Uno dei personaggi più amati del moderno giallo italiano si trova a riaprire un vecchio caso, che lo riporterà a indagare nel suo territorio d'elezione: il fiume po, con i suoi misteri nascosti dalla nebbia. «il commissario soneri, per la sottile, arguta malinconia delle sue storie e lo sguardo da entomologo delle passioni umane del suo autore valerio varesi, è un vero maigret della bassa padana» – giuliano aluffi, il venerdì «ma cos'è successo di così grave? » «un uomo è morto e non ha nome né nessun parente a quanto pare» rispose il commissario. Quando si fu allontanato di qualche passo, il prete disse: «la sua non è solo un'indagine di polizia» il commissario soneri, della questura di parma, deve chiudere il caso di un cadavere ripescato dal fiume, il po, ormai da tre anni: i suoi colleghi, all'epoca, non solo non erano riusciti a capire se l'uomo si fosse ammazzato o se si trattasse di omicidio, ma non erano nemmeno stati in grado di stabilirne l'identità. Adesso serve un supplemento di indagine. Una cosa formale, viene spiegato dal questore a soneri, quel che basta per togliere il corpo dalla cella frigorifera, tumularlo, e non pensarci più. Ma soneri non è uomo adatto alle cose formali. E poi non si può seppellire la gente senza nome, gli dice angela, la sua compagna di sempre; e così soneri decide di riaprire davvero il caso. L'indagine lo porterà ad addentrarsi nel microcosmo del fiume, avvolto nelle nebbie dell'autunno padano, a cercare di rompere il muro di omertà che caratterizza quelle piccole comunità dove si annidano pescatori di frodo, piccoli delinquenti, grandi speculatori. E soneri dovrà constatare una volta di più come la nebbia che circonda il fiume finisca per rendere invisibili le cose e le persone, cambiarne i profili, ingannare e a volte uccidere.