Siamo a teatro: il vincitore di un premio letterario ci mostra le spalle e grida 'grazie, grazie! ' verso la platea che ha di fronte. Le luci si spengono, il sipario si chiude e il protagonista si volge verso di noi. Cerca le parole per ringraziare, ma il problema è: chi, come e perché ringraziare? L'autore premiato 'per l'insieme della sua opera', punta alla sincerità: diventa puntiglioso, politicamente scorretto e più va a fondo nella questione più il 'grazie' s'ingigantisce e finisce con il toccare temi morali che vanno ben oltre l'occasione. A chi tocca questo ringraziamento? Un omaggio di pennac ai suoi lettori, ma a questo bell'inchino simbolico l'autore arriva disegnando una figura nevrotica, contorta, esilarante di uomo confuso. Un uomo al bivio.
Il romanzo parte, non casualmente, al condizionale: 'sarebbe la storia di un dittatore agorafobico' che, volendo andare a vivere tranquillamente in europa e sfuggire all'orribile destino predettogli da una maga, sceglie un sosia, che a sua volta sceglie un sosia, che a sua volta sceglie un sosia. Inizialmente uguale come una goccia d'acqua al dittatore, a sua volta simile a rodolfo valentino, il sosia subisce inavvertibili ma costanti cambiamenti, pur mantenendo una leggera somiglianza con il modello originario. Il popolo del piccolo stato di teresina, però, attribuisce il cambiamento all'usura della politica.