Alla fine della seconda guerra mondiale migliaia di italiani di istria, fiume e dalmazia si trovano senza alcuna difesa di fronte all'odio etnico-nazionalista del regime di tito, deciso a jugoslavizzare quei territori. In 350mila fuggono, per essere accolti in italia tra diffidenza e indifferenza. Altri decidono di rimanere, riscoprendosi giorno dopo giorno stranieri a casa propria. A questi si aggiungono gli italiani del controesodo: comunisti partiti alla volta della jugoslavia per costruire il sol dell'avvenire. Un sogno finito nei campi di concentramento titini. Paradossalmente, tutti subiscono la stessa accusa: 'fascisti! ' . Gli esuli, perché in fuga dal paradiso socialista. I rimasti, perché italiani. In questo libro sono raccolte le testimonianze dei protagonisti di questa odissea: le loro parole prendono per mano il lettore e lo accompagnano lungo tutto il cammino che condusse un popolo con lingua e tradizioni comuni a dividersi irrimediabilmente. Un cono di luce che si accende su una pagina di storia italiana troppo spesso dimenticata o raccontata solo attraverso gli opportunismi della politica.
Un padre scomparso troppo presto, una madre dolce e orgogliosa, un'infanzia vissuta tra le difficoltà economiche e la gioia di vivere, un presente a volte doloroso, un desiderio di felicità e la voglia di comunicare il proprio mondo interiore. 'prego, non cestinare, c'è dentro la mia vita' è tutto questo: un fiume in piena di pensieri, ricordi, descrizioni di situazioni e sentimenti, vissuti in parte nella sua città, milano. Un flusso di coscienza in cui l'autore esprime la parte più intima di se stesso analizzando la propria vita, il proprio passato e il proprio presente, trasferendo su un foglio di carta tutte le sensazioni che affiorano alla sua mente; una confessione personale che mette a nudo tutta la sensibilità di un essere umano, con la speranza di fondo che il lettore possa arrivare a immedesimarsi nelle sue parole, giungendo a sovrapporre le proprie esperienze e le proprie sensazioni con quelle descritte.
Ad un anno esatto dalla morte, avvenuta il 2 aprile 2005, il racconto inedito del medico personale di giovanni paolo ii e del segretario monsignor dziwisz degli ultimi giorni di vita del grande papa. Il professor renato buzzonetti, medico personale del papa, descrive per la prima volta i principali interventi chirurgici e le cure mediche cui fu sottoposto giovanni paolo fino agli ultimi giorni di vita. Infine angelo comastri narra le fasi di quell'incredibile pellegrinaggio di fedeli e di gente proveniente da ogni parte del mondo per portare l'ultimo saluto al papa. Wojtyla ebbe sempre un'attenzione costante ai malati e ai sofferenti che percepivano di trovare ascolto e comprensione nel suo cuore.
Tea ha sei anni, una famiglia che le vuole bene, un gatto e tanti amici. Va a scuola volentieri, ma non le piace la matematica. Preferisce andare a judo e al parco a giocare. Tea è una bambina dei giorni nostri, allegra, tenera e molto divertente. Come ogni bambino della sua età, si guarda intorno con occhi curiosi e si ritrova a vivere tante avventure ogni giorno, cercando di rispondere alle piccole grandi domande che la vita le pone davanti. Per esempio, quanto pesa una bugia? Oggi tea ha detto la sua prima bugia e mamma e papà le hanno creduto. Fantastico, pensava fosse molto più difficile! Però le sembra che quella piccola e stupida bugia si faccia ogni giorno più pesante. Aiutooo! E se ne finisce per schiacciarla? ! Una collana dedicata ai bambini e anche ai loro genitori! Età di lettura: da 4 anni.
Gli uomini più potenti della terra uniscono le loro forze per far fronte a una terribile emergenza. L'economia cinese ha ormai preso il sopravvento in un'inarrestabile corsa che drena materie prime e ricchezze, lasciando il resto del mondo in ginocchio. La sola alternativa a un attacco militare sembra essere un ingegnoso piano politico-economico che impegnerà le menti più eccelse e gran parte delle risorse economiche di quattro continenti. Ma c'è un altro pericolo in agguato: il pianeta si sta ribellando ai maltrattamenti e alle manipolazioni inflittigli dall'uomo. E, se la posta in gioco è la sopravvivenza, la natura, al contrario degli uomini, non conosce pietà. Un cyber-spy thriller ambientato in uno scenario fantapolitico in fondo non troppo lontano dalla realtà in cui viviamo.
«vento, profumo di neve in questo nostalgico, freddo, trasparente 'inverno degli angeli'. Sfogliando questo libro si ha l'impressione di scorrere notti e giorni bianchi, sospesi in un'aria tagliente, a volte più dolce, di ricordi, di emozioni, dolori del passato; ancora presenti però, scolpiti nella mente dell'autore. . Meravigliosa disperazione quella di davide gorga, cantata superbamente ne 'la pioggia è nera'. Visione della propria anima che scende come pioggia, un'anima 'ribelle verso il mondo', 'gioiosa verso il cielo'. Un'anima diversa, sensibile, curiosa dell'invisibile, portata a scrutare i segreti del cielo più che ad interessarsi delle cose del mondo. Un'anima che, per questa sua diversità, fonde il cuore sanguinante della pioggia con il proprio. Sposa il dolore, la solitudine. Ma si consola con il sospiro delle notti e resta ad ascoltare, come 'la neve ascolta mormorare le querce'». (dalla prefazione di elisabetta vatielli)
Le manovre intorno a telecom italia, il crac della parmalat di tanzi, l'ascesa dei nuovi finanzieri e non solo: il libro racconta la storia sotterranea del 'capitalismo di rapina'. I percorsi occulti del denaro, un sottobosco poco illuminato dagli articoli dei giornali, che secondo gli autori spesso non vanno oltre i semplici verbali d'interrogatorio o le intercettazioni telefoniche. Gli autori seguono le tracce dei soldi, entità resa ormai sempre più astratta, tra conti bancari e giochi di sponda in borsa, fino a ipotizzare complicità ad altissimo livello nelle grandi banche, nelle istituzioni, nel mondo politico, nelle autorità di controllo. Un'affollatissima galleria di personaggi: fazio, fiorani, ricucci, coppola, gnutti, tutti finiti sotto i riflettori dei media per effetto delle inchieste giudiziarie, alle cui spalle vive e lavora una folla di banchieri, avvocati, fiduciari. Sono loro a essere definiti come i gran sacerdoti del capitalismo di rapina.
'viaggio a ixtlan' è il capitolo finale della trilogia dedicata agli insegnamenti di don juan matas, l'indio yaqui che ha svelato a castaneda i misteri della sua antica cultura. Un racconto illuminante, che ci permette di ripercorrere l'ultimo apprendistato dell'autore: il viaggio destinato a portarlo - attraverso lezioni, esercizi corporali e spirituali, prove, visioni - a percepire finalmente l'universo quale è, senza il filtro delle convenzioni. È giunto il momento di accostare, e fare proprio, un concetto fondamentale, che sta alla base del cammino verso una comprensione profonda dell'esistenza: la differenza tra il 'guardare' quotidiano e il 'vedere' del saggio. E, attraverso questo nuovo sguardo, padroneggiare la facoltà di 'fermare il mondo', per interrompere il flusso di immagini nel quale scomponiamo il reale e giungere a un istante di totale lucidità.
Il ramo d'oro - per invito della sibilla, prima di accingersi al viaggio nel regno dei morti, enea colse il ramo d'oro. Secondo gli antichi, a questa leggenda era collegata la strana usanza per cui solo chi fosse riuscito a strappare un ramo dall'albero che cresceva nel recinto del santuario di diana a nemi, uccidendo il sacerdote che vigilava su quei luoghi, poteva succedergli come 're del bosco'. Colpito da quello che sembrava essere un barbaro costume sopravvissuto fino ai tempi imperiali, frazer si lanciò in una ricerca sui motivi universali che potevano averlo ispirato, confrontando miti e riti di ogni tempo e luogo. L'edizione che qui si ripropone fu stabilita dallo stesso frazer, il quale seppe mantenere la straordinaria ricchezza dell'edizione maggiore, rendendone più accessibile l'impianto ed esaltandone i pregi letterari.
Nel 431 a. C . Scoppiò tra atene e sparta la guerra del peloponneso: una guerra che insanguinò la grecia per quasi trent'anni e segnò la cupa fine del periodo d'oro della civiltà ellenica. Tucidide, consapevole di vivere un evento di portata eccezionale, lo assunse come momento esemplare di un'analisi che mirava a cogliere, al di là dei nudi fatti, le forze profonde sottese ai processi della storia. Un'analisi lucida e disillusa che spinge il lettore a interrogarsi sui problemi che si ripresentano sempre uguali alla coscienza storica: i meccanismi e la moralità del potere, gli arbitrii e i diritti dei vincitori e dei vinti, la giustizia dei potenti e la giustizia dei deboli.