In questo libro, delicato e profondo, l'autore di 25 grammi di felicità affronta con coraggio le pieghe controverse dell'affetto e della dedizione, dimostrando che gli animali, nella loro semplicità, hanno una visione più immediata e pulita di noi e possono aiutarci a riscoprire la vita nella sua essenza. «non avevo il coraggio di avvicinarmi alla scatola. E se lisa fosse morta? Mi feci coraggio e alzai l'asciugamano. Meraviglia: era viva e si era rannicchiata in un angolo. I nostri sguardi si incrociarono. Ma questa volta, con un movimento lento e scordinato, mi allungò una zampina. Senza esitare la presi tra le dita e la strinsi dolcemente» lisa ha vispi occhi scuri, un corpo snello e un bel musetto appuntito. L'hanno trovata boccheggiante in un giardino, probabilmente tramortita da un'auto. Solo massimo, il veterinario che ha fondato il centro recupero ricci nelle langhe, può salvarla. Sembra un'impresa disperata, ma né lei né lui si arrendono e dopo una notte di trepidazione, la piccola si rimette in piedi. O quasi, perché il trauma cranico le ha provocato un'emiparesi che l'ha resa disabile. È giusto tenerla così, sapendo che avrà bisogno di cure costanti e non potrà riassaporare la libertà? E cosa fare con musetta, sfigurata da un tosaerba? O ditina, nata senza le zampe posteriori? Massimo non ha dubbi: la vita è vita e va preservata, soprattutto se dimostra tanta ostinazione. Da quel momento lisa e gli altri diventano i suoi compagni inseparabili: nelle lunghe ore per accudirli, nelle veglie dopo l'ennesima crisi, i riccetti gli insegnano la pazienza, l'empatia e la dolcezza racchiusa nei piccoli gesti. Una lezione che si rivelerà preziosissima: quando sarà la madre ad ammalarsi, massimo riuscirà piano piano a superare i contrasti e le incomprensioni, ritrovando la tenerezza che li ha sempre legati.