Quali sono i testi e gli scrittori su cui la civiltà occidentale ha edificato la sua letteratura? Come conciliare il gusto personale con il bisogno di condividere un patrimonio comune? Da dante a shakespeare, da molière a goethe, da cervantes a tolstoj, harold bloom ha individuato ventisei autori, prosatori e drammaturghi che non si può non conoscere e dedica loro pagine di studio diventate un patrimonio straordinario. Opera profondamente personale, controversa, discussa, letta in tutto il mondo,
In una new york luminosa e inquieta, un giornalista di origine italiana scrive reportage su quella che appare la fine di un'epoca. Gli ex-supereroi più in vista del pianeta, coloro che un tempo incarnavano una gloriosa mitologia, sono il bersaglio di una serie di clamorosi omicidi complottati, sembra, da un gruppo di fanatici. Ma cosa significano gli ambigui e quasi sentimentali biglietti d'addio ricevuti da alcuni di loro? Sotto la cronaca si nascondono trame più struggenti e carnali. Com'è possibile che reed richards, il supereroe dal corpo di gomma, colui che ha combattuto mille epiche battaglie e che oggi conduce una dignitosa vita da scienziato e consulente di agenzie governative, sprofondi ormai maturo in un'ossessione senza ritorno per una giovane astronauta con trentacinque anni di meno? E com'è possibile che un altro mitico ex-supereroe, il celebre batman, sia morto in circostanze scabrose nel pieno di un delirio feticistico? E cosa dire di mystique, la donna dalla pelle bluastra, la mutante protagonista negli anni settanta di controverse vicende politiche, oggi divenuta una famosa comica televisiva, anche lei sull'orlo di un pericoloso precipizio fatto di ossessione e bisogno amoroso? 'la vita erotica dei superuomini' è una saga iperrealista, un romanzo del corpo, un thriller esistenziale, un affresco metaforico composto di ferocia e pietà, ironia e commozione.
Nel dicembre del 1951 due ragazzi argentini partono su una sgangherata motocicletta da cordoba, decisi ad attraversare il continente fino al venezuela. Entrambi studenti di medicina, ernesto guevara de la serna e alberto granado termineranno quel lungo viaggio il 26 luglio 1952. Qualche tempo dopo l'uomo che la storia ricorderà con il soprannome di
Nel 1879, uno tra i maggiori scrittori statunitensi, henry james, pubblica un romanzo breve nel quale descrive l'incontro - ma più esatto sarebbe dire 'la collisione' - tra una donna americana e l'europa. Questo romanzo è daisy miller e il luogo europeo che fa da scena alla vicenda della protagonista è l'italia, più esattamente roma. La grandezza di questo libro sta tutta nella capacità di james di raccontare la storia di un'americana a roma, i suoi stupori e le sue reazioni alla vita del posto, trasformando al contempo in personaggi due diverse culture e mettendo in scena quello che accade quando stati uniti ed europa entrano in relazione reciproca. Attraverso la vicenda di daisy, dei suoi amori, della sua innocente ingenuità, il racconto di un'iniziazione alla diversità che sorprenderà per i suoi esiti tragici.
Il breve romanzo, ambientato in giappone, racconta la storia di yuko, diciassettenne ribelle, che lascia la famiglia per diventare poeta. Ma la sua poesia, dedicata interamente alla neve, è troppo bianca, e per imparare a darle colore yuko deve seguire gli insegnamenti del vecchio poeta saseki, ormai divenuto cieco. Saseki, attraverso il racconto della sua passione per neve, una ragazza bellissima venuta dall'europa e scomparsa mentre cercava di attraversare un precipizio sospesa su una fune, insegna a yuko la forza e la potenza dell'amore. E con questo insegnamento yuko diverrà non solo un grande poeta ma un essere umano capace di amore.
Che guevara era davvero un eroe senza macchia e senza infamia? Che guevara era un assassino o un filantropo? Che guevara era un buon economista? Che guevara era il difensore dei più poveri e dei diversi? Che guevara era medico oppure no? Queste sono alcune delle domande a cui risponde questo libro molto documentato. Grazie alla documentazione e alle testimonianze raccolte da leonardo facco e riportate in queste pagine, sembra emergere che il guerrigliero era una specie di 'macchina di morte'. Scrisse in una lettera a sua moglie: 'mia cara: mi trovo nella selva cubana, vivo e assetato di sangue'. Tra le altre sostenne: 'la via pacifica è da scordare e la violenza è inevitabile. Per la realizzazione di regimi socialisti dovranno scorrere fiumi di sangue nel segno della liberazione, anche al costo di milioni di vittime atomiche'.
Aitos de la cascada è un complesso residenziale di lusso che sorge alla periferia di buenos aires, lontano anni luce dalla brulicante vita della metropoli argentina. Un'oasi dorata di pace e tranquillità protetta da alte mura vigilate giorno e notte, popolata da famiglie facoltose che hanno creato al suo interno un paradiso artificiale fatto di ordine e costruito sulla ricchezza. Le donne vi conducono un'esistenza agiata, scandita da un tempo sospeso, in cui trovano spazio solo la crescita dei figli, le serate al club, le cene a bordo piscina, in attesa che gli uomini facciano ritorno a casa. Tutto è perfetto. Troppo perfetto. Dietro la sua facciata di splendore e perfezione, altos de la cascada è un mondo che si sta sgretolando economicamente giorno dopo giorno: quattro uomini sull'orlo del fallimento decidono quindi di suicidarsi inscenando un incidente, in modo che le famiglie possano riscuotere i soldi dell'assicurazione. Ma uno di loro cambierà idea.
In questi ultimi anni noi italiani sentiamo parlare del resto del mondo in due soli modi. Per un verso i paesi stranieri vengono citati come modello positivo: il mondo che ci circonda, fuori e dentro l'europa, sembra fatto di nazioni in cui tutto funziona alla perfezione, in cui i servizi sono efficienti ed economici, in cui lo sviluppo è senza intoppi e in cui le prospettive per il futuro sono, per lo più, rosee. E così apprendiamo, indignati, che in spagna i treni sono efficienti, che in francia i servizi alla famiglia sono formidabili e che il resto della classe politica mondiale è ben più all'altezza delle sfide di questo momento storico di quanto non sia la nostra 'casta'. D'altro canto, il mondo sviluppato, e quello in via di sviluppo, è dipinto come un luogo di aggressiva concorrenza, di paesi privi di regole e senza scrupoli le cui merci ci stanno scorrettamente per invadere, mentre a noi non resta altro che proteggerci nella speranza che questo momento di instabilità mondiale finisca. Come federico rampini e carlo de benedetti ci mostrano in questo libro, il 'cielo sopra l'italia' è molto più mosso e variegato di quanto questi luoghi comuni siano in grado di dirci.
I sinistrati siamo noi. Brutalizzati alle elezioni, battuti culturalmente, spintonati ai margini di una società cattiva. Alcuni legati a un'idea troppo razionale di riforme difficili, altri pervasi dalla nostalgia di rivoluzioni impossibili. Risultato: vinceranno sempre gli altri. Perché noi siamo fuori tempo, fuori moda, fuori gioco. E con la triste euforia degli esclusi, fra l'autolesionismo e l'autocompatimento, ci prepariamo a diventare una minoranza permanente. Ma non è colpa nostra: scienziati autorevoli hanno dimostrato che si è di sinistra per via del dna. C'è di mezzo un dannato gene altruista. Come dire che siamo fessi per natura. Per questo il partito democratico ha sbagliato tutte le strategie, si è illuso di vincere, si è schiantato contro berlusconi, e dopo la batosta non ha ancora deciso se sopravvivere a una sconfitta storica o lasciarsi naufragare. Ci vorrebbe una cultura, un leader, uno schema politico. Ci vorrebbe almeno un'idea. Invece, i riformisti non hanno ancora un programma e gli estremisti non hanno più un peso. Di idee, non se ne parla più. Edmondo berselli descrive, con affetto, la storia e la malattia dei sinistrati italiani, e formula senza pietà la relativa diagnosi. L'italia va a destra, ritrova nel partito di berlusconi il clima confortevole di una dc senza preti, mentre le corporazioni prosperano e la concorrenza latita. C'è una speranza per la sinistra e i sinistrati? Oppure li attende un deserto infinito, e la condanna di attraversarlo fra miraggi crudeli?
Questa volta maigret l'ha preso davvero male il ritorno dalle ferie: a parigi si respira ancora aria di vacanze, l'estate non si decide a finire, e perfino al quai des orfèvres l'atmosfera gli pare insolita. Come se non bastasse, gli capita di avere degli incubi. Sicché accoglie quasi con sollievo una di quelle telefonate che lo svegliano in piena notte buttandolo giù dal letto mentre sua moglie scatta in cucina a fargli un caffè. La vittima dell'omicidio sul quale dovrà indagare è un tipico 'uomo tranquillo', ex proprietario di un cartonificio in pensione da qualche anno per motivi di salute, buon padre di famiglia, amato dalla moglie e adorato dalla figlia - uno che non aveva nemici perché 'tutti gli volevano bene'. Eppure maigret sente subito che in quel caldo e armonioso quadretto familiare in apparenza senza crepe, in quell'esistenza borghese e ovattata dove l'eventualità di un delitto è totalmente inconcepibile, c'è qualcosa che non funziona, qualcosa di stridente. E questo non può che turbarlo: perché quel mondo di gente ammodo (e talmente 'buona' da tentare fino allo spasimo di coprire il colpevole) è anche il suo, e a tutti loro lui pensa 'come a persone di famiglia'.