Tre motivi per leggerlo perché è un libro che non ti aspetti: una meditazione sul dissenso, che parla però molto di consenso e propone una collocazione costituzionale dei gruppi di protesta. Perché hannah arendt racconta di socrate, thoreau e della rivoluzione americana per tracciare la differenza che corre tra disobbedienza civile e obiezione di coscienza. Perché è un piccolo, prezioso manifesto sulla partecipazione attiva, contro la dittatura dei politici e le prepotenze dei governi. 'chi sa di poter dissentire sa anche che, in qualche modo, quando non dissente esprime un tacito assenso. ' - hannah arendt
Otto adolf eichmann, figlio di karl adolf e di maria schefferling, catturato in un sobborgo di buenos aires la sera dell'11 maggio 1960, trasportato in israele nove giorni dopo e tradotto dinanzi al tribunale distrettuale di gerusalemme l'11 aprile 1961, doveva rispondere di 15 imputazioni. Aveva commesso, in concorso con altri, crimini contro il popolo ebraico e numerosi crimini di guerra sotto il regime nazista. L'autrice assiste al dibattimento in aula e negli articoli scritti per il 'new yorker', sviscera i problemi morali, politici e giuridici che stanno dietro il caso eichmann. Il male che eichmann incarna appare nella arendt 'banale', e perciò tanto più terribile, perché i suoi servitori sono grigi burocrati.