«queste imprese il famoso cantore cantava, e si struggeva | odisseo: il pianto gli bagnava le guance sotto le palpebre. »l'odissea è l'opera che più ha influito sulla psicologia e sulla letteratura europee: senza il racconto omerico cervantes, defoe, stevenson, kafka, joyce non avrebbero scritto i loro capolavori. È il poema epico al quale l'occidente ha affidato il senso più profondo della ricerca, del viaggio, della fantasia, del sogno, della lucidità, dell'ironia, della maschera, dell'infinita capacità di metamorfosi: esso riveste una posizione preminente e un'importanza senza eguali nella formazione dell'identità occidentale. Introduzione di alfred heubeck.
Compiuti diciannove anni polly whittaker si rende conto che gran parte dei suoi ricordi sono confusi, come se due memorie differenti fossero sovrapposte una all'altra. I suoi ricordi più vividi riguardano infatti la scuola, gli amici, la famiglia e le ordinarie vicende quotidiane. La parte di memoria che sta riaffiorando poco alla volta nella sua mente, invece, le racconta di aver assistito a eventi estremamente insoliti e bizzarri a partire dal giorno in cui, ben nove anni prima, si introdusse nella grande villa vicino a casa della nonna per assistere senza invito a una riunione da cui tutto ebbe inizio, fra cui l'amicizia con tom lynn. Fu proprio grazie a costui, ricorda polly, che scopri l'amore per la lettura e la scrittura, e furono queste due attività a portarla al centro di un vortice di misteri, fra cui quello più grande: perché oggi nessuno si ricorda più di tom lynn? È così che polly si rende conto di dover risolvere l'enigma al più presto, per avere la possibilità di ritrovare il suo amico e, probabilmente, per salvare anche se stessa.
Nel 218 a. C . Cartagine non è più la potenza che ha regnato incontrastata per cinquecento anni sul mediterraneo: la disfatta patita nella prima guerra punica ha fatto di roma la nuova signora dei mari e delle terre conosciute fino a oriente. L'orgoglio dei cartaginesi, però, reclama vendetta. Il giovane annibale, cresciuto nell'odio per i romani, decide di sfidare apertamente l'urbe e attacca la città di sagunto, violando la tregua. Dopo avere approntato un esercito formidabile, che si avvale del supporto degli elefanti, parte per una marcia impossibile che lo porterà a varcare i pirenei e le alpi, per scendere nella gallia cisalpina e affrontare roma sul suo territorio. Il piano di annibale appare folle e senza speranza. Solo un uomo fra i romani sa di trovarsi di fronte al più temibile avversario che la repubblica abbia mai conosciuto: è publio cornelio scipione, figlio del console scipione, affascinato dall'abilità e dall'intelligenza dimostrate da annibale. Quando gli eserciti di cartagine e di roma si affrontano nella battaglia del ticino, il giovane condottiero romano capisce che per poterlo sconfiggere occorre studiare tutto di lui e della sua tattica di guerra. Inizia così un confronto a distanza destinato a durare quindici anni, fino alla resa dei conti a zama, sulle coste dell'africa, quando annibale e scipione si sfidano in campo aperto, decisi a dimostrare il loro valore in uno scontro che segnerà il destino dei loro popoli.
Metà di un sole giallo racconta un drammatico periodo della storia contemporanea africana: la lotta del biafra per raggiungere l'indipendenza dalla nigeria, con la conseguente guerra civile che costò la vita a più di un milione di persone. Con empatia e naturalezza chimamanda ngozi adichie narra la vita di alcuni personaggi toccati dalle terribili vicende della guerra: il giovane ugwu, domestico nella casa di odenigbo, un professore universitario animato da un sacro fervore per il suo paese e per la causa dell'anticolonialismo; olanna, la bellissima moglie del professore, che per amor suo ha abbandonato la ricca famiglia di lagos e si è trasferita nella polverosa città universitaria di nsukka; richard, uno scrittore inglese che è innamorato della sorella gemella di olanna, kainene, una donna misteriosa che non vuole impegnarsi con nessuno. Mentre le truppe nigeriane avanzano, i protagonisti del romanzo devono difendere ciò in cui credono e riaffermare gli affetti che li tengono uniti.
Percy jackson non sapeva di essere destinato a grandi imprese prima di vedere la professoressa di matematica trasformarsi in una furia per tentare di ucciderlo. Le creature della mitologia greca e gli dei dell'olimpo, in realtà, non sono scomparsi ma si sono semplicemente trasferiti a new york, più vivi e litigiosi di prima. Tanto che l'ultimo dei loro bisticci rischia di trascinare il mondo nel caos: qualcuno ha rubato la folgore di zeus, e qualcuno dovrà ritrovarla entro dieci giorni. Sarà proprio percy a dover indagare sull'innocenza di poseidone, dio del mare e padre perduto, che l'ha generato con una donna mortale facendo di lui un semidio. Nuove gesta e antichi nemici lo aspettano, e non saranno solo lo sguardo di medusa e i capricci degli dei ad ostacolare la ricerca della preziosa refurtiva, ma le parole dell'oracolo e il suo oscuro verdetto: un amico tradirà, e il suo gesto potrebbe essere fatale. Età di lettura: da 12 anni.
In una società ignara delle proprie origini e del proprio destino si muove la storia di ansorac. L'incredibile sogno di un bambino diventato uomo darà inizio a un'appassionante avventura ai confini con la realtà. Combattimenti, intrighi, amicizie e ambizioni girano intorno a un unico fattore chiave: la ricerca della verità.
Una lettera, contenente un messaggio esoterico, che tarda a giungere a destinazione, e la clessidra della vita di una nobildonna, che sta lasciando cadere gli ultimi granelli di sabbia. Un romanzo storico, ambientato nel 1913 tra l'alto canavese e il monferrato, in cui una rara rosa screziata è il simbolo di un sacro legame millenario.
Le prime pagine di 'du coté de chez swann' ci mostrano il narratore che si sforza, durante una notte d'insonnia, di rievocare alcune immagini della propria infanzia, ma la memoria sollecitata dalla volontà non offre che immagini mutilate e insignificanti. Solo il caso, facendoci provare una sensazione identica a un'altra provata molti anni addietro, può restituirci il passato in tutta la sua concretezza. È quanto appunto avviene al narratore: il sapore di una madeleine inzuppata nel tè gli restituisce, miracolosamente intatta, l'atmosfera di combray, la cittadina di provincia dove ha passato molte estati della sua infanzia.
«nel ciel che più de la sua luce prende / fu' io, e vidi cose che ridire / né sa né può chi di là sù discende. » la terza «sublimis cantica» – come il suo autore, con profonda consapevolezza e bellezza, la definì – contiene in sé qualcosa di unico, che la rende diversa da ogni altra composizione della letteratura. Essa appare nuova anche rispetto alle prime due parti del poema, già così rivoluzionarie nell'invenzione e nel linguaggio. Perché la poesia del paradiso non racconta vicende di uomini, non descrive paesaggi. Essa si sostanzia di cose che non si vedono e che, soltanto, per fede, si sperano. E tuttavia anche e soprattutto qui il genio di dante riesce a esprimersi con versi di grande potenza, che si imprimono per sempre nella mente del lettore con immagini di straordinaria forza suggestiva.
Quando alberto moravia cominciò a scrivere questo capolavoro, nel 1925, non aveva ancora compiuto diciott'anni. Intorno a lui l'ltalia, alla quale mussolini aveva imposto la dittatura, stava dimenticando lo scoppio d'indignazione e di ribellione suscitato nel 1924 dal delitto matteotti e scivolava verso il consenso e i plebisciti per il fascismo. Il giovane moravia non si interessava di politica, ma il ritratto che fece di un ventenne di allora coinvolto nello sfacelo di una famiglia borghese e dell'intero paese doveva restare memorabile. Il fascismo eleva l'insidia moderna dell'indifferenza a condizione esistenziale assoluta.