Gli esseri umani vivono in un perenne stato di sogno. Sognano quando il cervello dorme, ma anche quando è sveglio. Hanno saputo creare un grande sogno esteriore, il sogno della società costituito da innumerevoli sogni personali familiari e di comunità. Questo sogno esteriore possiede una grande quantità di regole che ci sono state inculcate fin dalla nascita. Abbiamo così imparato come comportarci in una data società, cosa credere, cosa è bene e cosa è male, bello o brutto, giusto o stagliato. Non abbiamo scelto queste credente e queste regole; ci siamo nati e le abbiamo apprese secondo un processo di addomesticamento in cui le informazioni sono passate dal sogno esteriore a quello interiore, andando a formare il nostro personale sistema di credente. A questo punto non c è più bisogno di istruttori esterni giacete diventiamo noi stessi i nostri giudici tutto ciò che crediamo su noi stessi e sul mondo rientra in quel sogno interiore, che tuttavia ci è giunto dall. Esterno e che ci impedisce di vederci per come siamo veramente.
Venti famiglie. Un piccolo villaggio, all'inizio del '900, in una fertile vallata della california centrale. È lo scenario del primo libro importante di john steinbeck, 'i pascoli del cielo', che fu pubblicato nel 1932 e tradotto da elio vittorini nel 1940. Si compone di dodici capitoli ma non è propriamente un romanzo perché a tenere insieme le diverse vicende, ciascuna conchiusa in sé, di questo piccolo capolavoro non sono i personaggi ma l'ambientazione - il rapporto dei contadini con la natura circostante - e, soprattutto, il tema del misterioso insinuarsi del male in un luogo che all'occhio umano appare come l'ingannevole replica del giardino dell'eden.
Premiato da carmen cavito, laura grimaldi, rosaria guacci, marisa rusconi e dagli altri diciannove giurati del premio del giovedì - 1996, questo romanzo è stato pubblicato per la prima volta nel 1995 con una quarta di copertina firmata da grazia cherchi, dove si diceva:
Tra bianciardi, fantozzi e arturo bandini. Fulvio sant è l'evoluzione targata terzo millennio dell'intellettuale dalla vita agra del noto libro di bianciardi. L'unica cosa che sa fare bene è scrivere e con la scrittura fa qualsiasi cosa (traduzioni, libri in proprio, saggi, articoli, corsi all'università ecc. ), pur di campare, tra stenti economici, bollette pagate per un soffio, in un mondo senza più progetti, passioni, dove ogni valore è ridotto a pura merce di scambio. L'industria culturale per cui lavora è un mercato delle vacche, popolato da personaggi grotteschi e senza scrupoli. Anche a livello personale la sua vita è complicata: diviso tra due donne, la moglie e l'amante. Fulvio è spaesato, gli sembra di avere la testa sotto terra come uno struzzo e non gli resta che rifugiarsi in una personalissima droga di sua invenzione: l'aerosol con qualunque sostanza gli capiti a tiro. Una riflessione spiazzante sul potere. Il ritratto crudo e lacerato della prima generazione di operai-intellettuali. Senza soldi, senza futuro e senza nulla da perdere e da rimpiangere.
Anno del signore 480: dopo secoli di dominio romano, la britannia ha finalmente conquistato l'indipendenza, ma libertà non significa necessariamente pace: forze oscure tramano nell'ombra e i sassoni si sono già impadroniti dei territori a est dell'isola. Il vecchio re uther pendragon, il drago rosso, è ormai prossimo alla morte, e il suo unico erede legittimo, il nipote mordred, non è che un bimbo di pochi mesi, nato storpio nel cuore dell'inverno. L'unico in grado di riunire il paese contro i sassoni è artù, leggendario guerriero detentore della magica spada nella roccia, forgiata nell'oltretomba dal dio gofannon e donatagli da merlino, affinché riporti pace e giustizia nel regno. Un regno che artù conosce bene: lì ha passato gli anni migliori della sua vita, ha combattuto e si è guadagnato la venerazione dei compagni. Il cammino verso la pace però è costellato di insidie, e quando incontra la bella ginevra, nobildonna senza più terra né ricchezze, le cose precipitano irrimediabilmente: artù si ritrova circondato da nemici su tutti i fronti, e sembrano sul punto di infliggere alla britannia il colpo di grazia.
Dopo ferito, di nuovo everett a confronto con la frontiera: vizi e virtù della vecchia (e nuova) america in un western feroce e beffardo. «nel suo ultimo, divertentissimo romanzo, l'eclettico scrittore americano percival everett demolisce il mito western, indicandone gli aspetti ridicoli e le radici razziste. » - venerdì di repubblica ii mito del west sgretolato da un antieroe falso e bugiardo. 'ho scritto ii paese di dio nel 1991 quando vivevo nella wind river indian reservation, wyoming', non troppo distante dai luoghi che faranno da sfondo alle vicende narrate in ferito. 'non sono mai stato un grande appassionato dei western americani', spiega everett, 'sebbene riconosca che facciano parte del grande mito del mio paese. E così un giorno ho pensato di sfruttare questa forma per indagare il mito alla radice. Mi interessava capire in che modo gli americani vogliono vedere sé stessi, mi interessava esplorare il racconto di frontiera'. 'tutti i western sono artificiali, autentiche falsificazioni, nessun western è una rappresentazione storica autentica, nemmeno quando trattano di avvenimenti realmente accaduti'. Everett ha agito cosi: 'ho dissezionato oltre un centinaio di film e altrettanti romanzi western in modo tale da poter fare mio quel tipico modo di parlare, soprattutto quei cliché. Volevo che venisse fuori una lingua familiare, qualcosa che suonasse reale e irreale allo stesso tempo, proprio come nei film western'. 'ero consapevole che stavo scrivendo una parodia di quel genere, una demistificazione che parte da un'unica certezza: nelle nostre menti c'è e sempre ci sarà un mitico vecchio west'.
La storia d'italia è punteggiata di misteri. Uno dei più inquietanti è probabilmente quello della morte di michele sindona nel marzo del 1986. Conosciamo la causa del decesso: un caffè al cianuro bevuto nella sua cella nel carcere di voghera, un caffè simile a quello alla stricnina che uccise gaspare pisciotta ai tempi del bandito giuliano. Ma chi mise il veleno nella tazzina? E perché? Per capirlo, è necessario in primo luogo ricostruire la biografia e la personalità del banchiere siciliano. Sindona è stato senz'altro un grande protagonista dei nostri anni sessanta e settanta. Finanziere potentissimo, intratteneva rapporti con importanti uomini politici al di qua e al di là dell'oceano: nel 1973 andreotti lo definì
Anno del signore 480: dopo secoli di dominio romano, la britannia ha finalmente conquistato l'indipendenza, ma libertà non significa necessariamente pace: forze oscure tramano nell'ombra e i sassoni si sono già impadroniti dei territori a est dell'isola. Il vecchio re uther pendragon, il drago rosso, è ormai prossimo alla morte, e il suo unico erede legittimo, il nipote mordred, non è che un bimbo di pochi mesi, nato storpio nel cuore dell'inverno. L'unico in grado di riunire il paese contro i sassoni è artù, leggendario guerriero detentore della magica spada nella roccia, forgiata nell'oltretomba dal dio gofannon e donatagli da merlino, affinché riporti pace e giustizia nel regno. Un regno che artù conosce bene: lì ha passato gli anni migliori della sua vita, ha combattuto e si è guadagnato la venerazione dei compagni. Il cammino verso la pace però è costellato di insidie, e quando incontra la bella ginevra, nobildonna senza più terra né ricchezze, le cose precipitano irrimediabilmente: artù si ritrova circondato da nemici su tutti i fronti, e sembrano sul punto di infliggere alla britannia il colpo di grazia.
Ante valdemar roos ha quasi sessant'anni e conduce un'esistenza ordinaria. Sua moglie non lo capisce; le figlie di lei lo considerano un fallito; i colleghi di lavoro lo trattano con indifferenza, se non con disprezzo. Ma un giorno la fortuna gli sorride, e la schedina giocata con tanta pazienza anno dopo anno risulta vincente. Valdemar decide di tenere per sé questa notizia e comincia a costruirsi una vita parallela, che comprende un'idilliaca casa nel bosco. Anna gambowska è una ragazza difficile, in fuga da un centro di recupero per tossicodipendenti. Vent'anni, una chitarra, uno zaino e un passato burrascoso che sta cercando di lasciarsi alle spalle quando si imbatte in un'idilliaca casa nel bosco. L'ispettore gunnar barbarotti è bloccato in un letto d'ospedale con una gamba rotta, quando alice ekman roos gli chiede di indagare sulla scomparsa del marito. Il caso non sembra complicato, finché le ricerche condotte dai colleghi dell'ispettore non portano al ritrovamento di un cadavere: di chi si tratta? E cos'ha a che fare con anna? O con valdemar?
È la primavera del 1967. L'alluvione di novembre, con il suo strascico di tragedie e di detriti, sembra essersi placata e firenze comincia di nuovo a respirare. Ma non il commissario bordelli. Per lui non c'è pace dopo un fatto che gli è successo. Indagando sull'omicidio di un ragazzino, si è scontrato con i poteri occulti della massoneria ed è stato costretto alla resa con un 'messaggio' molto chiaro: lo stupro di eleonora, la giovane commessa con cui aveva appena intrecciato una relazione appassionata, e una lista con i nomi di tutte le persone a lui più care. Sconfitto e amareggiato, bordelli si è dimesso dalla polizia e ha lasciato san frediano. Che altro avrebbe potuto fare? Si chiede nel silenzio della casa sulle colline. Continuare a fare il poliziotto sapendo che non sarebbe mai riuscito a mettere in galera gli assassini? Adesso trascorre le giornate cucinando, facendo lunghe passeggiate nei boschi, imparando a far crescere le verdure nell'orto. Il pensiero di quella resa, di quella violenza senza giustizia, però, non lo abbandona. Ma il destino, in cui fino ad ora non ha creduto, gli offre inaspettatamente l'occasione di fare i conti con il passato, e bordelli non si tira indietro.