In una città del mediterraneo, nel luogo dove un tempo sorgeva un uliveto secolare, una lottizzazione selvaggia ha creato un quartiere residenziale, chiamato getsemani: villette, prati all'inglese, qualche piscina, un centro commerciale e, ovviamente, una minuscola banca. Ed è proprio qui che inizia il romanzo: con un tentativo di rapina e una donna armata che tiene sotto tiro tre ostaggi, fuori, c'è la polizia pronta a intervenire. Ma se esiste un posto in cui l'apparenza non risponde mai alla realtà quello è getsemani: la scena della rapina rappresenta infatti, emblematicamente, la 'vocazione' del quartiere, dove tradire ed essere traditi è ormai la norma.
Peppino puoi incontrarlo ogni notte sugli autobus di roma, con un bustone in mano e la faccia da bambino. È sardo, ma vive a roma, anzi a pomezia. Ha trentotto anni, ma è sempre stato un po' 'lentarello'. La sua voce ingenua, comica, sgangherata descrive il mondo scintillante e decadente delle sue notti, ma anche l'irresistibile compagnia di ultimi del mondo in mezzo a cui è cresciuto e vive: ciascuno aggrappato a un sogno o a un dolore, a un tentativo come un altro per non essere invisibile. Un eroe stralunato racconta tutta la crudeltà di esistere, con uno sguardo infantile e sghembo che diventa l'unica forma di resistenza al male.