Un favola moderna dove il principe arriva sotto forma di un assegno a sei zeri. Una favola lieve e nerissima sul potere sterile del denaro, che ci lascia intravedere un oltre, al di là delle rovine, che nemmeno la letteratura può raccontare. Nadia motta ha ventiquattro anni, nessun sogno e un'unica ambizione: il denaro. La sua vita da studentessa è solo una farsa, e i lavori occasionali piú disparati le permettono di tirare avanti. Perché preoccuparsi? Il futuro prima o poi le «verrà incontro da solo». E per quanto riguarda gli uomini? Faccende di poco conto. Se sua madre stefi si definisce una «femminista storica» e crede di poterne fare a meno, lei è una «postfemminista»: inutile prenderli troppo sul serio, meglio puntare su un fidanzato con un bel lato «b» (babbeo), come eros, che pensa di essere un grand'uomo ma gliela dà sempre vinta. Solo una cosa conta davvero, su questo nadia non ha dubbi: i soldi, quella corrente che nasce chissà dove e spinge le nostre vicende in una direzione o nell'altra. E i soldi arrivano: nadia vince ventuno milioni a una super lotteria, ritrovandosi da un giorno all'altro a dover maneggiare una cifra a sei zeri che solleverà le sue certezze come palloncini, fino a farle scoppiare in un mondo di traffici e avvocati, conti all'estero, misteri della finanza e amici dal lato «i» (quello intelligente) e dal lato «s» (quello stronzo) fin troppo sviluppati. Sola, e abbandonata a se stessa, nadia sogna una città metafisica dove tutto è in svendita, piena di manichini sorridenti, castelli in aria e ruote panoramiche, e dove il signore dei saldi e dei soldi sta in agguato appeso a un'enorme ragnatela. Comprare il sole è una commedia sul denaro crudele e attualissima, un balletto vertiginoso sul nostro mondo fatto di apparenze, su una «società di poveri ricchi» che ha perso il senso delle cose.