In una piovosissima notte di marzo, all'angolo tra rue popincourt e rue du chemin-vert, viene ucciso un giovane di ventun anni. A maigret, che si trova da quelle parti per caso, tocca l'ingrato compito di avvertire i genitori. Ed è così che, grondante e stropicciato, mette piede in quello che più tardi, parlando con la moglie, definirà 'uno degli appartamenti più lussuosi che abbia mai visto': alle pareti ci sono quadri di picasso, di renoir, di marie laurencin, e l'arredamento, tutto nei toni dell'azzurro chiaro e del rosa, è di una raffinatezza squisita. Ma perché antoine, un ragazzo 'fin troppo tranquillo e riservato', come dice suo padre (proprietario di un famoso marchio di prodotti di bellezza), è stato massacrato con sette coltellate? E se fosse causa della sua stravagante passione - quella di andarsene in giro per le strade e i caffè di parigi armato di un registratore a 'rubare le voci'? In effetti, senza volerlo, il ragazzo aveva scoperto un traffico di opere d'arte trafugate, e i sospetti cadono dunque sui componenti della banda. Eppure maigret non è affatto convinto che sia quella la pista da seguire; e come al solito ha ragione lui. Giacché, dopo l'arresto dei ladri, un importante quotidiano nazionale comincia a ricevere lettere da un anonimo che dichiara di essere lui l'assassino. E a maigret arriva una telefonata che non lo stupisce poi tanto. Il drammatico faccia a faccia che chiuderà il caso non avrà luogo per una volta, nell'ufficio del commissario, bensì nel salotto.