'beve. Mente. Tradisce. S'infuria. Picchia. Si mette nei guai e prova a uscirne': così diego de silva nella sua prefazione descrive arthur seaton, l'indimenticabile protagonista di questo romanzo. Arthur ha ventidue anni e un posto di lavoro sicuro in una fabbrica di nottingham; la società sembra aver già stabilito il suo destino la catena di montaggio. Il servizio militare, e poi il matrimonio, i figli e una vita rispettabile che somiglia troppo a quella dei borghesi da lui tanto odiati. Ma arthur proprio non ci sta. La sua ricetta per la felicità è un'altra, ben più movimentata; e dovrà fare a pugni molte volte, bere un bel po' di birra e portarsi a letto una donna sposata di troppo, prima di capire se gli ingredienti sono quelli giusti.
'la solitudine del maratoneta' deve la sua fama in parte a una suggestiva trasposizione cinematografica di tony richardson, ma soprattutto allo stile innovativo, e ancor oggi modernissimo, della scrittura di sillitoe. Il racconto che dà il titolo alla raccolta è un lungo e inarrestabile fiume in piena di sessanta pagine che ripercorre, al ritmo dei suoi passi durante una gara di maratona, i pensieri agitati del protagonista. Colin smith, un giovane scapestrato rinchiuso in riformatorio, di cui il direttore dell'istituto ha intuito e incoraggiato il talento sportivo, continuerà a chiedersi a ogni passo della sua gara per chi o per cosa stia correndo, trovando l'unica risposta possibile a un passo dal traguardo.