Attratto da una forza misteriosa, danny martine torna nel mondo di estasia e inizia una seconda avventura traboccante di misteri ed enigmi da risolvere, mostri da sconfiggere e nuove emozioni da capire. Già, perché scoprirà che c'è qualcosa - ma sarebbe meglio dire qualcuno! - che può fargli battere il cuore velocissimo. Estasia è sconvolta dalla setta delle ombre, gli abitanti sono vittime di un sortilegio, cathbad è lontano e della regina non si sa più nulla: per risolvere la situazione è indispensabile trovare la stele di cromina. Nuovi compagni e alcuni vecchi amici aiuteranno danny nella sua missione, ma lui dovrà affrontare da solo i momenti cruciali, e in questa estasia sconvolta dal male riconoscerà molti problemi ed eccessi del nostro mondo. Giunto alla fine, dovrà fare una scelta, la più diffìcile.
Per la prima volta, oscar pistorius racconta la sua storia straordinaria di ragazzo normale: gli scatenati giochi d'infanzia, il primo amore, le varie esperienze sportive con il tennis, la pallanuoto, il rugby e infine l'atletica leggera, in cui ha ottenuto risultati che mai nessun amputato aveva raggiunto. E poi le difficoltà - sempre superate grazie al sostegno di una famiglia che gli ha insegnato il coraggio, l'orgoglio e l'ironia -, i momenti bui, la dura battaglia per conquistare il diritto a poter partecipare alle olimpiadi, e in assoluto a non essere considerato un atleta disabile, ma semplicemente un atleta. E un uomo. Perché, come dice lui, 'tutti abbiamo una disabilità. Magari un problema mentale o fisico. Ma possediamo anche milioni di altre abilità, di talenti che ci possono permettere di superare i nostri limiti e le difficoltà'. Questo è il suo sogno. Il sogno che ciascuno di noi dovrebbe avere.
Agosto, 1965. Los angeles è scossa dalla rivolta di watts. Easy rawlins non vi ha partecipato, ma conosce troppo bene il retaggio di razzismo che avvolge la metropoli per non comprendere le ragioni di chi ha saccheggiato e distrutto al grido di burn, baby, burn. La polizia bianca, però, ha bisogno dei suoi servigi. Durante i tumulti non sono morte trentatré persone, come dichiarano le fonti ufficiali: c'è un'altra vittima, nola payne, una giovane nera che tutti chiamavano little scarlet. La vecchia zia l'ha trovata barbaramente uccisa, e il misterioso visitatore è scomparso senza lasciare traccia. Il colpevole va trovato al più presto, prima che la notizia di una nera uccisa probabilmente da un bianco si diffonda e riaccenda gli animi.
In un reportage di grande intensità e ferocia antonio moresco racconta un viaggio tra i rom di slatina e listeava in romania, tra persone costrette a vivere in case di fango o dentro buche scavate nel terreno, ai confini del modo 'civilizzato', dentro quella fascia di miseria che attraversa il ventre dell'europa: 'tutto questo perché? Per quale ragione? Per quale disegno? Per quale sogno? ' . Nel suo linguaggio irruente e abnorme, come abnorme è la realtà che descrive, l'autore trascina i suoi lettori in una delle contraddizioni più acute di questo secolo. Il racconto procede in un dialogo ininterrotto con i compagni di viaggio, l'occhio fisso sui marciapiedi della civiltà, dove gli zingari, uomini e donne che non stanno mai fermi, sono la nostra parte più miserabile, più individualista e fatalista: 'questo misto di libertà e opportunismo, di fierezza e di infingardaggine, di irriducibilità e di parassitismo, di anarchismo e fascismo' sono noi eppure sono anche assolutamente altro. C'è qualcosa nella loro presenza di inspiegabile e sfuggente, di infinitamente arcaico eppure duttile. È lì che moresco conduce il lettore, sulla soglia del silenzio. Lì dove arrivano anche le fotografie di giovanni giovannetti che chiudono il libro.
Londra, 1842. Matilda è una povera fioraia nell'affollato mercato di covent garden. Ma un giorno la sua esistenza prende una svolta inaspettata: salva la vita della piccola tabitha, figlia del reverendo milson, e i genitori riconoscenti le offrono la possibilità di trasferirsi insieme a loro in america. Dai fumosi sobborghi londinesi matilda si trova catapultata dapprima nell'affollata new york, quindi nelle sterminate pianure del west, infine nella san francisco della corsa all'oro. Tentando di costruire una vita migliore per sé e per tabitha nel paese della libertà, matilda conoscerà la passione e la sofferenza. Ma sarà l'incontro con il capitano james russell a rivelarle l'amore vero. Un sentimento che resiste alla lontananza, alla guerra e ai pregiudizi. È un difficile cammino quello di matilda, un percorso che le insegnerà come la vita vada affrontata comunque, anche nel dolore più cupo, tra le difficoltà più aspre. L'importante è non voltarsi mai indietro.
Corre l'anno 878 e re alfredo ha appena liberato il wessex dagli invasori vichinghi. Alla sua vittoria ha contribuito uhtred, che ora, disgustato dalia grettezza del sovrano e dal suo atteggiamento estremamente bigotto, decide di lasciare il paese e di dirigersi a nord per vendicare il padre adottivo, barbaramente ucciso, e liberarne la figlia, prigioniera dell'assassino del padre, kjartan, un danese rinnegato che vive nell'imprendibile fortezza di dunholm e che da sempre è nemico giurato di uhtred. Arrivato a nord, il giovane trova la regione in rivolta, immersa nel caos e nel terrore. Lui può contare solo su hild, una monaca sassone che ha rinunciato alla vocazione, e sulla propria spada. Finché il caso non gli fa incontrare un manipolo di uomini comandati da un giovane schiavo autoproclamatosi re di northumbria. In un mondo dai confini mutevoli dove regnano il caos e bizzose divinità, in una terra contesa tra i signori della guerra in cui il più prezioso alleato può trasformarsi in un nemico più gelido dell'aspro vento del nord, la follia può rivelarsi l'unica arma vincente.
Maggio 1940. Le truppe della wehrmacht dilagano in belgio e minacciano i confini della francia. Dalle ardenne sciami di profughi lasciano le loro case prendendo d'assalto i pochi treni disponibili. Nel carro bestiame di un convoglio che procede lentissimo verso la rochelle, un uomo mediocre, miope e di salute cagionevole, un uomo con una piccola vita mediocre e mediocremente serena, incontrerà una donna di cui non saprà altro, nelle poche settimane che passeranno insieme, se non che è una cèca di origine ebrea, e che è stata in prigione a namur. Fra loro, all'inizio del viaggio che li porterà fino alla rochelle, non ci sono che sguardi, ma un po' alla volta, senza che nulla sia stato detto, le due solitarie creature diventano inseparabili; finché, durante la prima notte che passano l'una accanto all'altro sulla paglia per terra, confusi fra altri corpi sconosciuti, accadrà qualcosa di inimmaginabile. Sarà l'inizio di una passione amorosa che li isolerà da tutto ciò che accade intorno a loro (l'occupazione tedesca, i convogli di sfollati, il tendone da circo che li ospita insieme ad altre decine di profughi), chiudendoli in un bozzolo fatto di desiderio, di gioco e di una scandalosa, disperata, effimera felicità.
Meg, una ragazza di tredici anni, vive in una metropoli contemporanea e non sa affatto di essere una strega. Una sera le accade un fatto sconvolgente: inseguita da una ragazza che si trasforma in lupo, viene salvata da un formidabile orso bianco che si rivela una maga pronta a trasmetterle il proprio potere magico per affidarle un compito importantissimo. Meg dovrà viaggiare nel tempo e salvare le streghe che l'hanno preceduta nei secoli, le sue sei antenate, che un potentissimo mago malvagio, in epoche e paesi diversi, ha perseguitato ed eliminato. Riuscirà meg a salvare tutte le streghe e a sconfiggere il mago in un terribile scontro finale? Età di lettura: da 13 anni.
«ho appena terminato un grande romanzo a cui ho lavorato per quasi dieci anni. » scriveva nel 1960 vasilij grossman, scrittore noto in patria sin dagli anni trenta (e fra i primi corrispondenti di guerra a entrare, al seguito dell'armata rossa, nell'inferno di treblinka). Non sapeva, grossman, che in quel momento il manoscritto della sua immensa epopea (che aveva la dichiarata ambizione di essere il guerra e pace del novecento) era già all'esame del comitato centrale. Tant'è che nel febbraio del 1961 due agenti del kgb confischeranno non solo il manoscritto, ma anche le carte carbone e le minute, e perfino i nastri della macchina per scrivere: del «grande romanzo» non deve rimanere traccia. Gli occhiuti burocrati sovietici hanno intuito subito quanto fosse temibile per il regime un libro come vita e destino: forse più ancora del dottor Živago. Quello che può sembrare solo un vasto, appassionante affresco storico si rivela infatti, ben presto, per ciò che è: una bruciante riflessione sul male. Del male (attraverso le vicende di un gran numero di personaggi in un modo o nell'altro collegati fra loro, e in mezzo ai quali incontriamo vittime e carnefici, eroi e traditori, idealisti e leccapiedi – fino ai due massimi protagonisti storici, hitler e stalin) vasilij grossman svela con implacabile acutezza la natura, che è menzogna e cancellazione della verità mediante la mistificazione più abietta: quella di ammantarsi di bene, un bene astratto e universale nel cui nome si compie ogni atrocità e ogni bassezza, e che induce a piegare il capo davanti alle sue sublimi esigenze. «libri come vita e destino» ha scritto george steiner «eclissano quasi tutti i romanzi che oggi, in occidente, vengono presi sul serio».