San benedetto del tronto, vigilia di natale del 1970: il peschereccio rodi fa naufragio vicino al porto, sotto gli occhi della città. Le operazioni di recupero dei corpi tardano e in paese scoppia la rivolta. Inizia così un decennio di militanza che terminerà nel 1981, con il tragico rapimento di roberto peci, fratello del primo pentito delle brigate rosse. A ripercorrere le storie di quei ragazzi che sognavano la rivoluzione è aldo sciamanna in una lisergica notte passata nel carcere militare di torino. Le loro sono vite destinate a scomparire, annichilite dalla violenza e dal più implacabile strumento di repressione dei primi anni ottanta: l'eroina. È l'eroina che trasforma la rotonda di san benedetto da centro politico a ricettacolo di 'appestati', teatro di un'autodistruzione funzionale al potere. Così la quindicenne mari assiste alla caduta, crudele e docile, di una generazione. In questo clima (recentemente definito da uno storico 'glaciazione degli anni ottanta'), solo la letteratura può ridare la parola a chi è disposto a farsi salvare.
L'università italiana sta morendo di nepotismo, scarsa selezione nel vagliare il corpo docente, mancanza di incentivi alla produzione scientifica, incapacità di individuare prospettive da seguire da parte di chi ha il compito di governarne l'evoluzione. L'università italiana non è produttiva né equa, non facilitando la mobilità sociale. Praticamente ogni ministro ha legato il proprio nome a una rivoluzione dell'università, suscitando dibattiti infiniti su ogni comma di legge. Ma un osservatore esterno che guardasse ai risultati invece che ai mille rivoli delle normative non si accorgerebbe di nulla. Ciò che serve è una cosa sola: abbandonare l'illusione di poter controllare tutto dal centro e introdurre invece un sistema di incentivi e disincentivi efficaci. Questo saggio è la fotografia impietosa di una catastrofe educativa che pesa sul futuro dell'italia. Ma anche la coraggiosa proposta di alcune riforme semplici e radicali, per rompere definitivamente con decenni di palliativi. Un sistema dove sia nell'interesse stesso degli individui cercare di fare buona ricerca e buona didattica ed evitare comportamenti clientelari. Un sistema in cui ogni ateneo possa fare quello che vuole, ma dove chi sbaglia sia chiamato a pagare. Un sistema che elimini la straordinaria iniquità attuale, in cui le tasse di tutti finanziano l'università gratuita dei più abbienti.
Analisi matematica di bramanti, pagani e salsa è un corso per la formazione di base che riesce a conferire anche il giusto spazio all'approfondimento grazie ai rigorosi criteri didattici adottati. - il minimo di astrazione necessaria viene inserita per raggiungere l'obiettivo di conoscere, comprendere e saper utilizzare i contenuti fondamentali dell'analisi matematica. - equilibrio tra sinteticità e chiarezza: la giustificazione del risultato, quando non richieda un apparato formale troppo pesante, rende più consapevoli dei nessi logici. - motivazione: ogni nuovo concetto è introdotto attraverso esempi tratti dalle applicazioni più comuni e la teoria è accompagnata costantemente con riferimenti a problemi tratti da altre scienze, evidenziando il ruolo dello strumento matematico nella modellizzazione. - nessuna separazione tra 'teoria' e 'pratica': esempi, esercizi e applicazioni sono costantemente alternati alla presentazione teorica. - modularità: si è mantenuta la massima indipendenza possibile tra gli argomenti trattati, compatibilmente con la struttura logica del discorso matematico.
La prima puntata del teleromanzo reale di al bano va in onda nel 1967, quando un contadino del sud con una voce che sembra non finire mai diventa famoso cantando 'nel sole'. Il successo si espande in tutto il mondo e viene coronato da un matrimonio da fiaba, quando fra la festa e l'invidia popolare sposa la bellissima romina power, figlia del tyron divo di hollywood. Sembra la famiglia perfetta, ma a turbare la favola arriva la scomparsa della figlia ylenia nel 1994 e la crisi profonda del matrimonio. Il fuoco del gossip non si spegne mai. Quella di al bano è una storia italiana raccontata spesso in terza persona, che in questo libro viene restituita alla voce diretta del suo protagonista.
Non appena ha capito chi doveva assassinare per conto dei servizi segreti, un membro del parlamento inglese, nick stone ha deciso di chiamarsi fuori. E ora si ritrova in un mare di guai. Infatti i suoi capi si sono messi a ricattarlo: se non andrà a panama per portare a termine l'incarico, kelly, la piccola orfana da lui adottata, morirà. Stone si ritrova così in america centrale e ben presto finisce invischiato in un complotto che coinvolge i guerriglieri colombiani, il governo degli stati uniti e alcuni importanti uomini d'affari cinesi. Soltanto lui può impedire una crisi internazionale che metterebbe a repentaglio la stabilità dell'occidente.
L'ultimo grande imperatore degli asburgo, il cui persistente mito tramanda la malinconia di una civiltà, la civiltà mitteleuropea - la musica, la pittura, il pensiero, una certa lenta dolcezza del vivere - è interpretato in questa ricostruzione biografica come qualcosa di più del tradizionale crepuscolo di un mondo. È visto anche come la coscienza di quel crepuscolo, trasfigurazione di una sorta di autocoscienza finale dell'europa, che abbandonando l'ottocento si lascia alle spalle il suo secolo. Salito al trono nel 1848 dopo la repressione dei moti liberali, francesco giuseppe fu l'espressione dell'autoritarismo monarchico che si opponeva all'affermazione delle nazionalità. Attraverso la vita dell'ultimo grande imperatore degli absburgo, il tramonto di un'epoca e la fine di una dinastia.
Céline finge di concedere un'intervista all'immaginario professor y, trasformandola in un frenetico soliloquio sulla letteratura. Soliloquio 'dove céline - come scrisse mario bonfantini - condanna al fango e allo sterco tutti i moderni e contemporanei come noiosi e falsi, repellenti prodotti d'una marcia tradizione accademico-professionale'. La conclusione ricorda l'improvviso, incalzante cambio di ritmo delle comiche finali al cinematografo: il professor y, stremato e ubriacato dal fiotto di invettive di céline, sviene, stramazza, cerca scampo prima negli alcolici, poi buttandosi in una fontana, e dona fiori all'editore, in una sequenza di scene grottesche, che hanno suggerito a gianni celati (autore della traduzione e della prefazione) i nomi di harry langdon, buster keaton, i fratelli marx, stan laurel e oliver hardy.
In quel tempo quasi fiabesco che comincia sempre con 'una volta', gli abitanti della chalancho consumavano le sere nelle veglie, spegnendo le fatiche contadine nella narrazione di storie fantastiche. Stretti dentro una stalla, i montanari della piccola borgata della val grana esorcizzavano il buio raccontando vicende di masche, le streghe, crudeli femmine vendicatrici o più probabilmente donne che osavano fuggire dalle strette maglie del controllo sociale sfidando la notte, il lato selvatico del tempo. È stato proprio questo, nel 1987, l'argomento della tesi di dottorato di marco aime. Ora, a distanza di anni, l'antropologo rende omaggio a un mondo ormai scomparso riproponendo il racconto di quei giorni sulle montagne, e facendo così i conti con un'altra selvatichezza, prepotente come l'ortica che invade i sentieri dell'amata borgata, indifferente come l'asfalto che ne cancella i vecchi tracciati: quella dell'ineluttabilità di certe perdite, dello sprofondare di luoghi e persone in un niente al quale si può solo opporre l'ostinata volontà della memoria, la forza poetica della narrazione. L'assoluta verità del tempo vissuto.
Chi opera in campo biomedico conosce bene la sigla hela, che denota una linea cellulare di vitale importanza nelle ricerche sul cancro e su molte altre malattie: cellule speciali, tanto resistenti da essere praticamente immortali, vendute e comprate da decenni nei laboratori di tutto il mondo. Ma quelle quattro lettere racchiudono anche una storia perturbante, emblematica - e soprattutto una persona in carne e ossa. Henrietta lacks lavorava nei campi di tabacco della virginia, così come i suoi antenati schiavi. Quando muore per un tumore, nel 1951, i medici, senza preoccuparsi di chiedere alcun consenso, prelevano un campione dei suoi tessuti e si accorgono ben presto di un fenomeno sbalorditivo: le cellule tumorali continuano a crescere fuori dal corpo, in laboratorio. Da qui alla commercializzazione il passo è breve, ma passeranno vent'anni prima che i familiari scoprano una verità non meno incredibile che traumatizzante: henrietta è 'immortale', e dalle sue cellule si è sviluppata un'industria miliardaria. Rebecca skloot ha deciso di raccontare questa storia, e superando diffidenze e ostilità è riuscita a entrare in contatto con i lacks guadagnandosi l'amicizia della figlia di henrietta, deborah. È nato così un libro che ci conduce da un reparto riservato ai neri del johns hopkins hospital agli abbacinanti laboratori dove i congelatori custodiscono le cellule hela, dalle baracche di clover, villaggio popolato di schiavi e guaritori, alla baltimora di oggi.
Gentiluomo erudito, eccentrico ed esteta, robert byron scrisse opere innovative sulla civiltà bizantina e sull'architettura islamica. Si sa che per un vero viaggiatore esiste un epicentro dell'attrazione e questo sta ad alcune migliaia di chilometri nell'asia centrale fra l'afghanistan, l'altopiano iranico e quella terra di sogni che si chiamò oxiana, semideserta, ma popolata dal ricordo di un antico, verdissimo paradiso. Verso l'oxiana si può procedere sulle orme di alessandro o di marco polo, ma è più divertente seguire quelle di byron, partendo da venezia, porta di ogni oriente e poi risalire verso il cuore dell'asia da cipro alla palestina alla siria e così via.