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Julien Tromeur


Classifica Libri CATEGORIA (E SOTTOCATEGORIE)
Studi Sociali

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Libri in questa classifica: 151

Pagina 4 di 16

Posizione in classifica: 31

On Writing
Autobiografia Di Un Mestiere

Stephen King

Classici, poesia, teatro e critica - Studi sociali

On Writing<br>Autobiografia Di Un Mestiere
Più che un manuale tecnico per aspiranti scrittori, questo libro è un'autobiografia del mestiere, in cui la storia personale e professionale di king si fondono totalmente. Il capitolo d'apertura, «curriculum vitae» ripercorre gli anni della formazione attraverso i momenti di crescita fino al grande successo di «carrie». «la cassetta degli attrezzi» è invece una disincantata elencazione dei ferri del mestiere. «sullo scrivere» illustra le fasi del racconto creativo fino all'approdo editoriale; infine «sul vivere» racconta come l'autore abbia visto la morte da vicino dopo lo spaventoso incidente in cui è stato coinvolto e come, grazie alla scrittura, sia tornato alla vita.
Punteggio: 957
               

Ultimo aggiornamento punteggio: 24/07/2024

Posizione in classifica: 32

A Che Servono I Greci E I Romani?

Maurizio Bettini

Classici, poesia, teatro e critica - Studi sociali

A Che Servono I Greci E I Romani?
«se non leggeremo più l'eneide perderemo contatto non solo con il mondo romano, ma anche con ciò che è venuto dopo. Perdere virgilio significa perdere anche dante, e così via. Un cambiamento radicale di enciclopedia culturale somiglia infatti a un cambiamento di alfabeto. »sempre più spesso a chi si occupa di discipline umanistiche - e soprattutto classiche - viene chiesto: «a che cosa serve? » dietro questa domanda agisce una rete di metafore economiche usate per rappresentare la sfera della cultura («giacimenti culturali», «offerta formativa», «spendibilità dei saperi», «crediti», «debiti» e così via). A fronte di tanta pervasività di immagini tratte dal mercato, però, sta il fatto che la storia testimonia una visione ben diversa della creazione intellettuale. La civiltà infatti è prima di tutto una questione di pazienza: e anche la nostra si è sviluppata proprio in relazione al fatto che alla creazione culturale non si è chiesto immediatamente «a che cosa servisse». In particolare, è proprio lo studio dei greci e dei romani a meritare questa pazienza: soprattutto in italia, un paese la cui enciclopedia culturale è stata profondamente segnata dall'ininterrotta conoscenza dei classici. Se si vuole mantenere viva questa presenza, però, è indispensabile un vero e proprio cambiamento di paradigma nell'insegnamento delle materie classiche nelle nostre scuole.
Punteggio: 945
               

Ultimo aggiornamento punteggio: 28/02/2024

Posizione in classifica: 33

Ma La Vita è Una Battaglia
Lettere Di Libertà E Determinazione

Charlotte Brontë

Classici, poesia, teatro e critica - Studi sociali

Ma La Vita è Una Battaglia<br>Lettere Di Libertà E Determinazione
Da una canonica persa nelle brughiere inglesi charlotte brontë combatte a suon di lettere una battaglia quieta e determinata per affermare le ragioni del proprio genio letterario e lo straordinario talento delle sue sorelle. I numerosi appassionati dell'autrice di 'jane eyre' troveranno in questo epistolario l'apprendistato di un'intelligenza, le peripezie di un cuore capientissimo e il percorso di una vita di formidabile consapevolezza e segreta intensità.
Punteggio: 945
               

Ultimo aggiornamento punteggio: 30/11/2021

Posizione in classifica: 34

Parla, Mia Paura

Simona Vinci

Classici, poesia, teatro e critica - Studi sociali

Parla, Mia Paura
Poche volte come in questo libro il dolore diventa carne viva e incandescente, racconto sincero di un'esperienza che nasce autobiografica e si fa subito universale. Simona vinci si immerge nella propria paura e cerca un linguaggio per confessarla. L'ansia, il panico, la depressione spesso restano muti: chi li vive si sente separato dagli altri e incapace di chiedere aiuto. Ma è solo accettando di «rifugiarsi nel mondo» e di condividere la propria esperienza che si sopravvive. La stanza protetta dell'analista e quella del chirurgo estetico, che restituisce dignità a un corpo di cui si ha vergogna, l'inquietudine della maternità, la rabbia della giovinezza, fino allo strappo iniziale da cui forse tutto ha avuto origine. Scavando dentro sé stessa, simona vinci ci dona uno specchio in cui rifletterci. Si affida alle parole perché «le parole non mi hanno mai tradita». Perché nella letteratura, quando la letteratura ha una voce cosí nitida e intensa, tutti noi possiamo trovare salvezza. Simona vinci ha vinto il premio campiello 2016 con la prima verità. È cominciata con la paura. Paura delle automobili. Paura dei treni. Paura delle luci troppo forti. Dei luoghi troppo affollati, di quelli troppo vuoti, di quelli troppo chiusi e di quelli troppo aperti. Paura dei cinema, dei supermercati, delle poste, delle banche. Paura degli sconosciuti, paura dello sguardo degli altri, di ogni altro, paura del contatto fisico, delle telefonate. Paura di corde, lacci, cinture, scale, pozzi, coltelli. Paura di stare con gli altri e paura di restare da sola. Nel posto in cui vivevo allora arrivava il richiamo lacerante dei piccoli rapaci notturni nascosti tra i rami degli alberi. Di notte, l'inferno indossava la maschera peggiore. Di notte, quando nelle case intorno si spegnevano tutte le luci, tutte le voci, quando sulla strada il fruscio delle automobili e dei camion si assottigliava.
Punteggio: 945
               

Ultimo aggiornamento punteggio: 31/01/2024

Posizione in classifica: 35

Il Gioco Degli Occhi
Storia Di Una Vita (1931-1937)

Elias Canetti

Classici, poesia, teatro e critica - Studi sociali

Il Gioco Degli Occhi<br>Storia Di Una Vita (1931-1937)
All'inizio di questo libro, il terzo della sua autobiografia, canetti ci appare circondato dai relitti fumanti del rogo in cui sono stati distrutti i libri di kien, il protagonista di
Punteggio: 943
               

Ultimo aggiornamento punteggio: 09/08/2023

Posizione in classifica: 36

Il Frutto Del Fuoco
Storia Di Una Vita (1921-1931)

Elias Canetti

Classici, poesia, teatro e critica - Studi sociali

Il Frutto Del Fuoco<br>Storia Di Una Vita (1921-1931)
Questa seconda parte dell'autobiografia di elias canetti si apre subito dopo la «cacciata dal paradiso» di zurigo, che chiudeva 'la lingua salvata'. Ora siamo a francoforte, nel 1921, e il giovane elias comincia a intravedere intorno a sé un nuovo mondo, formicolante di figure che cercano di sopravvivere fra «inflazione e impotenza». «era finita per sempre l'epoca in cui l'ignoto si riversava in me, senza incontrare ostacoli». Dalla ricettività totale dei primi anni si passa ora a uno scontro con tutto e con tutti, che permette a canetti di saggiare se stesso, di scoprirsi nella sua irriducibile peculiarità. Se a quest'ultima si può dare un nome, sarà quello della rivolta contro la morte, una rivolta «senza fine». La giovinezza di canetti è un'iniziazione a questa scoperta, vissuta facendo appello a tutte le potenze arcaiche, che lo hanno sempre assistito. Nell'ombra, il modello mitologico è gilgamesh, che traversa le acque della morte per trovare la vita eterna. Ed è lo scandalo di tutto ciò che scompare a mantenere intatta in canetti un'immensa forza del ricordo. L'intensità che vibra in ciascuna delle numerose figure che appaiono in queste pagine presuppone tale sottinteso. Ciascuna vuole incidersi nella memoria e nella prosa con segno indelebile. Saranno gli ospiti patetici della pensione charlotte di francoforte e gli intellettuali frenetici di berlino; saranno gli ascoltatori di karl kraus e i manifestanti che incendiano a vienna il palazzo di giustizia; saranno l'amata veza e la deliziosa ibby; sarà la madre, che i lettori de la lingua salvata conoscono bene e che ora, assillata dalla gelosia per il figlio, lo costringe a una inarrestabile commedia, dove donne «inventate» servono a coprire donne vere e proibite; saranno infine karl kraus stesso e brecht, grosz, babel', che canetti conosce a berlino. Tutte le loro voci sono qui salvate. E, intrecciata per sempre alla loro, riconosciamo qui la voce di canetti stesso. Appartengono a questi anni le esperienze che saranno decisive per la sua opera di scrittore: la visione aristofanesca, che sembra offrire «l'unica possibilità di tener unito ciò che si frantumava in mille schegge»; la fascinazione ossessiva per kraus; la massa, questo enigma incombente come mai prima sul nostro tempo, a cui canetti dedicherà decenni di riflessione; infine il disegnarsi di una «comédie humaine dei folli», di cui rimane, quale unico, grandioso frammento il romanzo 'auto da fé'. Inseguito dalle voci, canetti non si cura di darci un quadro dell'epoca: ma l'aria di francoforte, di vienna e di berlino in quegli anni circola in queste pagine come una presenza palpabile. In toni opposti, e stridenti fra loro, le città ci parlano di un periodo in cui «ciò che si abbatteva sugli uomini era più che un grande disordine, erano come tante esplosioni quotidiane». Ovunque, canetti incontra varianti di uno stesso sfondo: il caos, perpetua minaccia e prezioso nutrimento. I suoi bagliori sono quelli del «fuoco», di cui questo libro - come già 'auto da fé' e ogni grande libro - è il «frutto».
Punteggio: 943
               

Ultimo aggiornamento punteggio: 27/08/2024

Posizione in classifica: 37

Ma La Vita è Una Battaglia
Lettere Di Libertà E Determinazione

Charlotte Brontë

Classici, poesia, teatro e critica - Studi sociali

Ma La Vita è Una Battaglia<br>Lettere Di Libertà E Determinazione
Da una canonica persa nelle brughiere inglesi charlotte brontë combatte a suon di lettere una battaglia quieta e determinata per affermare le ragioni del proprio genio letterario e lo straordinario talento delle sue sorelle. I numerosi appassionati dell'autrice di
Punteggio: 943
               

Ultimo aggiornamento punteggio: 18/04/2024

Posizione in classifica: 38

Il Posto Degli Uomini
Dante In Purgatorio Dove Andremo Tutti

Aldo Cazzullo

Classici, poesia, teatro e critica - Studi sociali

Il Posto Degli Uomini<br>Dante In Purgatorio Dove Andremo Tutti
«i nostri nemici finiranno all'inferno; le nostre mamme in paradiso; ma a noi un po' di purgatorio non lo leva nessuno. Per questo il purgatorio è il posto degli uomini, dove andremo tutti. Meglio sapere per tempo quel che ci aspetta. Dante stesso pensava di finirvi da morto, nel girone dei superbi. »aldo cazzullo prosegue il viaggio sulle orme del «poeta che inventò l'italia». Il romanzo della divina commedia, dopo l'inferno, racconta ora il purgatorio: il luogo del «quasi», dell'attesa della felicità; che è in sé una forma di felicità. Un mondo di nostalgia ma anche di consolazione, dove il tempo che passa non avvicina alla morte ma alla salvezza. Una terra di frontiera tra l'uomo e dio, con il fascino di una città di confine. La tecnica narrativa è la stessa di a riveder le stelle. La ricostruzione del viaggio nell'aldilà viene arricchita dai riferimenti alla storia, alla letteratura, al presente. Il purgatorio è il luogo degli artisti: il musico casella, il poeta guinizzelli, il miniaturista oderisi che cita l'amico di dante, giotto. Ci sono i condottieri pentiti nell'ultima ora: manfredi con il ciglio «diviso» da un colpo, bonconte delle cui spoglie il diavolo ha fatto strazio, provenzano salvani che si umiliò a chiedere l'elemosina per un amico in piazza del campo a siena. E ci sono le donne: gli occhi cuciti dell'invidiosa sapìa, le lacrime disperate della vedova nella e la splendida apparizione di pia de' tolomei, l'unico personaggio a preoccuparsi per la fatica di dante, «deh, quando tu sarai tornato al mondo/ e riposato della lunga via. ». Nel purgatorio, oltre a descrivere il bel paese, il poeta pronuncia la sua terribile invettiva civile: «ahi serva italia, di dolore ostello. ». E in cima alla montagna, entrato nell'eden, ritrova beatrice, più bella ancora di come la ricordava. Dante trema per l'emozione, piange, perde virgilio, e si prepara a volare con la donna amata in paradiso. E ognuno di noi, dopo due anni di pandemia, ha capito quello che il purgatorio vuole significare. Può così sentirsi come dante: «puro e disposto a salire a le stelle».
Punteggio: 941
               

Ultimo aggiornamento punteggio: 20/09/2024

Posizione in classifica: 39

Corpo Felice
Storia Di Donne, Rivoluzioni E Un Figlio Che Se Ne Va

Dacia Maraini

Classici, poesia, teatro e critica - Studi sociali

Corpo Felice<br>Storia Di Donne, Rivoluzioni E Un Figlio Che Se Ne Va
Una madre che non ha avuto il tempo di esserlo. Un figlio mai cresciuto. Tra di loro, i giorni teneri e feroci, sognati eppure vividissimi che non hanno vissuto insieme. E un dialogo ininterrotto che racconta cosa significa diventare donne e uomini oggi. «si parte dal corpo femminile, ma lo sguardo, il punto di vista è sempre maschile. È lui che racconta la storia dei corpi, i misteri della maternità, che spiega il desiderio, la violenza, la famiglia, l'adulterio» a più di quarant'anni dai versi che hanno disegnato i contorni di un cambiamento possibile – 'libere infine di essere noi / intere, forti, sicure, donne senza paura' – dacia maraini riavvolge il filo di una storia tempestosa, quella al femminile, attraverso le parole di una madre a un figlio perduto, il suo, che cammina verso la maturità pur abitando solo nei ricordi. È così che l'immaginazione si fa più vera della realtà, come accade per tutte le donne che popolano i suoi libri – marianna, colomba, isolina, teresa – e sono arrivate a noi con le loro voci e i loro corpi. Corpi che non hanno mai smesso di cercare la propria via per la felicità, pieni di vita o disperati per la sua assenza, amati o violati, santificati o temuti, quasi sempre dagli altri, gli uomini. Ed è proprio a loro che parlano queste pagine. Agli occhi di un bambino maschio non ancora uomo. Per ricordare a lui e a tutti noi, sul filo sottile ma resistente della memoria, che solo quando l'amore arriva a illuminare le nostre vite, quello tra i sessi non sarà più uno scontro ma l'incontro capace di cambiare le regole del gioco.
Punteggio: 926
               

Ultimo aggiornamento punteggio: 08/09/2024

Posizione in classifica: 40

Enea, Lo Straniero
Le Origini Di Roma

Giulio Guidorizzi

Classici, poesia, teatro e critica - Studi sociali

Enea, Lo Straniero<br>Le Origini Di Roma
La storia di enea è la storia di un lungo viaggio attraverso il mediterraneo e della dolorosa sorte che tocca a chi scappa dalle avversità e dagli orrori. È la storia senza tempo di un eroe che dopo tanto peregrinare trova una nuova terra da poter chiamare casa. È la storia delle radici di roma e delle nostre. Enea in questi tempi lo definiremmo un migrante, un profugo. Come molti che oggi raggiungono le coste europee scappa da una guerra, quella di troia; costretto a lasciarsi alle spalle la propria casa e la donna che ama, portandosi in spalle il vecchio padre anchise e tenendo per mano il figlio ascanio. Insieme ad altri uomini e donne, che come lui hanno perso quasi tutto, si mette in mare senza una meta, senza un porto sicuro a cui approdare; con la sola certezza di dover fuggire per sopravvivere. Da quel momento per lui inizia un'esistenza da straniero. Accolto a cartagine dalla regina didone, malgrado il sentimento che li unisce è costretto ad abbandonarla per seguire il suo destino. Giulio guidorizzi si immerge nei versi di virgilio e interpretandoli, con lo sguardo attento del classicista, li trasforma in un grande saggio dal respiro narrativo rinnovandone la forza senza tempo. I romani sapevano di discendere da un advena, uno che viene da fuori, accompagnato da fuggiaschi che avevano attraversato il mare rischiando mille volte di morire e scomparire nelle acque. «l'impero romano, – scrisse seneca, – ha come fondatore un esule, un profugo che aveva perso la patria e si portava dietro un pugno di superstiti alla ricerca di una terra lontana. Farai fatica a trovare ancora una terra abitata dagli indigeni: tutto è il risultato di commistioni e di innesti». I greci al contrario pensavano di essere nati dalla terra, come un albero. Gli ateniesi si vantavano di essere autoctoni: il loro primo re, cecrope, era sbucato dal suolo come un serpente e per questo aveva la parte inferiore del corpo coperta di scaglie. «noi siamo stati sempre qui, – dicevano, – la nostra gente è nata da questa terra; possiamo accogliere i supplici e gli stranieri, anzi è la nostra legge a imporlo, ma i veri ateniesi saremo sempre noi, i figli del serpente ». I romani non pensavano cosí. Il loro eroe fondatore veniva da una terra lontana, ma arrivando non trovò il deserto: solo uomini selvatici e primitivi. Eppure non li volle come schiavi ma come compagni.
Punteggio: 923
               

Ultimo aggiornamento punteggio: 23/11/2022

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