Entrambi desiderosi di successo, caricaturali. Entrambi circondati da una 'classe dirigente' senza arte né parte. Entrambi compiaciuti e conclamati. Entrambi populisti come nessuno, anche se poi i 'populisti' son sempre gli altri. Entrambi megalomani, con la fregola delle opere megagalattiche. Entrambi allergici alle correnti interne. Al dissenso. Alla rai libera. Entrambi circondati da una corte di fedelissimi con cui spartirsi il potere. Il cerchio magico. Il giglio magico. Entrambi garantisti, ma solo quando conviene. Entrambi complottisti, ma solo se il complotto l'hanno ordito loro. Renzi e berlusconi si somigliano così tanto da diventare una cosa sola: renzusconi. Con il suo consueto stile ironico e tagliente, andrea scanzi firma un esilarante - e inquietante - ritratto di matteo renzi: un politico sopravvalutato e vendicativo. Simile, anzitutto nei difetti, a chi per vent'anni ha inguaiato questo paese. E di cui il segretario pd, con il beneplacito di molti 'intellettuali', intende portare a termine il lavoro. Magari con un nuovo inciucio, stavolta definitivo, tra allievo e maestro.
Chi è davvero matteo salvini? Ce lo racconta andrea scanzi, col suo stile ironico e irriverente, in questo libro che segue a ruota 'renzusconi' e 'salvimaio'. Scanzi tratteggia le caratteristiche salienti di matteo salvini. C'è la critica seria: le incongruenze politiche, la malandata classe dirigente leghista, la gestione della questione dei migranti durante il governo giallo-verde, le parole sulla famiglia cucchi, l'autogol estivo che gli è costato il viminale. E c'è la satira: il salvini di scanzi è un leader che vive in tivù e fa 'disobbedienza civile' che si definisce 'nuovo', quando è tra i politici più vecchi della cosiddetta terza repubblica.
'un governo frankenstein e un'opposizione che non si oppone, tra l'agonia tragicomica del pd e la spocchia sinistrorsa degli 'alternativi'. Un berlusconi inesistente e gli 'intellettuali' che con renzi stavano zitti e adesso giocano ai ribelli. Con salvini e di maio al potere, tutto quello che valeva fino a pochi mesi fa non conta più. Prima c'erano i gattopardi, ora dichiarati e ora travestiti da innovatori. Adesso ci sono gli scavezzacollo, i populisti, i sovversivi. Da una parte quasi tutta l'informazione, pronta a enfatizzarne ogni errore. Dall'altra un ambizioso 'governo del cambiamento' che si sforza di stare unito, al punto da smussare le uscite del ministro fontana, glissare sui tweet del leader leghista e trovarsi concorde (fico a parte) sul caso diciotti. Il salvimaio va avanti tra il 'sovranismo livido' della lega e il 'giustizialismo moralista' dei 5 stelle, con conte a far da collante. Ma quanto può durare? E con quali conseguenze per un paese sempre più spaccato? Andrea scanzi torna con un nuovo pamphlet, raccontando l'attuale scenario politico italiano. Da questo libro nascerà uno spettacolo teatrale'.
Conseguito il diploma da sommelier e l'attestato da degustatore ufficiale, andrea scanzi decide di partire alla scoperta dei luoghi e delle persone dalla cui passione nascono i più grandi vini italiani, con la convinzione che analizzare il mondo del vino è un modo per capire cosa proviamo per il nostro passato e cosa stiamo preparando per il futuro. E cosi si trova ad attraversare il belpaese, dalle langhe all'alto adige, dalla franciacorta a montalcino, per raccontare dove e per mano di chi nascono i nostri vini migliori. Scanzi ci insegna a riconoscere, insieme a chi li produce, il barolo, il pinot nero, il sassicaia, l'aglianico e altri capolavori di una lunga storia fatta di lavoro, pazienza e dedizione. Non senza ironia ci svela i piccoli e grandi segreti che ogni sommelier e ogni buon intenditore hanno messo a punto nel tempo. E soprattutto, ci insegna a riconoscere la vita segreta dei vini e ad apprezzare quella sottile arte che ne fa spesso dei capolavori: l'arte di invecchiare. Divenuto un piccolo classico nel suo genere, apprezzato dagli intenditori e da chi, semplicemente, ama il buon vino perché il vino ha vita.
Conseguito il diploma da sommelier e l'attestato da degustatore ufficiale, andrea scanzi decide di partire alla scoperta dei luoghi e delle persone dalla cui passione nascono i più grandi vini italiani, con la convinzione che analizzare il mondo del vino è un modo per capire cosa proviamo per il nostro passato e cosa stiamo preparando per il futuro. E cosi si trova ad attraversare il belpaese, dalle langhe all'alto adige, dalla franciacorta a montalcino, per raccontare dove e per mano di chi nascono i nostri vini migliori. Scanzi ci insegna a riconoscere, insieme a chi li produce, il barolo, il pinot nero, il sassicaia, l'aglianico e altri capolavori di una lunga storia fatta di lavoro, pazienza e dedizione. Non senza ironia ci svela i piccoli e grandi segreti che ogni sommelier e ogni buon intenditore hanno messo a punto nel tempo. E soprattutto, ci insegna a riconoscere la vita segreta dei vini e ad apprezzare quella sottile arte che ne fa spesso dei capolavori: l'arte di invecchiare. Divenuto un piccolo classico nel suo genere, apprezzato dagli intenditori e da chi, semplicemente, ama il buon vino perché il vino ha vita.
Attraverso un'incalzante carrellata di ritratti, in cui dosa con maestria ricostruzione e sberleffo, andrea scanzi ci mette finalmente di fronte a volti noti e meno noti della destra nostrana e internazionale, goffi e caricaturali, malati di potere e bugie, 'comicamente narcisi e fatalmente prossimi al ridicolo'. Negli ultimi anni il panorama politico e culturale del nostro paese è stato caratterizzato dall'avanzata delle destre, supportata spesso da nostalgici pronti a cavalcare l'ondata del populismo per sdoganare le proprie posizioni. Così, in un crescendo preoccupante di intolleranza, ignoranza esibita, complottismo e spregiudicatezza, abbiamo assistito increduli a episodi e sparate al limite dell'assurdo.
La fase 1 della pandemia è stata un susseguirsi di sparate senza precedenti. Trasversalmente, da un fronte all'altro, soprattutto i politici, hanno fatto a gara per chi la dicesse più grossa. Matteo salvini, ormai affezionato a santini e rosari, chiede di andare a messa il giorno di pasqua mentre l'altro matteo, il fu rottamatore renzi, parla a casaccio invocando la riapertura delle scuole a maggio creando lo scompiglio tra i virologi. Di errori così, compiuti non a febbraio quando la situazione ancora incerta sembrava sotto controllo ma in piena emergenza, si può stilare una lista infinita. E sono tutti raccontati in questo libro che andrea scanzi scrive con la sua solita pungente ironia e che è il giusto seguito del best seller 'il cazzaro verde'. Una carrellata di eroi quotidiani e giullari chiacchieroni che hanno acceso il dibattito pubblico e le seguitissime dirette facebook dell'autore durante la nostra quarantena.
«era così ogni sera, ed era bello. Una di quelle piccole abitudini che ti fanno salva la vita. »fabio non si è mai mosso dalla città in cui è nato, ha un figlio lontano e un lavoro che non è diverso da molti altri. Max è tornato da chissà dove e chissà perché. Non ha niente e nessuno. Eppure, per i due che si rincontrano dopo quasi trent'anni, è come non essersi mai lasciati: le corse notturne in bicicletta, la musica, il vino. I cani, quelli salvati e quelli salvatori. Le promesse. E le risate, appoggiati al banco del solito bar. Certe amicizie rinascono come niente, ma si portano dietro anche quello che si voleva dimenticare: gli strascichi di una partenza improvvisa e dolorosa, il senso di colpa per una brutta storia, un perdono mancato. Tra un amore che nasce e un altro che certo non muore, l'attesa di una diagnosi incerta è il momento perfetto per capire cosa si è preso il tempo. E cosa ha dato. 'perché mi hai lasciato solo per tutti questi anni? Eravamo i migliori. I migliori di noi. Tra fratelli figli unici, non si fa. ' un romanzo folgorante sull'amicizia e sull'amore, sul tempo che ci scivola addosso, sulle cose che lasciamo andare, e su quello che abbiamo salvato.