La rivoluzione russa è stata, per i suoi effetti, una delle vicende più sconvolgenti della storia mondiale: in una sola generazione dall'instaurazione del potere sovietico almeno un terzo dell'umanità viveva in regimi che l'avevano presa a modello. Il costo in vite umane degli eventi rivoluzionari del 1917 e degli anni immediatamente successivi fu immenso: milioni di morti per le bombe e le pallottole dei rivoluzionari e per la repressione diretta del regime, per il terrore rosso e i pogrom antiebraici, ancora di più per la fame, il freddo, le malattie. In questo libro, considerate l'opera più completa e attendibile sul periodo, per la prima volta si è racchiusa in un unico volume l'intera parabola rivoluzionaria: dal 1891, quando per la prima volta la carestia e la fame spinsero la popolazione a ribellarsi all'autocrazia zarista, fino al 1924, quando alla morte di lenin si erano ormai instaurate e consolidate le istituzioni del regime sovietico. Orlando figes descrive la rivoluzione come una tragedia, tanto per il popolo russo nel suo insieme quanto per i singoli individui, dimostrando che il fallimento della democrazia nel 1917 aveva le sue radici nella cultura e nella storia sociale della russia e che quella che era nata come rivoluzione del popolo conteneva già i semi della futura degenerazione in violenza e dittatura.
In questa ricostruzione, lontana da ogni interpretazione ideologica, arrigo petacco racconta la storia di un lembo conteso della nostra patria, in cui la presenza di etnie diverse ha favorito, di volta in volta manifestazioni nazionalistiche, quasi sempre detttate dall'deologia vincente.
Una ricostruzione che diventa un racconto pieno di fascino: siamo sul campo di battaglia, ascoltiamo i suoni, vediamo i colori, odoriamo il fumo. Viviamo con i soldati francesi e poi con quelli inglesi e poi con i prussiani in una sorta di ripresa cinematografica a tratti dall'alto, a tratti dal basso, ad altezza d'uomo. Questo libro è il primo ad analizzare la battaglia in una prospettiva europea, dando voce a tutti coloro che vi presero parte, di qualsiasi nazionalità: le loro emozionanti testimonianze costituiscono il filo conduttore del libro.
Era il 22 dicembre 1942 quando migliaia di soldati tedeschi e italiani si trovarono fianco a fianco nel tentativo di salvarsi da un violento attacco dell'armata rossa ad arbusov. Vitto, munizioni, medicinali e carburante erano finiti e le truppe sovietiche, in vantaggio numerico, li avevano accerchiati e li bersagliavano senza sosta. Poi un giovane carabiniere balzò a cavallo, brandì un tricolore e si scagliò contro le mitragliatrici nemiche al grido di 'savoia'. Il suo eroismo diede nuovo vigore ai compagni, che respinsero i sovietici all'arma bianca. Questa è solo una tra le tante storie della seconda guerra mondiale divenute leggenda, ma testimonia quanto a fondo la sfortunata campagna di russia sia entrata nella memoria italiana, cristallizzandosi nel ricordo come una 'tragica fatalità'. Testimoni del tempo e pubblicisti non esitarono a romanzarne il racconto secondo un copione che invariabilmente assegnava ai soldati italiani il ruolo di vittime: dei comandi fascisti, di una guerra spietata contro l'armata rossa, della vastità del territorio, della durezza della natura e, non da ultimo, vittime dei tedeschi, che - dopo averli traditi - avrebbero abbandonato i coraggiosi alleati. Si omise di ricordare che gli italiani combattevano una guerra offensiva e non difensiva, che erano gli invasori, gli occupanti respinti dai partigiani.
La caduta dell'impero romano è da sempre uno dei più affascinanti enigmi della storia. Roma disponeva di una formidabile forza militare ed economica, su un territorio immenso, che si estendeva dal vallo di adriano ai confini con la scozia fino all'eufrate, dall'africa settentrionale al reno e al danubio. Era una macchina perfetta e collaudata, con una rete capillare di strade e di fortezze, ricche città e una organizzazione amministrativa per certi versi insuperata. Tra la battaglia di adrianopoli nel 378 d. C . E la deposizione dell'ultimo imperatore romolo augustolo nel 476 d. C . , la superpotenza più longeva della storia venne sconfitta e occupata da bande di invasori
Il regno delle due sicilie terminò la sua esistenza a seguito di un processo di decomposizione interna accelerato dal moto risorgimentale che portò all'unificazione del nostro paese? Oppure a provocare il crollo del regime borbonico fu decisiva la pressione delle grandi
Una irriverente ricostruzione di 3000 anni della storia d'italia e dei personaggi che hanno contribuito a creare il 'mito italico': da caracalla a mussolini, da san francesco a mazzini, da romolo a giovanni paolo ii.
Una storia travagliata lunga venti secoli: dalla conquista della giudea a opera di pompeo fino agli inizi del xx secolo. E' la storia degli ebrei che riccardo calimani riassume e racconta in questo libro, spiegando chi sono gli ebrei, ma facendo emergere in controluce la stessa storia dell'occidente cristiano. Da gesù al falso messia shabbetai zevi, dall'epopea marrana all'influenza ebraica sulla civiltà del vecchio continente, alternando avvenimenti cruciali al racconto di avvenimenti individuali e a grandi temi e controversie religiose.
È difficile trovare, nell'europa degli anni venti, un'opera storica o filosofica che abbia avuto il peso e l'influenza culturale del 'tramonto dell'occidente'. Immensa costruzione ideologica e mitologica, in cui una grande congerie di dati è ordinata in modo da costituire una struttura ciclica della storia, l'opera di spengler ebbe una ricezione imprevedibilmente ampia; e il suo autore, da sconosciuto professore di provincia tedesco, divenne quello che si potrebbe dire 'un filosofo di successo'. L'edizione qui presentata è quella del 1978 (longanesi), a cui si aggiunge un'introduzione di stefano zecchi.