire per un viaggio attraverso tutto l'impero. Per compiere questo viaggio basterà seguire un sesterzio. Soffermandoci sulle persone che via via entrano in possesso della moneta, scopriremo i loro volti, le loro sensazioni, il loro modo di vivere, le loro abitudini, le loro case. Il viaggio è ipotetico, ma del tutto verosimile. I personaggi che incontreremo sono realmente vissuti in quel periodo e in quei luoghi. I loro nomi sono veri e svolgevano effettivamente quel mestiere. Tutto è il frutto di un lavoro di ricerca su stele tombali, iscrizioni e testi antichi. Allo stesso modo, pressoché tutte le battute che sentirete pronunciare da tali personaggi sono 'originali': provengono infatti dalle opere di famosi autori latini come marziale, ovidio o giovenale. E tappa dopo tappa, scoprendo il 'dietro le quinte' dell'impero, ci accorgeremo di quanto il mondo dei romani, la prima grande globalizzazione della storia, fosse in fondo molto simile al nostro. ' (alberto angela)
In questo libro alessandro barbero ci offre una nuova ricostruzione della battaglia e il racconto appassionante di un fatto storico che ancora ci interroga sul nostro essere una nazione. Da cent'anni la disfatta di caporetto suscita le stesse domande: fu colpa di cadorna, di capello, di badoglio? I soldati italiani si batterono bene o fuggirono vigliaccamente? Ma il vero problema è un altro: perché dopo due anni e mezzo di guerra l'esercito italiano si rivelò all'improvviso così fragile? L'italia era ancora in parte un paese arretrato e contadino e i limiti dell'esercito erano quelli della nazione. La distanza sociale tra i soldati e gli ufficiali era enorme: si preferiva affidare il comando dei reparti a ragazzi borghesi di diciannove anni, piuttosto che promuovere i sergenti – contadini o operai – che avevano imparato il mestiere sul campo. Era un esercito in cui nessuno voleva prendersi delle responsabilità, e in cui si aveva paura dell'iniziativa individuale, tanto che la notte del 24 ottobre 1917, con i telefoni interrotti dal bombardamento nemico, molti comandanti di artiglieria non osarono aprire il fuoco senza ordini. Un paese retto da una classe dirigente di parolai aveva prodotto generali capaci di emanare circolari in cui esortavano i soldati a battersi fino alla morte, credendo di aver risolto così tutti problemi.
Il conflitto in medio oriente risale agli ultimi decenni dell'ottocento, quando nacque il movimento sionista fondato da theodor herzl. Eppure di questo rovinoso confronto si è quasi sempre parlato nella prospettiva dell'attualità, senza cercare di approfondire le ragioni secolari. Morris ricostruisce le fasi del conflitto, ne analizza i presupposti ideologici, dà conto delle profonde differenze religiose, etniche e culturali fra gli immigrati ebrei e le popolazioni arabe che da decenni convivono in palestina. Una una storia di uomini dove giganteggiano personaggi come haji amin al-husayni, david ben-gurion, anwar sadat, menachem begin.
Questo è un libro di storia e d'amore. Ci fa immergere in un mondo lontano e affascinante, condotti dal filo della nostra curiosità. Cerca di rispondere alle domande più frequenti e insolite sull'amore e il sesso al tempo dei romani.
Vincitore premio bancarella 1963«il libro che, meglio di ogni altro, ha raccontato la battaglia simbolo della guerra sul fronte d'africa. » il destino di paolo caccia dominioni, soldato e ingegnere, umanista, esploratore e scrittore, è indissolubilmente legato al nome di un luogo perso nelle sabbie del deserto africano: alamein. Il primo viaggio nel 1933, poi il ritorno durante la epocale battaglia del secondo conflitto mondiale, infine la lunga ricerca dei corpi dei cinquemila soldati italiani caduti. Caccia dominioni racconta in questo straordinario libro le vicende del battaglione italiano che fu al centro dello scontro e ne ripercorre l'odissea attraverso le tragiche storie dei due unici superstiti: il comandante e un soldato semplice.