'malamore è un libro del 2008 e ha una forza che cresce col passare degli anni: cresce perché resta intatta, nel tempo, la vera domanda che lo anima. E la domanda non è perché gli uomini si sentano tanto spesso autorizzati a esercitare violenza - verbale, fisica, psicologica - sulle donne che sostengono di amare. La vera questione - mi pare, piuttosto - è perché le donne non siano in grado di respingere la violenza, quando la riconoscono. Cosa le induce, cosa ci induce a sopportare il crescendo di umiliazioni, le piccole angherie domestiche, le prepotenze pubbliche che sempre preludono a un epilogo tragico? Cosa ci fa credere di poter cambiare, accogliere, domare la minaccia? C'è una sorta di presunzione, dice l'antica favola che apre questo libro: la topolina si innamora del gatto, convinta che lo renderà vegetariano. C'è un oscuro sentimento profondo che si nutre di sensi di colpa, raccontano le tante storie di donne - celebri, anonime - che come stelle cadenti illuminano la scena del delitto. Esercizi di resistenza al dolore, recita il sottotitolo. Forse la chiave è qui: nella confidenza che le donne hanno col dolore, la palestra che serve a trasformarlo in forza. Ciascuno troverà la sua risposta, leggendo. Troverà qualcosa della sua storia e forse il coraggio di guardarla negli occhi. Se accadesse anche una volta sola, è per quella volta che ho scritto questo libro. ' (concita de gregorio)
Il 20 marzo 1995 in quattro treni della metropolitana di tokyo viene sparso veleno liquido da una setta religiosa, causando dodici morti e migliaia di intossicati. Questo libro è una ricostruzione degli eventi per mezzo delle testimonianze delle persone coinvolte, ma è anche un viaggio nella coscienza collettiva dei giapponesi. Unica opera non narrativa di haruki è composta da due parti: la prima presenta le interviste a quaranta vittime dell'attentato (e ai parenti dei morti). La seconda, nata anni dopo, contiene le interviste ai membri della setta. Le interviste degli uni e degli altri ci mostrano un giappone dominato dall'alienazione.
Se la guerra la raccontano le donne; se a farla raccontare è svetlana aleksievic; se le sue interlocutrici avevano in gran parte diciotto o diciannove anni quando sono corse al fronte per difendere la patria e gli ideali della loro giovinezza contro uno spietato aggressore, allora nasce un libro come questo 22 giugno 1941: l'uragano che hitler ha scatenato verso est comporta per l'urss la perdita di milioni di uomini e di vasti territori e il nemico arriva presto alle porte di mosca. Centinaia di migliaia di donne vanno a integrare i vuoti di effettivi e alla fine saranno un milione: infermiere, radiotelegrafiste, cuciniere, ma anche soldati di fanteria, addette alla contraerea e carriste, genieri sminatori, aviatrici, tiratrici scelte. Attraverso un lavoro di anni e centinaia di conversazioni e interviste, l'autrice ha ricostruito il volto della guerra al femminile, che ''ha i propri colori, odori, una sua interpretazione dei fatti ed estensione dei sentimenti e anche parole sue''.
Nel 1940, mentre la polonia veniva inglobata nel terzo reich e per gli ebrei polacchi iniziava una tragica parabola che avrebbe avuto una conclusione terribile, emanuel ringelblum fondò a varsavia un'organizzazione clandestina votata a raccogliere e conservare tutti i documenti che potevano raccontare la storia della comunità ebraica sotto i nazisti. Man mano che la soluzione finale si sviluppava, lui e i suoi compagni misero insieme un archivio preziosissimo e insieme spaventoso, in cui si trova la cronaca della graduale distruzione di un popolo. Nonostante arresti, deportazioni e uccisioni, l'archivio continuò a crescere durante tutta la seconda guerra mondiale e anche se il suo ideatore scomparve, come tutta la sua famiglia, nei campi di sterminio nazisti, prima della fine riuscì a mettere in salvo migliaia di documenti nascondendoli in bidoni per il latte e in scatole di alluminio. Dopo la fine della guerra, solo tre delle molte persone che avevano lavorato all'archivio erano sopravvissute, ma la testimonianza di quella incredibile raccolta non era andata perduta.
Il 20 marzo 1995 in quattro treni della metropolitana di tokyo viene sparso veleno liquido da una setta religiosa, causando dodici morti e migliaia di intossicati. Questo libro è una ricostruzione degli eventi per mezzo delle testimonianze delle persone coinvolte, ma è anche un viaggio nella coscienza collettiva dei giapponesi. Unica opera non narrativa di haruki è composta da due parti: la prima presenta le interviste a 40 vittime dell'attentato (e ai parenti dei morti). La seconda, nata anni dopo, contiene le interviste ai membri della setta. Le interviste degli uni e degli altri ci mostrano un giappone dominato dall'alienazione.
Molti interrogativi riguardo ai grandi capovolgimenti della storia qui trovano inquietanti risposte. I documenti raccolti da svariati ricercatori sono ormai in grado di dimostrare come un super-governo ombra, diretto dall'alta finanza internazionale, coordina da tempo le azioni e i programmi dei nostri rappresentanti di ogni colore politico per realizzare disegni di dominio assoluto, di globalizzazione. Si tratta di ciò che la massoneria ama eufemisticamente definire 'nuovo ordine mondiale', un piano secolare che contempla la concentrazione di tutte le risorse del pianeta nelle mani di una infima élite di super-banchieri. Solo conoscendo i retroscena e gli obiettivi delle società occulte a cui sono appartenuti e appartengono tutt'ora tutti i maggiori protagonisti della storia possiamo provare a comprendere realmente il passato, il presente, e forse anche il nostro futuro. Un'analisi dettagliata e approfondita del vero ruolo esercitato dalle società segrete nel corso della storia. Un libro esplosivo che fa finalmente luce su eventi epocali, come i conflitti mondiali, il terrorismo internazionale e la nascita delle grandi ideologie. È solo fantapolitica, come amano farci credere le versioni ufficiali?
Un'indagine senza precedenti che ci mostra come il vuoto di dati di genere abbia creato un pregiudizio pervasivo e latente che ha un riverbero profondo, a volte perfino fatale, sulla vita delle donne. «un libro che tutti i maschi dovrebbero leggere». - financial times«invisibili mostra che le vittime della discriminazione, conscia o inconscia, non sono solo le donne, ma la società» - paola de carolis, sette perché nei bagni delle donne c'è sempre la coda e in quelli dei maschi no? Perché i medici spesso non sono in grado di diagnosticare in tempo un infarto in una donna? Perché, negli incidenti stradali, le donne rischiano di piú degli uomini? Un libro rivoluzionario ed estremamente rivelatorio che vi farà vedere il mondo con altri occhi. «un libro che tutti i maschi dovrebbero leggere». Financial times in una società costruita a immagine e somiglianza degli uomini, metà della popolazione, quella femminile, viene sistematicamente ignorata. A testimoniarlo, la sconvolgente assenza di dati disponibili sui corpi, le abitudini e i bisogni femminili. Come nel caso degli smartphone, sviluppati in base alla misura delle mani degli uomini; o della temperatura media degli uffici, tarata sul metabolismo maschile; o della ricerca medica, che esclude le donne dai test «per amor di semplificazione». Partendo da questi casi sorprendenti ed esaminandone moltissimi altri, caroline criado perez dà vita a un'indagine senza precedenti che ci mostra come il vuoto di dati di genere abbia creato un pregiudizio pervasivo e latente che ha un riverbero profondo, a volte perfino fatale, sulla vita delle donne.
Un libro rivoluzionario, che pone alcune domande essenziali: l'italia è un caso unico o anticipa quanto accadrà su larga scala in occidente? E, soprattutto, qual è il futuro di una società in cui molti consumano e pochi producono? Come può una società signorile essere anche di massa? Con questa paradossale definizione, luca ricolfi introduce una nuova, forse definitiva, categoria interpretativa, che scardina le idee correnti sulla società in cui viviamo. Oggi, per la prima volta nella storia d'italia, ricorrono insieme tre condizioni: il numero di cittadini che non lavorano ha superato ampiamente il numero di cittadini che lavorano; l'accesso ai consumi opulenti ha raggiunto una larga parte della popolazione; l'economia è entrata in stagnazione e la produttività è ferma da vent'anni. Questi tre fatti, forse sorprendenti ma documentabili dati alla mano, hanno aperto la strada all'affermazione di un tipo nuovo di organizzazione sociale, che si regge su tre pilastri: la ricchezza accumulata dai padri, la distruzione di scuola e università, un'infrastruttura di stampo para-schiavistico.
L'olocausto americano iniziò nel momento stesso della scoperta del nuovo mondo. Poche ore dopo aver toccato terra nel 1492 colombo aveva già catturato sei nativi, dei quali scrisse che «dovrebbero essere buoni schiavi e sarebbero facilmente divenuti cristiani». Il genocidio vero e proprio iniziò poi a hispaniola nel 1494: nel giro di pochi mesi le malattie, i soldati, i preti e i cani da caccia del «portatore di cristo» avevano sterminato cinquantamila «indiani», e in vent'anni gli otto milioni di abitanti dell'isola erano scomparsi. È così che david stannard, dopo una prima parte dedicata alla ricostruzione delle culture native delle americhe prima della loro scoperta da parte dell'uomo europeo, fornisce tutti gli elementi di fatto necessari per capire la dimensione umana della distruzione prodotta su scala continentale dalla violenza e dalla introduzione di malattie mortali nel nuovo mondo. Descrive poi il contesto ideologico e sociale di quelle che furono eufemisticamente chiamate le guerre indiane negli stati uniti per interrogarsi infine sul razzismo e sul genocidio come componenti fondamentali, non ancora superate, della civiltà euro-americana. All'approfondita ricostruzione storica si accompagna così un'appassionata riflessione che mette nella sua giusta prospettiva più recenti olocausti.