Povero piero: da vivo scrittore misconosciuto, e da morto sballottato, trafugato, nascosto negli armadi dai suoi stessi parenti, ricoperto da valanghe di epitaffi, necrologi, addobbi vari, nonché dai pianti e dalle escandescenze di cognati, suoceri, cugini e nipoti, e dalle loro ipocrisie. Le sue ultime volontà prevedevano che della sua dipartita non si sapesse nulla fin dopo le esequie, ma la notizia - a quanto pare - è trapelata. Finché, forse per lo choc della morte, il povero piero risuscita e poi rimuore davvero, portando il più assoluto scompiglio nel funerale dirottato già verso un altro defunto. La paradossale e sgangherata vicenda del protagonista offre ad achille campanile l'occasione per alcune serissime considerazioni e ipotesi non solo sull'assurdità dei comportamenti umani, ma anche su un tema delicato, e sul quale pochi hanno osato ridere, come quello della morte.
Forse non tutti sanno che socrate è stato bocciato a scuola, perché davanti all'esaminatore ha affermato con grande serenità: 'so di nulla sapere'. Oppure che alessandro magno portava sempre con sé - probabilmente per fargli imparare la lingua greca - un pappagallo trovato in india. O ancora che a roma, sul gianicolo, si vede ancora tutt'oggi la quercia del tasso del tasso. Da giacomo casanova ad alessandro manzoni, da gutenberg fino a dante, i grandi personaggi della storia vengono passati al setaccio umoristico di achille campanile, visti di scorcio, colti in un piglio particolare e inconsueto, in ritratti comici, a volte ridicoli. Nascono così queste 'vite degli uomini illustri', racconti basati su aneddoti veritieri o inventati, che grazie allo stile limpido e a quell'ironia effervescente e inconfondibile non possono che farci ridere e metterci di buonumore.