Un capolavoro assoluto come la gioconda non è solo un quadro da ammirare affascinati dagli occhi che sembrano vivi e dalla magia del sorriso. In realtà è un viaggio nella mente e nelle emozioni di leonardo. È una porta che si spalanca su un luogo e su un'epoca indimenticabili: firenze (ma anche milano, roma, mantova, urbino) e il rinascimento. Già dall'ottocento e fino a oggi, è stato detto e scritto moltissimo su leonardo e su monna lisa, un artista e un ritratto su cui si ha sempre l'impressione di non sapere abbastanza. Per andare a conoscere entrambi e svelarne l'eterno fascino, alberto angela ha scelto una chiave completamente nuova: lascia che sia la gioconda a 'raccontarci' leonardo, il genio che l'ha potuta pensare e realizzare. Partendo da ogni dettaglio del quadro e ricostruendo le circostanze in cui leonardo lo dipinse, scopriamo così che il volto della gioconda, levigatissimo dallo sfumato, non ha ciglia né sopracciglia (un dettaglio importante nella storia narrata in queste pagine). O che il suo vestito ha molto da dirci sulla moda del tempo, ma anche sulle abitudini e sull'economia della firenze di inizio cinquecento. O, ancora, che le sue mani non sarebbero state possibili senza approfonditi e sorprendenti studi di anatomia. O che il segreto del paesaggio va ricercato nel nuovo tipo di prospettiva 'aerea', ideato da leonardo. La gioconda può raccontarci queste e molte altre cose sul suo autore. Prefazione di carlo pedretti.
Un libro illustrato che ci aprirà le porte delle case fiorentine dell'epoca, ci porterà dalle botteghe ai palazzi dei mercanti, ma soprattutto ci farà scoprire il volto e il genio di leonardo, artista per antonomasia, come non li abbiamo mai visti. Non è esagerato ritenere il ritratto di monna lisa l'opera d'arte più famosa al mondo. Tradizionalmente si riteneva che leonardo l'avesse realizzato fra il 1503 e il 1506 ma autorevoli studi più recenti sembrano dimostrare che l'abbia terminato nel 1517, quindi esattamente 500 anni fa. In uno straordinario viaggio nella firenze rinascimentale angela ci svela tutti i segreti di questo capolavoro e del mondo che lo ha ispirato.
Una donna bella e sfuggente, un notaio di agrigento che forse nasconde un segreto e il misterioso viaggio a girgenti del maestro dell'impressionismo, pierre-auguste renoir, un viaggio che nessuno storico dell'arte ha mai saputo collocare nel tempo. Un epistolario a una sola voce che sale in un crescendo emotivo e si interrompe bruscamente. Un giallo nel giallo brillantemente risolto dall'indagine sul campo di andrea camilleri. 'sto scrivendo una cosa nuova e complessa. Un racconto lungo su un viaggio poco noto che pierre-auguste renoir fece ad agrigento, riferito dal figlio jean renoir nella biografia sul padre. Sembra che al papà avessero rubato il portafoglio, che sia stato ospitato dal contadino cui aveva chiesto di fargli da guida, uno che s´offese quando alla fine gli fu offerto un compenso, tanto che la moglie aline risolse togliendosi una catenina con la madonna e regalandogliela. Si separarono tra i pianti. Altro non c'è. Ma io scrivo. ' (andrea camilleri)
Andrea camilleri è a siracusa quando qualcuno gli infila in tasca un biglietto con un numero di telefono, che dovrà chiamare da una cabina pubblica. L'andrea camilleri scrittore di romanzi gialli non può sottrarsi al richiamo dell'indagine, e resta coinvolto in una serie di misteri via via più fitti e inquietanti. Misteri che lo conducono a un casale sperso nella campagna, dove gli verrà mostrato un documento incredibile, scritto di proprio pugno da un artista di quattro secoli prima. Un artista grandissimo e maledetto: michelangelo merisi, il caravaggio. Le note brevi, secche, disarticolate e visionarie di questo diario costituiscono una sorta di anomalo noir, fitto di ombre e di allucinazione, sul periodo trascorso da caravaggio a malta e in sicilia nell'estate del 1607.