Da molti anni direttrice del laboratorio di antropologia e odontologia forense dell'università di milano, cristina cattaneo non si è ancora abituata alla morte. Però la conosce molto bene: con il suo team, da un corpo senza identità ha imparato a risalire al nome, ma anche al momento e alle cause della morte. Questo volume è il racconto drammatico e toccante di dieci casi di riconoscimenti risolti. È la ricostruzione di delitti efferati, di immani tragedie, descritte attraverso i segni che i corpi o gli scheletri delle vittime portano con sé.
Poco meno che ventenne, vittorino andreoli varca per la prima volta la soglia di un manicomio. È l'inizio di una grande passione, di una lunga carriera a stretto contatto con i matti, con le grandi questioni della ricerca, con le drammatiche esigenze dei malati di mente, fino all'ultimo giorno, quello della decisione di abbandonare per sempre i luoghi della follia. Anni di osservazione, di esperienze forti, scoperte appassionanti e avvilenti frustrazioni di fronte al dolore psichico: storie di pazienti che rivivono in queste pagine, nelle memorie di un medico che ha visto cambiare la psichiatria e che ha contribuito ad alcune delle sue importanti trasformazioni. Un documento prezioso, ma soprattutto un percorso sincero, autobiografico, pieno di affetto, dentro una condizione umana così misteriosa, che riguarda tutti da vicino. Perché i matti sono uomini tra gli altri uomini.
«questo libro nasce dal desiderio di raccontare le malattie contagiose che minacciano la nostra specie, o perché si tratta di antichi nemici che ritornano, o perché in realtà sono sempre restati fra noi, o ancora perché dal 'mondo invisibile' possono sempre emergere nuovi, devastanti agenti infettivi. Racconteremo come funzionano i vaccini e gli antibiotici, quali effetti collaterali possono davvero avere e come vengono 'inventati' dai ricercatori. Perché, contrariamente agli eserciti, i microbi non firmano armistizi o capitolazioni: con loro la guerra è sempre all'ultimo sangue». Prefazione di piero angela.
Il denaro sul 'lettino' dello psichiatra: un personaggio capace di riempire la testa dell'uomo come in una possessione che cancella ogni identità e ogni norma di comportamento civile. Il denaro nell'analisi di uno psichiatra e non di un economista, dunque di chi si occupa di salute della mente e non di tecniche per garantire il benessere economico dell'individuo e dell'intera comunità. E in questa invasione di campo si scopre che il denaro è fonte di malattia. Per chi è povero ma anche per chi ha i forzieri pieni. Vite che ruotano intorno ai soldi, al desiderio di possederli, alla paura di perderli: l'ossessione, la dipendenza, l'angoscia, il lutto. Si finisce per ridurre una società al denaro come misura del valore non solo delle cose, ma della stessa persona. L'uomo a una sola dimensione. Nella follia da denaro si corre il rischio di sostituire le banconote agli affetti, che assumono un prezzo in euro. In questa situazione emerge un bisogno di felicità che non è direttamente legato a stati di ricchezza o povertà. Non si tratta di una strategia consolatoria in un momento di crisi dell'economia nazionale e mondiale, ma di un modo per ritrovare il significato della vita e delle relazioni interpersonali.