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Classifica Libri CATEGORIA (E SOTTOCATEGORIE)
Archeologia

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Libri in questa classifica: 379

Pagina 26 di 38

Posizione in classifica: 251

Manuale Di Storia Medioevale

Andrea Zorzi

Archeologia - Dalla preistoria

Manuale Di Storia Medioevale
Mille anni di storia dividono la fine del mondo antico e l'inizio dell'età moderna: un'età di mezzo che si usa chiamare medioevo. Su di esso grava un forte pregiudizio negativo, come epoca di decadenza, che perdura fino ai nostri giorni. In realtà, il medioevo fu qualcosa di profondamente diverso: la storia del lungo periodo in cui venne formandosi l'identità storica dell'europa come originario incontro di civiltà – quelle romana, barbarica e cristiana – e come confronto continuo con le culture altre con cui venne in rapporto – quelle bizantina e islamica in ambito mediterraneo, ma anche quelle asiatiche e africane. L'autore ricostruisce questo complesso e affascinante periodo in una sintesi chiara e aggiornata, arricchita da un corposo apparato di informazioni di primo riferimento.
Punteggio: 576
                

Ultimo aggiornamento punteggio: 25/06/2021

Posizione in classifica: 252

Il Mio Viaggio Tra I Vinti
Neri, Bianchi E Rossi

Giampaolo Pansa

Archeologia

Il Mio Viaggio Tra I Vinti<br>Neri, Bianchi E Rossi
Gli storici patentati sostengono che i vinti della guerra civile italiana sono soltanto neri, i fascisti della repubblica sociale invece il punto di vista che ho maturato negli anni è del tutto nuovo. Come spiego in questo viaggio, compiuto insieme a adele grisendi, tra gli sconfitti dobbiamo collocare anche i bianchi e soprattutto i rossi. Hanno perso la vita ribelli delle formazioni non soggette all'egemonia del pci, uccisi da sicari che credevano compagni di lotta e non carnefici. Lo stesso è accaduto ad antifascisti cattolici e a socialisti che rifiutavano di sottomettersi ai comunisti. E non accettavano che la resistenza diventasse l'alibi per imporre una dittatura rossa al posto di quella nera. Due volte vinti sono i partigiani delle garibaldi riparati in paesi dell'est, per sfuggire alla giustizia italiana del dopoguerra. Molti di loro finirono rinchiusi in gulag disumani come goli otok, l'isola calva, dove il maresciallo tito torturava i suoi ex compagni colpevoli di essere rimasti fedeli a stalin. E infine ci sono le vinte. Madri, figlie, sorelle, mogli colpevoli di avere un famigliare fedele a mussolini e alla sua repubblica. Accusate a torto di essere spie dei tedeschi e umiliate, stuprate, uccise. Quando è tornata la pace, ero vicino ai dieci anni e avevo vissuto anch'io l'aggressione quotidiana di un conflitto interminabile. Ho provato il tormento dei bombardamenti degli angloamericani. Ho passato più di una notte nei rifugi antiaerei, inchiodato come tutti al terrore che il bombardiere solitario, pippo l'aviatore, sganciasse i suoi ordigni sulle nostre teste. Ho scoperto la cattura degli ebrei destinati alle camere a gas naziste, attuata da poliziotti della città che tutti conoscevano, coperti dall'indifferenza dei cristiani. In queste pagine c'è anche il pansa bambino che stava attraversando l'infanzia per approdare alla magica età dell'adolescenza. Di quel tempo mi rimangono immagini impossibili da scordare. Le signore scrutate con desiderio nella modisteria di mia madre. Le confidenze sottovoce tra loro. Gli accenni pudichi agli amori rubati e da tenere segreti. Storie che possono sembrare inventate, in realtà tutte vere. I lettori mi perdoneranno, ma questi sono momenti incancellabili perché rappresentano la mia educazione sentimentale.
Punteggio: 557
                

Ultimo aggiornamento punteggio: 19/01/2022

Posizione in classifica: 253

La Guerra Sporca Dei Partigiani E Dei Fascisti

Giampaolo Pansa

Archeologia - Dalla preistoria

La Guerra Sporca Dei Partigiani E Dei Fascisti
'milioni di persone senza difese nella morsa di due fazioni senza pietà, i partigiani e i fascisti. Nella fase conclusiva del secondo conflitto mondiale, tanti italiani si trovarono scaraventati dentro l'inferno della guerra civile. E scoprirono che non esisteva differenza fra le parti che si scannavano. I partigiani e i fascisti si muovevano nello stesso modo. Alimentando una tempesta di orrori, rappresaglie, esecuzioni, torture, stupri, devastazioni. 'la guerra sporca' descrive il lato oscuro degli anni fra il 1943 e il 1945. Ho voluto narrarlo sfidando quanti strilleranno che il virus del revisionismo mi ha dato alla testa. Eppure che partigiani e fascisti si assomigliassero era una certezza già presente nei racconti di chi aveva vissuto da spettatore inerme un massacro mai visto in casa nostra. Ma questa realtà doveva restare nascosta. La resistenza era diventata una religione intoccabile. Anche parlare di guerra civile era proibito. Nessuno accettava il giudizio di uno scrittore schierato contro il fascismo in spagna: 'la guerra civile è una malattia, si finisce per combattere contro se stessi'. È accaduto anche da noi. ' (giampaolo pansa)
Punteggio: 516
                

Ultimo aggiornamento punteggio: 28/12/2021

Posizione in classifica: 254

Perché L'Italia Amò Mussolini (e Come è Sopravvissuta Alla Dittatura Del Virus)

Bruno Vespa

Archeologia - Dalla preistoria

Perché L"Italia Amò Mussolini (e Come è Sopravvissuta Alla Dittatura Del Virus)
Questo libro racconta la storia di due dittature, quella di benito mussolini e quella del signor covid (come lo chiama l'autore). Si apre con una passeggiata a piazza venezia: stracolma per i grandi proclami del duce negli anni del consenso (1925-1936), deserta durante il drammatico lockdown della primavera 2020. Entrambe le dittature hanno soppresso o limitato la libertà degli italiani (il covid-19, a 2 miliardi di persone), ma se allora mussolini ebbe un'enorme popolarità interna e internazionale, l'italia ha resistito al virus con un odio sordo, sconfiggendolo con la disciplina in primavera e rivitalizzandolo con la confusione in autunno. Nella parte sul fascismo, bruno vespa mostra come, superato il trauma dell'opinione pubblica per il delitto matteotti, mussolini abbia conquistato il consenso mondiale per aver annientato il socialismo filosovietico in occidente, ma anche perché i treni arrivavano in orario e per la bonifica pontina, che ispirò alcune iniziative del presidente americano roosevelt. Gli italiani apprezzarono le grandi opere urbanistiche, la messa in sicurezza dell'economia dopo la crisi del 1929 e, soprattutto, le iniziative sociali: settimana lavorativa di 40 ore, dopolavoro, sostegno alla maternità, colonie marine. La guerra d'etiopia e la nascita dell'impero guadagnarono poi al duce perfino il plauso degli antifascisti. Ma il vespa storico racconta anche la vita privata di mussolini, dalla condizione di separato in casa a villa torlonia alle innumerevoli amanti frequentate anche durante la lunga relazione con claretta petacci. Nella parte sul covid ritroviamo il grande cronista, che ha voluto osservare con i propri occhi lo strazio di codogno, nembro, alzano, le terapie intensive e il cimitero di bergamo, parlando con sindaci, medici, sacerdoti, cittadini che hanno visto sconvolta la loro vita. Vespa mette a confronto le opinioni di eminenti scienziati, ironizza sui virologi da talkshow e prova a distinguere tra allarme e allarmismo, che nell'autunno 2020 ha davvero rischiato di mettere in ginocchio il paese. Negli ultimi capitoli, incontra il presidente del consiglio giuseppe conte e tutti i leader politici, testandone la capacità di utilizzare l'enorme quantità di denaro messo a disposizione dall'europa per rilanciare un'italia che non cresce da vent'anni. Conte illustra a vespa i timori per la ripresa dell'epidemia, la speranza di un vaccino ormai prossimo, i suoi rapporti con il potere e la strategia per rilanciare il paese. Segue un'analisi dei mutati rapporti di forza tra un pd rinvigorito dalle elezioni regionali e amministrative d'autunno e un m5s che rischia di perdere casaleggio e di battista. L'imprevedibile movimentismo di renzi e la corsa di calenda a sindaco di roma. La svolta europeista di salvini, la crescita costante di giorgia meloni e la fermezza di berlusconi, uscito dal covid, nel rivendicare il ruolo determinante di forza italia, seppure elettoralmente ridimensionata.
Punteggio: 482
                

Ultimo aggiornamento punteggio: 01/08/2021

Posizione in classifica: 255

Perché LItalia Amò Mussolini (e Come è Sopravvissuta Alla Dittatura Del Virus)

Bruno Vespa

Archeologia - Dalla preistoria

Perché LItalia Amò Mussolini (e Come è Sopravvissuta Alla Dittatura Del Virus)
Questo libro racconta la storia di due dittature, quella di benito mussolini e quella del signor covid (come lo chiama l'autore). Si apre con una passeggiata a piazza venezia: stracolma per i grandi proclami del duce negli anni del consenso (1925-1936), deserta durante il drammatico lockdown della primavera 2020. Entrambe le dittature hanno soppresso o limitato la libertà degli italiani (il covid-19, a 2 miliardi di persone), ma se allora mussolini ebbe un'enorme popolarità interna e internazionale, l'italia ha resistito al virus con un odio sordo, sconfiggendolo con la disciplina in primavera e rivitalizzandolo con la confusione in autunno. Nella parte sul fascismo, bruno vespa mostra come, superato il trauma dell'opinione pubblica per il delitto matteotti, mussolini abbia conquistato il consenso mondiale per aver annientato il socialismo filosovietico in occidente, ma anche perché i treni arrivavano in orario e per la bonifica pontina, che ispirò alcune iniziative del presidente americano roosevelt. Gli italiani apprezzarono le grandi opere urbanistiche, la messa in sicurezza dell'economia dopo la crisi del 1929 e, soprattutto, le iniziative sociali: settimana lavorativa di 40 ore, dopolavoro, sostegno alla maternità, colonie marine. La guerra d'etiopia e la nascita dell'impero guadagnarono poi al duce perfino il plauso degli antifascisti. Ma il vespa storico racconta anche la vita privata di mussolini, dalla condizione di separato in casa a villa torlonia alle innumerevoli amanti frequentate anche durante la lunga relazione con claretta petacci. Nella parte sul covid ritroviamo il grande cronista, che ha voluto osservare con i propri occhi lo strazio di codogno, nembro, alzano, le terapie intensive e il cimitero di bergamo, parlando con sindaci, medici, sacerdoti, cittadini che hanno visto sconvolta la loro vita. Vespa mette a confronto le opinioni di eminenti scienziati, ironizza sui virologi da talkshow e prova a distinguere tra allarme e allarmismo, che nell'autunno 2020 ha davvero rischiato di mettere in ginocchio il paese. Negli ultimi capitoli, incontra il presidente del consiglio giuseppe conte e tutti i leader politici, testandone la capacità di utilizzare l'enorme quantità di denaro messo a disposizione dall'europa per rilanciare un'italia che non cresce da vent'anni. Conte illustra a vespa i timori per la ripresa dell'epidemia, la speranza di un vaccino ormai prossimo, i suoi rapporti con il potere e la strategia per rilanciare il paese. Segue un'analisi dei mutati rapporti di forza tra un pd rinvigorito dalle elezioni regionali e amministrative d'autunno e un m5s che rischia di perdere casaleggio e di battista. L'imprevedibile movimentismo di renzi e la corsa di calenda a sindaco di roma. La svolta europeista di salvini, la crescita costante di giorgia meloni e la fermezza di berlusconi, uscito dal covid, nel rivendicare il ruolo determinante di forza italia, seppure elettoralmente ridimensionata.
Punteggio: 482
                

Ultimo aggiornamento punteggio: 17/10/2023

Posizione in classifica: 256

Le Bugie Della Storia

Piero Melograni

Archeologia - Storia della guerra

Le Bugie Della Storia
Una scelta di dieci menzogne tramandate dagli storici. A partire dalla più grossa: la storia si ripete e serve a prevedere il futuro. Melograni smonta alcune finora indiscusse verità e dimostra prove alla mano che: l'italia doveva essere federata e non unita; la belle epoque fu tutt'altro che un'epoca di pace e di sviluppo; le rivoluzioni scoppiano nei momenti di prosperità, non in quelli di povertà e stenti; la grande guerra non fu determinata da cause economiche; i comunisti mangiavano i bambini; marx non visitò mai una fabbrica; la globalizzazione esiste da secoli; gli italiani non capirono guglielmo marconi. Ogni capitolo è un sintetico e preciso saggio.
Punteggio: 457
                

Ultimo aggiornamento punteggio: 01/12/2023

Posizione in classifica: 257

La Battaglia Che Fermò Limpero Romano
La Disfatta Di Quintilio Varo Nella Selva Di Teutoburgo

Peter S. Wells

Archeologia - Dalla preistoria

La Battaglia Che Fermò Limpero Romano<br>La Disfatta Di Quintilio Varo Nella Selva Di Teutoburgo
Nell'autunno del 9 d. C . , le legioni dell'imperatore augusto subirono una sconfitta devastante nel cuore di una foresta in territorio germanico. Ventimila soldati furono massacrati - oltre ai mercanti, alle donne e ai bambini al seguito dell'esercito - e augusto, sconvolto dal disastroso episodio, ridimensionò l'intero disegno espansionistico di roma. Il confine dell'impero fu riportato lungo il reno, che divenne la linea di demarcazione tra il mondo latino e quello germanico. Protagonisti della battaglia furono publio quintilio varo, legato romano in germania noto per la sua politica oppressiva, e arminio, condottiero germanico a capo del popolo dei cherusci, che concepì l'imboscata nella fitta vegetazione della foresta.
Punteggio: 427
                

Ultimo aggiornamento punteggio: 23/04/2023

Posizione in classifica: 258

La Battaglia Che Fermò L'impero Romano
La Disfatta Di Quintilio Varo Nella Selva Di Teutoburgo

Peter S. Wells

Archeologia - Dalla preistoria

La Battaglia Che Fermò L"impero Romano<br>La Disfatta Di Quintilio Varo Nella Selva Di Teutoburgo
Nell'autunno del 9 d. C . , le legioni dell'imperatore augusto subirono una sconfitta devastante nel cuore di una foresta in territorio germanico. Ventimila soldati furono massacrati - oltre ai mercanti, alle donne e ai bambini al seguito dell'esercito - e augusto, sconvolto dal disastroso episodio, ridimensionò l'intero disegno espansionistico di roma. Il confine dell'impero fu riportato lungo il reno, che divenne la linea di demarcazione tra il mondo latino e quello germanico. Protagonisti della battaglia furono publio quintilio varo, legato romano in germania noto per la sua politica oppressiva, e arminio, condottiero germanico a capo del popolo dei cherusci, che concepì l'imboscata nella fitta vegetazione della foresta.
Punteggio: 427
                

Ultimo aggiornamento punteggio: 13/11/2021

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