È il più brillante dei commissari di zurigo, matthäi, anche se certo non il più benvoluto. È geniale, sì, ma solitario, impassibile – e maneggia l'apparato di polizia come fosse un giocattolo. Ma, a differenza di quel che accade nei romanzi polizieschi, la ragione può far luce solo su una piccola parte del mondo, e nell'incerto chiarore che regna ai suoi confini si insedia tutto ciò che è paradossale, casuale. Con questa zona oscura, che non si può dominare, anche matthäi dovrà fare i conti. Accadrà a mägendorf, mentre il föhn fa piombare sul villaggio, a grandi folate, un caldo innaturale, che eccita e incattivisce. Il corpo di una bambina, gritli moser, assassinata a colpi di rasoio, viene trovato da un ambulante, von gunten. Tutti i sospetti ricadono su di lui, che dopo un interrogatorio di venti ore confessa, e si impicca nella sua cella. Per tutti il caso è chiuso, ma non per matthäi. Gritli ha confidato a un'amica di avere incontrato un gigante alto come una montagna, « pieno di piccoli porcospini », e lo ha disegnato. Una favola? Non per matthäi: altri bambini sono in pericolo e il gigante dei porcospini sta per colpire ancora, ne è convinto. Per inseguire quel fantasma rinuncerà a tutto: alla sua immagine di investigatore glaciale, alla sua implacabile logica, al suo posto di commissario. E non esiterà a trasformarsi in benzinaio, a usare come esca una bambina, a sprofondare via via in un grandioso delirio – ad attendere, inesorabile, che il caso, cui non aveva mai creduto, gli consegni l'assassino.