Sinossi Libro
In un reportage di grande intensità e ferocia antonio moresco racconta un viaggio tra i rom di slatina e listeava in romania, tra persone costrette a vivere in case di fango o dentro buche scavate nel terreno, ai confini del modo 'civilizzato', dentro quella fascia di miseria che attraversa il ventre dell'europa: 'tutto questo perché? Per quale ragione? Per quale disegno? Per quale sogno? ' . Nel suo linguaggio irruente e abnorme, come abnorme è la realtà che descrive, l'autore trascina i suoi lettori in una delle contraddizioni più acute di questo secolo. Il racconto procede in un dialogo ininterrotto con i compagni di viaggio, l'occhio fisso sui marciapiedi della civiltà, dove gli zingari, uomini e donne che non stanno mai fermi, sono la nostra parte più miserabile, più individualista e fatalista: 'questo misto di libertà e opportunismo, di fierezza e di infingardaggine, di irriducibilità e di parassitismo, di anarchismo e fascismo' sono noi eppure sono anche assolutamente altro. C'è qualcosa nella loro presenza di inspiegabile e sfuggente, di infinitamente arcaico eppure duttile. È lì che moresco conduce il lettore, sulla soglia del silenzio. Lì dove arrivano anche le fotografie di giovanni giovannetti che chiudono il libro.