Seconda puntata delle avventure dell'alligatore, ovvero marco buratti, strano tipo di investigatore con la passione del blues, del calvados, e degli assistenti malavitosi, come beniamino rossini, gangster di vecchio stampo. Stavolta la vicenda si svolge tra la sardegna e la corsica: l'alligatore ha ricevuto un incarico assai delicato - ovvero 'rognoso' - da tre avvocati cagliaritani che hanno scontato anni di carcere per l'omicidio (presunto) di un altro avvocato, tale giampaolo siddi. Che però morto non è, anzi gode di ottima salute, soprattutto finanziaria, grazie a lucrosi traffici illegali. Seguendo la pista del siddi viene alla luce l'esistenza di una vera e propria banda criminale di eterogenea composizione - ex funzionari del sisde, trafficanti di droga, avvocati corrotti, delinquenti francesi assoldati per stroncare l'indipendentismo corso - ma unita da un curioso gergo derivato da un vecchio film francese.
L'alligatore è un uomo ossessionato dal desiderio di verità e di giustizia. Ex cantante di blues, ingiustamente condannato a sette anni di carcere, gli è rimasta addosso la fragilità degli ex detenuti. I suoi metodi e le sue alleanze poco ortodosse ne fanno un detective sui generis, senza fiducia nella polizia e nella magistratura. Il suo solo compagno di indagini è il vecchio rossini, un malavitoso vecchio stile con un suo codice di comportamento e una sua morale. I due intuiscono presto che gli omicidi di due donne, imputati a un povero tossico, sono in realtà maturati nei corrotti ambienti di una certa borghesia di provincia.
Il racconto teso e vibrante di una 'quotidiana' tragedia familiare. Sullo sfondo la torino dei quartieri operai che operai non sono più. L'arrivo e la difficoltà di convivenza con gli extracomunitari. La mancanza di lavoro. La totale assenza di prospettive di vita di 'qualità': la pensione, la difficoltà di sbarcare il lunario quando non si è più produttivi. L'essere consumatori, comprare per essere vivi. L'assenza di strumenti culturali per opporsi allo squallore dell'esistenza. La tv modello e unico sbocco e sfogo. Lo stato che non è più in grado di garantire diritti e servizi cosicché le contraddizioni esplodono all'interno della famiglia.
L'alligatore è un uomo ossessionato dal desiderio di verità e di giustizia. Ex cantante di blues, ingiustamente condannato a sette anni di carcere, gli è rimasta addosso la fragilità degli ex detenuti. I suoi metodi e le sue alleanze poco ortodosse ne fanno un detective sui generis, senza fiducia nella polizia e nella magistratura. Il suo solo compagno di indagini è il vecchio rossini, un malavitoso vecchio stile con un suo codice di comportamento e una sua morale. I due intuiscono presto che gli omicidi di due donne, imputati a un povero tossico, sono in realtà maturati nei corrotti ambienti di una certa borghesia di provincia.
Questo romanzo di massimo carlotto - terzo della serie dell'alligatore racconta dall'interno le trasformazioni del panorama criminale del nostro paese, i mezzi e le strategie dei soggetti di questa battaglia sanguinosa che si svolge sotto i nostri occhi. Si parla della mafia del brenta, della mafia russa, della nuova criminalità albanese, dell'uso spregiudicato dei criminali pentiti da parte della magistratura. L'alligatore è entrato nel mondo degli investigatori e della giustizia dalla porta di servizio (la galera). Usa mezzi illegali, lavora assieme a un contrabbandiere piuttosto violento e a un reduce (però sempre in gamba) della controinformazione degli anni settanta. Ma il suo obiettivo resta sempre alto: la giustizia.
Questo romanzo di massimo carlotto - terzo della serie dell'alligatore racconta dall'interno le trasformazioni del panorama criminale del nostro paese, i mezzi e le strategie dei soggetti di questa battaglia sanguinosa che si svolge sotto i nostri occhi. Si parla della mafia del brenta, della mafia russa, della nuova criminalità albanese, dell'uso spregiudicato dei criminali pentiti da parte della magistratura. L'alligatore è entrato nel mondo degli investigatori e della giustizia dalla porta di servizio (la galera). Usa mezzi illegali, lavora assieme a un contrabbandiere piuttosto violento e a un reduce (però sempre in gamba) della controinformazione degli anni settanta. Ma il suo obiettivo resta sempre alto: la giustizia.
Massimo carlotto, uno degli autori più amati, incisivi e schierati del noir italiano, debutta nel giallo mondadori con un nuovo, iconico personaggio, dimostrando per l'ennesima volta il suo talento unico nel raccontare la nostra società e gli scheletri che cerca di nascondere nell'armadio. «la ricerca della verità smuove l'altrimenti granitico personaggio del francese e pure la trama del noir, che anche in questo caso - come carlotto ci ha abituati - è perfettamente al servizio dell'inchiesta sull'abominevole (l'aggettivo è suo) ruolo dei magnaccia. » – miriam massone, la stampa«ho scritto un noir moderno, inserendo una serie di problematiche per ampliare lo sguardo sul nostro tempo e sul territorio. » – massimo carlotto, intervista a la stampalo chiamano il francese. Gestisce una
Non esiste oggi in italia un altro autore che sappia raccontare, come massimo carlotto, il dolore e la capacità di resistenza degli esclusi; uno scrittore che sappia descrivere meglio i meccanismi attraverso cui una società civile si trasforma in un'arena dove il pubblico reclama lo spettacolo del 'diverso' colpevole e del sangue che scorre. «con questo romanzo carlotto va oltre il noir. Non racconta più solo il lato oscuro e criminale della società. Siamo tutti noi a essere interpellati. Perché oggi le gogne mediatiche, i giornalisti a caccia di scoop e i politici dell'ambizione sfrenata stanno trasformando la società in un'arena dove il pubblico reclama lo spettacolo del 'diverso' colpevole e del sangue che scorre» tre personaggi che la vita ha maltrattato. Bonamente fanzago, attore porno dal nome improbabile che un ictus ha messo in panchina e che assiste angosciato all'ascesa dei giovani concorrenti. Tiene duro aspettando che ogni martedì una donna affascinante dal passato misterioso paghi i suoi servizi da gigolò alla pensione lisbona, un alberghetto poco frequentato dove il proprietario, il signor alfredo, vive la sua condizione di travestito nascondendosi da un ambiente ipocrita e perbenista. Tre esseri umani sui quali la società si accanisce proprio perché più deboli, ma che troveranno il coraggio di difendersi. Non sono eroi senza macchia né paura, hanno debolezze, hanno commesso errori e a volte azioni riprovevoli. Ma soprattutto aspirano ad amore e rispetto. Quando un imprevisto darà il via a una girandola di effetti collaterali, per i nostri tre personaggi diventerà questione di vita o di morte scavare, dentro di sé e nel proprio passato, per trovare le risorse necessarie a tirarsi fuori dai guai. Con questo romanzo carlotto va oltre il noir. Non racconta più solo il lato oscuro e criminale della società. Siamo tutti noi a essere interpellati. Perché oggi le gogne mediatiche, i giornalisti a caccia di scoop e i politici dall'ambizione sfrenata stanno trasformando la società in un'arena dove il pubblico reclama lo spettacolo del 'diverso' colpevole e del sangue che scorre.
E verrà un altro inverno sovverte la logica del poliziesco, mostrando senza reticenze la ferocia inconfessabile della brava gente e inchiodandoci all'enigma che nessuna detection può risolvere: il mistero di chi siamo davvero. «carlotto muove i personaggi da burattinaio esperto, creando quella sensazione di costante inquietudine che spinge il lettore a correre, famelico, alla fine» - diego de silva, tuttolibri «massimo carlotto coglie i dettagli e le ombre di un piccolo mondo moderno corroso dai bovarismi e dal cinismo, prima della crisi» - la letturaquando tutti hanno segreti inconfessabili, nessuno è innocente. Bruno manera e federica pesenti sembrano una coppia felice. Lui è un ricco cinquantenne, lei di anni ne ha trentacinque ed è l'erede di una dinastia di imprenditori della 'valle', operoso distretto del settentrione dove dominano i maggiorenti, l'élite dei capitani d'industria che ha costruito l'ordine del duro lavoro per tanti, del profitto per pochi e delle menzogne per tutti. Su insistenza di federica, bruno accetta di trasferirsi in paese, varcando la frontiera invisibile della provincia profonda. Ma quando manera comincia a subire una serie di gravi atti intimidatori, la situazione precipita. Ad aiutarlo c'è solo manlio giavazzi, un vigilante dalla vita sfortunata, convinto che certe faccende vadano risolte tra paesani. Poi il caso gioca un tiro mancino e in una girandola di fulminanti colpi di scena scivoliamo nelle pieghe di un mondo marcio – il nostro – in cui l'amicizia è il vincolo di un'associazione a delinquere, l'amore una speculazione, il matrimonio un campo di battaglia, la solidarietà tra conterranei un patto d'omertà e la famiglia una connection criminale. Massimo carlotto strappa la maschera a personaggi avvelenati dagli inganni delle loro doppie vite, perché l'avversario è chi ti dorme accanto e il nemico è colui di cui ti fidi.
Algeri, 1541. Il mediterraneo è teatro di guerre, razzie, traffici di schiavi, scontri ideologici e religiosi. La possente armata di carlo v, punta di lancia della cristianità, viene annientata alle porte della capitale nordafricana dai corsari di hassan agha, che reggono la città per conto del sultano di costantinopoli. I corsari sono in gran parte dei rinnegati, ossia degli europei cristiani che hanno abbracciato l'islam, per interesse, come scelta di libertà o più semplicemente per poter saccheggiare navi e depredare coste nel mediterraneo sotto la protezione della sublime porta. Anche redouane e othmane, i protagonisti del romanzo, sono dei corsari rinnegati. Il primo albanese, il secondo tedesco, ex lanzichenecchi, hanno scelto là libertà di algeri, da dove salpano sul loro sciabecco per le scorrerie e dove credono, di poter vivere indisturbati la loro storia d'amore proibita. Othmane però commetterà l'errore di invaghirsi-di un giannizzero, uno dei fanatici e spietati cani da guardia del sultano, e trascinerà anche redouane in un gorgo di vendette, agguati, intrighi.