Scorreva sangue ebraico nelle vene di francesco d'assisi? E' l'ipotesi sollevata da questo libro. Una serie di indizi, sebbene non confermati finora da inequivocabili documenti scritti, offrono una nuova immagine del poverello di assisi e il ragionevole dubbio della sua ebraicità. Francesco fu definito alter christus, poiché conformato anche nelle stimmate al suo signore. Condivise con gesù di nazareth anche l'ascendenza dei figli carnali di abramo? Senza dubbio la sua spiritualità era intrisa di sapienza biblica e la sua anima si abbeverava all'inesauribile fonte delle scritture. Egli fu perciò un uomo giusto, un autentico zaddiq, oggi ammirato anche dagli ebrei.
La storia della conversone al cattolicesimo di un ministro protestante e di sua moglie. Perché 'quando si cerca sinceramente il padre si finisce per ritornare a casa' come nota il card. Tettamanzi nella presentazione.
Una sera d'estate, una festa tra amici che hanno invitato altri amici. L'atmosfera è piena di musica e voglia di vivere. Alex sorride alla vita e trasmette allegria a tutti. La mattina successiva partirà per un viaggio, e al ritorno niente sarà come prima. Il giorno del suo ventiquattresimo compleanno alex si ammala di leucemia mieloide acuta, una prova che ha saputo affrontare con il coraggio della fede e la forza di chi, anche sofferenza, riesce a dedicarsi agli altri. E lo fa talmente bene da diventare importante sostegno per malati ai quattro angoli del pianeta, moltiplicatore di fiducia, punto di riferimento per i membri del suo gruppo facebook e del sito che ha fondato, beat leukemia. Un nome da guerriero, come è stato lui.
«il biblista r. Brown assume in quest'opera come linea di demarcazione del racconto della passione e morte di gesù non l'ultima cena, ma la scena del getsemani con gesù orante sotto gli ulivi del podere oltre il torrente cedron. Da quel momento egli procede orizzontalmente, cioè ricostruendo e vagliando ogni quadro con il contributo dei quattro evangelisti. Si ha così la possibilità di isolare in
Questa è la testimonianza di giulia gabrieli, quattordici anni, malata di tumore, morta la sera del 19 agosto 2011, che ha saputo trasformare i suoi due anni di malattia in un inno alla vita, in un crescendo spirituale. Giulia era una ragazza normale, bella, solare, amava viaggiare, vestirsi bene e adorava lo shopping. Un'esplosione di raffinata vitalità, che la malattia, misteriosamente, non ha stroncato, ma amplificato. Nelle pagine del diario narra la sua lotta per affrontare la malattia e la sua speranza di guarire ma anche l'abbandono alla volontà di dio. I medici sono i suoi amici, i suoi 'supereroi'; i genitori, gli amici, le amiche e gli insegnanti i suoi angeli custodi, coloro che la sostengono e la incoraggiano.
Queste pagine raccontano la storia di chiara, con le parole e i ricordi di chi l'ha conosciuta e ne ha condiviso la profonda esperienza di fede: un'esistenza che non si è arresa di fronte alla morte fino a diventare segno di speranza per tutti noi.
Dall'espulsione dei cristiani yemeniti sotto i primi califfi dell'islam fino ai martiri del xx secolo: i trappisti del monastero algerino di tibhirine, mons. Claverie, i cristiani del sudan, della nigeria, dell'egitto, dell'indonesia e del pakistan. Attraverso le pagine più cruente, il racconto delle tragiche vicende dei cristiani uccisi nei vari imperi islamici. La storia si estende anche ai fenomeni
Alessandra romana dei principi borghese è erede di una delle più grandi e antiche famiglie dell'aristocrazia romana. Dopo un'adolescenza spensierata e un atroce dolore giovanile, decide di studiare negli stati uniti. Durante la permanenza in america si innamora di un ricco armatore greco, lo sposa e dopo due anni divorzia. Sono anni burrascosi, di dolce vita, divertimenti superficiali e viaggi in giro per il mondo. Ritornata a roma si impone sulla scena culturale italiana organizzando esposizioni d'arte di grande successo. Arrivano così gli anni della svolta e della conversione di alessandra. Nelle pagine di questo diario si snoda il racconto delle esperienze spirituali vissute dalla protagonista.
Classico del pensiero cristiano del novecento, il signore di romano guardini nasce dall'esperienza della predicazione. Per diversi anni guardini illustrò la figura di gesù cristo a un'assemblea liturgica composta prevalentemente di studenti, ripercorrendo la narrazione evangelica con l'intento di delineare la figura e l'identità del signore. La fortuna che nei decenni ha accompagnato l'opera è certo dovuta anche a questa vividezza di contesto, propizia all'emergere del senso della parola biblica. Guadini si prefigge di far cogliere il significato profondo dei testi evangelici, e del nuovo testamento tutto: tale rivelazione non si dà anzitutto attraverso un'analisi storica e filologica, bensì nell'approfondimento religioso che fa spazio al 'cuore'. Essa è la chiave d'accesso a quell'«incandescente realtà» che la scrittura custodisce. Per chi voglia aprirsi alla verità della persona di gesù è necessario «l'incontro della narrazione con il cuore disponibile ad accoglierla». Ciò richiede pazienza e rispetto, e insieme «un'attenzione calma, che attende, che domanda». A tale condizione il volto di cristo si svela: dagli inizi dell'esistenza storica fino allo splendore dell'apocalisse, passando attraverso il destino di morte da lui assunto obbediente, consapevole che solo da lì sarebbe scaturita la redenzione dell'uomo. La figura che guardini ci consegna, invita alla 'conversione': eccede infatti ogni misura che pretenda di rinchiuderla in parametri abituali, perché gesù è la misura del tutto - il signore.