L'odissea raccontata, per quadri, in prima persona dalla voce delle protagoniste. Un curioso e riuscito alternarsi di punti di vista che fa vibrare di nuova vita un classico immortale, rendendolo accessibile a un pubblico più vasto e combinando spessore narrativo, valore didattico, e uno sguardo universale sulla varietà e sulla verità dei sentimenti. C'è calipso che deve lasciar andare ulisse sebbene ne sia innamorata, c'è nausicaa seduttrice immatura ma pericolosamente potente, c'è circe dominatrice che disprezza gli uomini ma allo stesso tempo ne ha bisogno, ci sono le sirene incantatrici e distruttrici, c'è euriclea la nutrice e naturalmente penelope la sposa in attesa. Ciascuna narra la sua parte della celebre epica, portando il proprio, inedito, punto di vista e ribaltando la prospettiva unica dell'eroe maschile nella polifonia del femminile. E tra l'una e l'altra donna parla atena, 'dea ex machina', che sprona sia telemaco sia ulisse a fare ciò che devono: la voce della grande donna dietro ogni grande uomo.
Venus ha sei anni ed è una degli otto bambini di una famiglia famosa per le sue difficoltà e per gli episodi di violenza. Venus non parla e non reagisce: a occuparsi di lei con molta dedizione è la sorella maggiore wanda che è ritardata. Con il tempo e molto coraggio torey hayden scoprirà che in realtà wanda è la madre di dorothy e riuscirà a stabilire un rapporto con la bambina. Le sue capacità di insengnante unite alla grande forza dell'amore riusciranno ancora una volta nel miracolo.
Atene, 1973. Mentre scoppia la rivolta studentesca, un archeologo muore misteriosamente subito dopo aver ritrovato il vaso d'oro dell'indovino tiresia. Dieci anni dopo, una catena di efferati delitti sconvolge la grecia. Omicidi senza spiegazione per chi non abbia vissuto quei giorni sanguinari e non conosca il segreto del vaso di tiresia, sul quale era raffigurata la profezia riguardante l'ultimo viaggio di ulisse fino alla fine del mondo, per interrogare il misterioso 'oracolo dei morti'.
Cinque racconti come un romanzo sul male di vivere. Infanzia e memoria, sentimento e comprensione sulle storie atroci e dolcissime di bambini soli e molto infelici. È un libro che accompagna alla maturità del sentire, alla rivelazione di una verità e alla possibile rinascita. Con una nuova introduzione dell'autrice.
Cosa significa avere fede? Che senso attribuire al male umano? Quale uso possiamo fare della nostra libertà? Perché la giustizia terrena non ci basta? Come dobbiamo esercitare la responsabilità che sentiamo nei confronti degli altri? Queste antiche domande, che hanno sempre alimentato l'ispirazione etica e civile di eraldo affinati, stavolta si misurano con l'amore di cristo verso di noi, rilanciando, per credenti e non credenti, la forza imperitura del suo messaggio. In una fortezza nell'alto dei cieli gli angeli della guardia reale, guerrieri dello spirito, soldati azzurri con giubbe e calzari, fanatici delle missioni esclusive, sono riuniti in attesa del prossimo incarico. La chiamata arriva, il prescelto è gabriele, che dovrà far brillare nuovamente l'alleanza tra dio e gli uomini, annunciando l'arrivo del figlio. Comincia così la grande riscrittura dei vangeli da parte di eraldo affinati, uno dei principali autori italiani che, sin dall'esordio tolstojano, ha scelto di credere nell'educazione dedicando le proprie energie agli alunni più difficili e ai minorenni non accompagnati, i giovani migranti da lui spesso definiti
Atene, 1973: mentre scoppia la rivoluzione studentesca di piazza del politecnico, un eminente archeologo muore misteriosamente dopo aver trovato il vaso d'oro del mitico indovino tiresia. Dieci anni più tardi la grecia è sconvolta dal susseguirsi di misteriosi quanto efferati omicidi. Riti annunciati da oscure profezie che sembrano giunte a compiersi. Che cosa lega quei fatti ai moti studenteschi del '73? E come interpretare il segreto del vaso di tiresia? Lo scopriremo solo alla fine di questo romanzo imprevedibile in cui, tra passato leggendario e crudo presente, si riannodano i fili di una millenaria avventura.
David è un ragazzino difficile: abbandonato dalla madre da piccolo, parla con difficoltà, è violento e apparentemente ritardato. Le famiglie alle quali è stato affidato insieme alla sorella hanno finito per rispedirlo agli assistenti sociali. Il suo modo di fare ordine in una vita spezzata è quello di trovare 'la cosa veramente peggiore': andare dal dentista, essere picchiato dai compagni, non avere nessuno che si preoccupa per lui. Fino a quando, insperabilmente, i brandelli della sua esistenza cominciano a trovare un significato: la 'nuova famiglia' è una donna sola che potrebbe essere sua nonna, ma che lo tratta con rispetto e affetto, e i suoi nuovi amici sono una bambina più piccola e geniale - e per questo emarginata proprio come lui - e un piccolo gufo orfano.
Primo libro di una trilogia dedicata alla nascita dell'india moderna, mare di papaveri rappresenta per l'india moderna quello che libri come moby dick hanno rappresentato per l'america: la simbolica narrazione dell'origine di una civiltà nuova sorta dall'incontro-scontro di mondi opposti. «un'idea letteraria geniale, affidata a una lingua di grande suggestione. » - il sole 24 ore «una delle voci più originali e importanti della letteratura indiana di lingua inglese. » - la repubblica «una magnifica riuscita, questo primo libro della trilogia della ibis, che riporta come d'incanto l'avventura al posto che le compete. » - d - la repubblica È il 1838 quando la ibis, una goletta inglese a due alberi, giunge alla foce del gange, per dedicarsi a uno dei traffici più lucrosi dell'impero britannico: il commercio di «delinquenti e stupefacenti», di «oppio e coolie». A bordo, vi è la ciurma più incredibile che sia dato incontrare nelle acque del pacifico: un gruppo di lascari, i leggendari marinai che parlano una lingua tutta loro. Nel suo avventuroso viaggio, la goletta trasporta un'umanità davvero straordinaria: il figlio di una schiava liberata del maryland; un raja in rovina; una vedova che non esita a infrangere i sacri riti della tradizione hindu; un uomo che vuole erigere un tempio alla donna che ha amato. Mano a mano che i legami con le origini si affievoliscono e i contorni delle vite precedenti sbiadiscono, tutti, sulla ibis, equipaggio e passeggeri, cominciano a sentirsi «fratelli di navigazione», uniti da una comunanza che oltrepassa continenti, razze e generazioni. Primo libro di una trilogia dedicata alla nascita dell'india moderna, mare di papaveri rappresenta per l'india moderna quello che libri come moby dick hanno rappresentato per l'america: la simbolica narrazione dell'origine di una civiltà nuova sorta dall'incontro-scontro di mondi opposti.
In queste pagine non solo le convinzioni dell'autore riguardo al destino del mondo e dell'uomo, ma anche i risvolti autobiografici. La raccolta di racconti è inoltre preceduta da un'introduzione in cui paulo coelho racconta come è diventato scrittore.