Sinossi Libro
Grande guerra e rivoluzione russa: sono questi gli eventi che presiedono alla nascita del pci. È il vento della rivoluzione, il sogno – prima ancora che il programma politico – dei comunisti italiani. Un sogno abbattuto quasi subito dal fascismo. Un sogno che sopravvive in forma organizzata seppure clandestina, tra mille difficoltà, fino alla guerra di liberazione. Poi, il partito comunista italiano sarà uno dei grandi partiti di massa della repubblica e in milioni lo voteranno. Tornare al momento della sua fondazione un secolo fa, nel gennaio 1921, significa spiegare questa storia. Dalla nascita alla fine. È passato un secolo dalla fondazione del partito comunista italiano a livorno, nel gennaio 1921. Nasce allora un piccolo partito, destinato però a diventare uno dei pilastri della repubblica italiana. Nasce insieme alla vittoria di lenin e della rivoluzione bolscevica in russia. E morirà nel 1991, ancora insieme all'unione sovietica. Milioni di italiani lo hanno votato, altre decine di migliaia sono stati suoi militanti dedicandogli il loro tempo libero. Eppure all'inizio è una piccola «falange d'acciaio», come la chiama uno dei suoi fondatori, antonio gramsci: pochi uomini e qualche donna, uniti dal sogno di «fare come in russia». Sono destinati a essere sconfitti sanguinosamente dal fascismo di mussolini. Ma resisteranno, tra mille difficoltà, continuando a inseguire quel sogno. Il libro ripercorre non solo le vicende organizzative e la storia politica del partito, ma anche gli itinerari personali di vita di alcuni dei suoi dirigenti: bordiga, gramsci, togliatti, tasca, bombacci. Cerca così di rispondere alla domanda più attuale: come ha fatto quella piccola falange a trasformarsi in un grande partito di massa? Quali bisogni degli italiani è stato capace di interpretare e rappresentare? Che ruolo ha avuto nella politica italiana? Perché è nato? E perché è morto?