Capitolo finale dell'epica trilogia della ibis, con la sua imponente ricostruzione storica e il suo ritmo da avvincente romanzo d'avventura, diluvio di fuoco mostra come la grande narrativa sia in grado di illuminare il senso più profondo degli eventi della storia attraverso le vite e il destino di personaggi indimenticabili. «un capolavoro… diluvio di fuoco non è soltanto il frutto di un'immaginazione letteraria, ma anche l'esercizio di una profonda e originale riflessione storica» - chris clark «il capitolo finale di una straordinaria trilogia» - guardian È il 1840 a canton e l'opera del commissario lin, inviato dall'imperatore a porre fine al contrabbando dell'oppio per salvare le terre del celeste impero, ha già mutato il volto della città. Dell'antica fanqui-town, l'enclave straniera, è rimasto poco o nulla. La factory britannica, un tempo l'edificio più affaccendato e grandioso dell'enclave, è chiusa e sbarrata, le verande deserte, le lancette dell'orologio del campanile ferme. I mercanti inglesi sono stati espulsi; non prima, però, d'aver consegnato l'intero carico celato nelle stive delle loro navi. Le confische imperiali cinesi, tuttavia, non passano affatto sotto silenzio a londra. Troppo importante l'oppio per le casse della regina, e troppo grandi e innumerevoli le opportunità di profitto in quella zona del mondo, per non scatenare una guerra sotto l'insegna della libertà di commercio. Gli uomini della ibis – ciurma, passeggeri e coolies – si ritrovano nel cuore del conflitto sotto bandiere diverse, a rappresentare le opposte culture, tradizioni, costumi in gioco in quel confronto globale. Convinto che una spedizione britannica, favorita dal denaro dei mercanti, possa non soltanto generare enormi profitti, ma inaugurare anche un nuovo tipo di guerra in cui gli uomini d'affari siano protagonisti a pieno titolo, il proprietario della ibis, mr burnham, spedisce la goletta, carica d'oppio, nelle acque del mar cinese meridionale. E nomina commissario di bordo l'americano zachary reid, risoluto nel suo nuovo compito al servizio degli inglesi, ma sempre ossessionato dal ricordo dell'enigmatica paulette lambert. Neel, l'ex raja di raskhali caduto in rovina e artefice di una rocambolesca fuga dalla ibis in compagnia di un gruppo di detenuti, i famigerati coolies, sceglie, invece, la sponda opposta, e a canton figura tra gli informatori di rilievo del commissario lin, e del suo tentativo di dotare la marina del celeste impero di imbarcazioni adeguate al confronto con la potente flotta britannica. Perso ogni contatto col padre, raju, il figlio di neel, parte alla volta di canton deciso a ritrovarlo e finisce arruolato come pifferaio nella bengal native infantry, il corpo dei sepoy nelle cui fila milita, orgoglioso e impettito nella sua impeccabile divisa, l'havildar kesri singh, fratello di deeti, la vedova ribelle. Il giovane lascaro jodu, infine, convertitosi agli insegnamenti del profeta, decide di combattere dalla parte degli infedeli che adorano idoli e animali piuttosto che di quelli che adorano macchine e bandiere.