Che fine ha fatto la menorah, il simbolo per eccellenza del popolo ebraico che illuminava l'arca del tempio di gerusalemme? Dopo la distruzione del tempio e il saccheggio della città, nel 70 d. C . , fu portata a roma, in trionfo da tito insieme agli altri tesori trafugati agli ebrei, un bottino talmente prezioso da essere raffigurato sull'arco dell'imperatore. Per anni il candelabro fu conservato insieme con le altre spoglie della prima guerra giudaica, finché a roma arrivarono i vandali di genserico che ne fecero ancora bottino di guerra portandola a cartagine, di nuovo in trionfo. Ma solo finché giustiniano non riuscì a recuperarla per trasferirla a bisanzio, poi chissà. Stefan zweig racconta il suo vagare come metafora stessa del popolo errante, pochi anni prima di porre fine alla propria esistenza di esiliato, in fuga dall'oppressione nazista. Nella postfazione fabio isman si mette a sua volta alla ricerca della menorah per scoprire che potrebbe trovarsi ancora a roma.
'ci sono romanzi che non avrebbero bisogno di introduzioni. Appena iniziamo a leggerli, sin dalle prime pagine ci proiettano in una vita per noi impensabile pochi istanti prima, nella quale tuttavia ci orientiamo a meraviglia. [ . ] delitto e castigo è uno di questi romanzi, un'opera di bruciante attualità, nella quale dostoevskij ha saputo cogliere a partire dalla sua epoca l'eco di voci remote nella nostra cultura e oggi più che mai vibranti. Leggendo questo romanzo ti viene subito in mente lo sguardo vuoto e spento di tanti 'eroi' della nostra cronaca nera, ti risuona nella testa la voce minacciosa del dio della genesi che grida a caino: caino, che hai fatto? Ora tu sei maledetto dalla terra, sarai errante e vagabondo. E ti chiedi: e se fossi stato io? ' (dalla prefazione di damiano rebecchini). Un romanzo decisivo per la successiva narrativa novecentesca, per lo scavo psicologico dei personaggi e la ferocia dell'analisi emotiva. In una nuova traduzione, l'immortale storia di sofferenza e salvazione diventata uno dei classici più amati e influenti di tutti i tempi (e di tutte le letterature).
Siamo stati abituati a ritenere che all'uomo, in quanto essere dotato di razionalità, sia sufficiente tenere a freno l'istinto e l'emotività per essere in grado di valutare in modo obiettivo le situazioni che deve affrontare e di scegliere, tra varie alternative, quella per sé più vantaggiosa. Gli studi sul processo decisionale condotti ormai da molti anni dal premio nobel daniel kahneman hanno mostrato quanto illusoria sia questa convinzione e come, in realtà, siamo sempre esposti a condizionamenti - magari da parte del nostro stesso modo di pensare - che possono insidiare la capacità di giudicare e di agire lucidamente. Illustrando gli ultimi risultati della sua ricerca, kahneman ci guida in un'esplorazione della mente umana e ci spiega come essa sia caratterizzata da due processi di pensiero ben distinti: uno veloce e intuitivo (sistema 1), e uno più lento ma anche più logico e riflessivo (sistema 2). Se il primo presiede all'attività cognitiva automatica e involontaria, il secondo entra in azione quando dobbiamo svolgere compiti che richiedono concentrazione e autocontrollo. Efficiente e produttiva, questa organizzazione del pensiero ci consente di sviluppare raffinate competenze e abilità e di eseguire con relativa facilità operazioni complesse. Ma può anche essere fonte di errori sistematici (bias), quando l'intuizione si lascia suggestionare dagli stereotipi e la riflessione è troppo pigra per correggerla.
'mi apro alla chiusura': è uno dei tanti enigmi lasciati da silente con cui harry potter deve confrontarsi in questo ultimo, settimo libro. E la saga stessa, giunta alla sua conclusione, si apre a sorpresa su nuovi mondi, nel passato e nel futuro: getta la luce della meraviglia su dettagli, personaggi ed eventi che sembravano già noti, rivelandone segreti e significati profondi. Insieme a harry, nella sua disperata ricerca della verità, un caleidoscopio di avventure apparentemente già vissute, piccoli fatti e grandi eventi, seguendo il filo della consapevolezza che si dipana e si acuisce in un crescendo di emozioni, colpi di scena, perdite e conquiste. La conclusione, piena di luce e vapore, sembra indurre a rileggere tutto dall'inizio, per arrivare a chiudere il cerchio. Mai gli interrogativi sono stati così tanti; mai come in questo ultimo volume si ha la piena soddisfazione di una risposta che vada oltre l'apparenza; mai come in questo episodio l'autrice dimostra la sua capacità di sorprendere i lettori, di alimentare un fuoco d'artificio che non cessa di ammaliare il lettore. Età di lettura: da 12 anni.
L' avversario di emmanuel carrère è un libro-verità che racconta la storia di jean-claude romand, un uomo che ha ucciso la sua famiglia dopo aver vissuto per diciotto anni in una menzogna totale. Carrère, scrittore e giornalista, si avvicina a questa vicenda con curiosità e rigore, cercando di capire cosa si nasconda dietro il gesto folle e incomprensibile di romand. Attraverso le lettere, le testimonianze, le udienze del processo e un incontro in carcere, carrère ricostruisce la personalità e la vita di romand, un impostore che si fingeva medico e ricercatore all'oms, ma che in realtà non era niente. Un uomo che ha mentito a tutti, compresi se stesso e i suoi cari, per sfuggire alla propria vacuità esistenziale.
L' avversario è un libro che affronta il tema della verità e della menzogna, della normalità e della follia, dell'identità e dell'assenza. Carrère scrive con uno stile asciutto e preciso, senza giudicare né condannare romand, ma cercando di comprenderlo e di farlo comprendere al lettore. Il risultato è un romanzo-verità avvincente e inquietante, che ci mette di fronte alla fragilità della condizione umana e alla possibilità del male. L' avversario è uno dei libri più belli di emmanuel carrère, un autore capace di narrare con maestria storie vere e straordinarie. Un libro da leggere assolutamente.
Quindicenne alle prese con improvvisi scoppi d'ira, la voglia di cambiare il mondo e le prime, cocenti, passioni amorose, harry potter sta per tornare alla scuola di alta stregoneria di hogwarts, dove frequenterà il quinto anno. Già infastidito dalle noie adolescenziali, il ragazzino è reduce da una noiosa estate con gli spregevoli dursley e non vede l'ora di tornare alla movimentata vita degli apprendisti maghi. E, di certo, le avventure non mancheranno. Tessendo un'altra stupefacente trama, joanne k. Rowling, questa volta dà voce alle inquietudini dell'adolescenza, mettendo in guardia contro la stupidità del potere e di chi lo usa per combattere il talento, il coraggio, la fantasia e la diversità. Età di lettura: da 12 anni.
Israel j. Singer è un maestro dimenticato, rimasto per troppo tempo nel cono d'ombra del più celebre fratello minore isaac b. , premio nobel per la letteratura. La pubblicazione di questo libro ha quindi il sapore di un evento, e di un risarcimento: finalmente, il lettore potrà immergersi nell'affresco familiare in cui si snoda, attraverso tre generazioni e tre paesi - polonia, germania e america -, la saga dei karnowski. Che comincia con david, il capostipite, il quale all'alba del novecento lascia lo shtetl polacco in cui è nato, ai suoi occhi emblema dell'oscurantismo, per dirigersi alla volta di berlino, forte del suo tedesco impeccabile e ispirato dal principio secondo il quale bisogna 'essere ebrei in casa e uomini in strada'. Il figlio georg, divenuto un apprezzato medico e sposato a una gentile, incarnerà il vertice del percorso di integrazione e ascesa sociale dei karnowski - percorso che imboccherà però la fatale parabola discendente con il nipote: lacerato dal disprezzo di sé, jegor, capovolgendo il razzismo nazista in cui è cresciuto, porterà alle estreme conseguenze, in una new york straniate e nemica, la contraddizione che innerva l'intera storia familiare.
Israel j. Singer è un maestro dimenticato, rimasto per troppo tempo nel cono d'ombra del più celebre fratello minore isaac b. , premio nobel per la letteratura. La pubblicazione di questo libro ha quindi il sapore di un evento, e di un risarcimento: finalmente, il lettore potrà immergersi nell'affresco familiare in cui si snoda, attraverso tre generazioni e tre paesi - polonia, germania e america -, la saga dei karnowski. Che comincia con david, il capostipite, il quale all'alba del novecento lascia lo shtetl polacco in cui è nato, ai suoi occhi emblema dell'oscurantismo, per dirigersi alla volta di berlino, forte del suo tedesco impeccabile e ispirato dal principio secondo il quale bisogna
'homo homini lupus. Pedetemptim vestigia ac signa'. Uno strano messaggio in latino, accompagnato da un cd contenente poche note di una irriconoscibile melodia, accoglie l'ispettore dell'europol tobia allievi al suo arrivo a ginevra. La notte stessa uno spietato serial killer gioca la prima mossa di un'avvincente partita a scacchi nella quale le regole del gioco sono dettate da frasi latine, da frammenti di fotografie con lettere dell'alfabeto riportate sul retro. Affiancato nelle indagini dall'ispettore philippe lacroix della polizia cantonale, allievi integra nella sua squadra una giovane esperta di terminologia, domitilla di mauro, per affrontare l'assassino ad armi pari. Un'aspra rivalità tra i due ispettori accompagna la caccia al killer. Per avere la meglio in questa competizione, allievi dovrà giocare tra falsità e verità, come lo stesso assassino.