La felicità è ancora di questo mondo? In un'epoca frettolosa e spesso cupa, dai ritmi di vita e di lavoro innaturali, dov'è finito il tempo per la vita, per la persona, per la condivisione? C'è ancora, è la risposta di luis sepùlveda e carlo petrini, purché sappiamo trovarlo, rubando ai nostri giorni frenetici lo spazio per far germogliare un seme, per scambiarci un aneddoto spezzando il pane, o per fare la nostra parte nella battaglia per un mondo più sostenibile e generoso. Dall'amazzonia al cuore dell'africa, dall'esperienza amara dell'esilio all'abbraccio collettivo di terra madre, ricordi e pensieri di due autori d'eccezione si intrecciano in una conversazione che attraversa attualità e letteratura, gastronomia e politica, difesa della natura e della tradizione. Tra incontri e racconti, storie di grandi leader e di piccoli eroi del quotidiano, petrini e sepùlveda ci guidano alla ricerca di quel diritto al piacere che è oggi il più rivoluzionario, democratico, umano degli obiettivi. Con la lentezza e la saggezza della lumaca, però. Perché anche noi possiamo smettere di correre verso una destinazione ignota, e ricominciare pienamente a esistere.
Ideale rappresentante dell'autunno del rinascimento, la 'gerusalemme liberata' divenne ben presto uno tra i libri più letti e amati in tutta europa. Tasso seppe descrivere con il suo poema un mondo umano e narrativo chiaroscurale, ricco di una tensione mai completamente risolta tra etica e desiderio, tra doveri nei confronti di una giustizia superiore e umanissimi cedimenti alle debolezze. Nel contrasto allargato alle grandi forze del cielo e dell'inferno, la 'liberata' comunica un profondo senso di crisi attraverso tutto il racconto, lasciando sempre al lettore un indefinibile sentimento di incertezza. Franco tomasi nella sua introduzione analizza l'orizzonte ideologico e la genesi del poema. Il ricco commento scioglie ogni difficoltà testuale e mette in luce il fìtto dialogo poetico con la tradizione epica e lirica di cui è tramato il poema.
Forse al cuore di un nuovo patto possibile tra le generazioni c'è la riscoperta di un concetto rivoluzionario: l'anima. Nel paese dei balocchi in cui viviamo risuona un unico imperativo: «lascia perdere! ». La memoria e il rigore, l'impegno e l'etica sono fatiche inutili. Le molte realtà straordinarie della scuola e dell'impegno sociale, così come le famiglie, sono costrette a nuotare come salmoni contro la corrente della crisi economica, dell'arroganza al potere, del disprezzo verso i saperi. Eppure a venire oggi alla ribalta non sono solo bambini-erba, senza forma e senza senso del limite, né solo ragazzi-risacca, trasportati dalle maree di qualche vizio o disagio. Sono anzi i giovani stessi, con l'impegno delle loro battaglie e dei loro ideali, a mostrarci che non tutto è perduto. Il punto di partenza di questa appassionata lettera a un'insegnante sono le emergenze del tempo presente, ma la forza dell'appello di susanna tamaro va ben al di là, ponendo questioni fondamentali per ricomporre la nostra convivenza. Di quale sapere abbiamo bisogno per essere in grado di affrontare la vita? Come tornare a comunicare ai bambini l'amore per le domande e la passione per la ricerca delle risposte? Cosa stanno cercando di dirci i ragazzi che oggi scendono in piazza in difesa del futuro di tutti? Forse al cuore di un nuovo patto possibile tra le generazioni c'è la riscoperta di un concetto rivoluzionario: l'anima. Tornare a nutrirla è la condizione per ricominciare a cambiare il mondo: per una volta, in meglio.
La felicità è ancora di questo mondo? In un'epoca frettolosa e spesso cupa, dai ritmi di vita e di lavoro innaturali, dov'è finito il tempo per la vita, per la persona, per la condivisione? C'è ancora, è la risposta di luis sepùlveda e carlo petrini, purché sappiamo trovarlo, rubando ai nostri giorni frenetici lo spazio per far germogliare un seme, per scambiarci un aneddoto spezzando il pane, o per fare la nostra parte nella battaglia per un mondo più sostenibile e generoso. Dall'amazzonia al cuore dell'africa, dall'esperienza amara dell'esilio all'abbraccio collettivo di terra madre, ricordi e pensieri di due autori d'eccezione si intrecciano in una conversazione che attraversa attualità e letteratura, gastronomia e politica, difesa della natura e della tradizione. Tra incontri e racconti, storie di grandi leader e di piccoli eroi del quotidiano, petrini e sepùlveda ci guidano alla ricerca di quel diritto al piacere che è oggi il più rivoluzionario, democratico, umano degli obiettivi. Con la lentezza e la saggezza della lumaca, però. Perché anche noi possiamo smettere di correre verso una destinazione ignota, e ricominciare pienamente a esistere.
La storia di madame bovary è una delle storie romanzesche più conosciute e amate, soprattutto dalle donne, che hanno voluto vedere in questo personaggio la rivolta sensuale ed esplosiva di una donna contro la costrizione soffocante della famiglia, contro un ambiente di provincia volgare e meschino. Eppure emma bovary non è amata dal suo autore. Dacia maraini, scrittrice, critico e donna, ripercorre la vicenda di madame bovary per capire il mistero del suo fascino e la verità delle sue intenzioni.
Mettere a nudo la propria anima è un atto di coraggio e al tempo stesso di sfida. Confrontarsi prima di tutto con se stessi per riscoprire che si può esistere al di là dei ruoli e delle maschere che ricopriamo e che portiamo cuciti addosso come una seconda pelle. La poesia di simona bertocchi si leva dal profondo del suo essere, si inabissa in un oceano di emozioni e batte al ritmo di un'inquieta tentazione di amore sensuale. Siamo immobili,/ la danza incalza. / muti,/vibriamo di sensi e solitudine. I testi sono impreziositi dalle illustrazioni, eseguite a carboncino, di daniela moschetti.
Questo volume raccoglie due saggi scritti a cavallo della seconda guerra mondiale da uno dei più anticonformisti scrittori del secolo scorso. Il primo, 'assassinate l'assassino', è una lunga lettera indirizzata all'amico alfred perlès. In questa riflessione sul secondo conflitto mondiale henry miller, costretto a rientrare in america a causa della guerra, dichiara la sua strenua opposizione all'appiattimento del pensiero e all'alienazione individuale che hanno catapultato l'europa nell'orrore. Nel secondo saggio, 'ricordati di ricordare', l'autore rievoca con nostalgia la sua parigi. Una volta a new york miller, ritrovando il mondo ottuso e stupido che aveva abbandonato, gli contrappone l'eco dei giorni esaltanti vissuti nell'europa pre-bellica:dal peso della cultura francese sulla sua formazione umana all'importanza delle amicizie strette in quel periodo. Fra autobiografia e riflessione critica, queste pagine tutte da riscoprire sono la testimonianza modernissima, appassionata e provocatoria di un grande autore del novecento. Prefazione di alfonso berardinelli.
'nessuno come dostoevskij è andato mai così lontano, nel viaggio verso il male assoluto: nessuno vi ha mai abitato con tale costanza; e ci ha guardato così, con gli occhi stessi del crimine' scrive pietro citati mentre ci accompagna guida lucida e insieme partecipe, quasi febbrile - attraverso 'delitto e castigo'. E ad attirarlo, ancor più di svidrigajlov o raskol'nikov, è stavrogin, in cui soffia 'il vento di un vuoto gelido e vertiginoso, illimitato e senza confini': certo perché scrivendo i 'demoni' dostoevskij si è rispecchiato in lui, e 'scorgendo questo riflesso, ha avuto paura delle profondità inattingibili del proprio cuore'. Sono dunque dostoevskij e stavrogin il cuore tenebroso di questo libro, dove citati rilegge i grandi romanzi dell'ottocento (quelli di balzac, poe, dumas, hawthorne, dickens, flaubert, tolstoj, stevenson, james) per cogliervi in atto la passione del male, l'incontro con il male. Li rilegge come soltanto lui sa fare: non da critico accademico o militante ma da 'lettore-scrittore' (come ha notato nadia fusini), capace di illuminarli prolungandone il fascino nella sua scrittura. E comunicando a noi il desiderio irresistibile di rileggerli a nostra volta.
Amori, fughe, violenze, tradimenti: questo raccontano le lettere di eroine. Dopo il fulminante esordio degli amori e la scandalosa arte d'amare, ovidio esplora il mondo del mito e della storia. Ma lo esplora, naturalmente, con la sua particolare sensibilità di poeta d'amore. Nelle lettere ai loro amanti lontani celebri figure femminili, da arianna a didone, da elena a saffo e molte altre ancora, rievocano le loro infelici storie di amore prima appagato e poi frustrato in monologhi appassionati e tormentosi. Il risultato è un'opera assolutamente nuova nella letteratura antica, in cui ovidio dà voce alle passioni e alle speranze femminili con una varietà di vibrazioni che ancora raggiungono l'animo moderno. Gianpiero rosati esamina nell'introduzione la particolare collocazione di questo testo all'interno del genere elegiaco latino.
Capolavoro della letteratura del novecento, nato dalle riflessioni sul rapporto tra l'artista e i personaggi della sua fantasia, 'sei personaggi in cerca d'autore' può essere considerato l'apice della poetica pirandelliana: una perfetta tragedia dell'incomunicabilità in cui viene messo in scena, illuminato dall'amara ironia di pirandello, l'insanabile conflitto tra l'essere e l'apparire che lacera ogni individuo umano. Il presente volume raccoglie l'edizione 1925 (non ancora definitiva, ma testualmente cruciale) e, in appendice, l'edizione originaria del 1921, insieme a un'antologia di scritti pirandelliani, le recensioni dell'epoca e un inserto fotografico che documenta le diverse messinscene della commedia, dalla prima del 1921 a quella del 1953, curata da strehler.