Segnalato dalla rivista studio tra le 10 migliori letture dell'anno 2019: «suscitare ammirazione e risentimento nella stessa misura, se non è un libro dell'anno questo, difficilmente può esserlo qualcos'altro. » tra autobiografia e spietata critica sociale, bianco è la più tagliente, urticante, spiazzante radiografia del presente che possiate leggere in giro. «un po' saggio e un po' memoir, bianco è una riflessione sull'america contemporanea» – il venerdì da oltre trent'anni l'uscita di un libro di bret easton ellis è considerato un evento e bianco non fa eccezione. Anche questa volta il protagonista è proprio lui, l'ex ragazzo prodigio di meno di zero, il celebrato autore di american psycho, l'ultimo grande cantore del postmodernismo con lunar park. «ma, ditemi, scrittori come ellis – dirompenti stilisti, interpreti cosí brillanti del proprio tempo, sperimentali ma capaci di farsi leggere anche da chi non legge e che pensano contropelo – oggi se ne vedono? » «a un certo punto nel corso degli ultimissimi anni – e non saprei indicare con esattezza quando – un vago eppure quasi opprimente e irrazionale fastidio ha preso a straziarmi fino a una decina di volte al giorno. Questo fastidio riguardava cose all'apparenza cosí secondarie, cosí lontane dai miei consueti interessi, che ero sorpreso dallo sforzo che dovevo fare per liberarmi dal disgusto e dalla frustrazione provocati dalla stupidità altrui: adulti, semplici conoscenti ed estranei che sui social condividevano pareri e giudizi avventati, stupide preoccupazioni, sempre con l'incrollabile certezza di avere ragione». Da oltre trent'anni l'uscita di un libro di bret easton ellis è considerato un evento e bianco non fa eccezione. Anche questa volta il protagonista è proprio lui, l'ex ragazzo prodigio di meno di zero , il celebrato autore di american psycho , l'ultimo grande cantore del postmodernismo con lunar park. Sintesi perfetta di autobiografia e satira sociale, bianco è una critica tanto affilata quanto spassosa di alcune delle piaghe che affliggono il nuovo secolo: l'ipocrisia elevata a galateo, il moralismo che sostituisce il giudizio estetico, la paura di esprimere un'opinione perché si finirebbe impallinati dai «giustizieri» dei social. E se quelle di ellis non fossero solo provocazioni (o il cahier de doléances di un «maschio bianco» inconsapevole dei suoi privilegi), ma un invito a essere piú sinceri, piú autentici, a pensare con la propria testa senza preoccuparsi costantemente dell'opinione degli altri? Ellis non si accontenta di interpretazioni superficiali solo perché politically correct: bianco è un'indagine senza sconti nel rimosso dello spirito del tempo. E dai giorni di meno di zero nessuno sa farlo meglio di lui. Se c'è qualcosa con cui bret easton ellis se l'è sempre presa, in tutti i suoi libri, è l'ipocrisia, questo grande lubrificante che permette alla società di funzionare. Ma se per più di trent'anni l'ha fatto utilizzando gli strumenti del romanzo, oggi, per la prima volta con questo libro, ellis l'affronta nell'unico modo possibile: mettendosi a nudo direttamente.