Francia. Venerdì 13 marzo 1758. Un giovane cavaliere percorre al galoppo la foresta che costeggia il fiume. È diretto alla casa del padre, uno dei più famosi maestri d'arme che la francia abbia mai avuto, e nonostante una gentildonna, esperta in arti divinatorie, gli abbia sconsigliato di mettersi in viaggio in quel giorno funesto, il giovane procede tranquillo. D'un tratto uno sparo lo sfiora alla tempia, il balzo del cavallo lo scaraventa al di là della spalletta del ponte e precipita nell'acqua. A stento riesce a mettersi in salvo, mentre dalla macchia vede uscire due uomini armati. Sa di non avere nemici, chi può volere la sua morte? In un alternarsi di agguati e duelli, fughe rocambolesche e travolgenti storie d'amore, è con la perfida fabienne, potentissima e crudele, che ségonzac dovrà giocarsi la sua stessa felicità.
Cipriano parodi è un giovane veneziano di famiglia abbiente, di mestiere scrittore. Cipriano ha talento, il suo primo romanzo è stato accolto con grande favore e lo aspetta una luminosa carriera. Un giorno, la sorpresa. Da new york gli arriva una lettera. Il mittente è caspar jacobi, un famoso romanziere che lui ammira, e che gli chiede di recarsi a new york per conoscerlo. Impossibile resistere. Ma la ragione dell'incontro è subito svelata e jacobi gli chiede di entrare a far parte della squadra di ghost-writer. Incerto sul da farsi, cipriano esita. A convincerlo, sarà il fascino dello scrittore e non ultima la fotografia di una bellissima giovane, posta sulla scrivania. Il suo assenso sarà però l'inizio della fine.
A venezia, in un'antica palazzina, schultz, editore e tipografo di discreta fama locale, è intento alla ricerca di un manoscritto scomparso, finito chissà come in cima a un armadio. Ma tra polvere e vecchie lettere, ecco emergere un libro misterioso, privo di titolo e nome dell'autore. Gli basta dare un'occhiata alle pagine scure e ammuffite per essere trascinato in un mondo antico, fatto di intrighi, duelli, amori e tradimenti. La storia che si snoda davanti ai suoi occhi è ambientata a londra quasi due secoli addietro e ha per protagonista jacob flint, un giovane gentiluomo inglese con la passione per le mogli altrui. Tuttavia schultz vi avverte inquietanti analogie con la propria vita, come se il testo scritto tanto tempo prima parlasse di lui.
È un lunedì mattina quando lo scrittore massimo senise riceve nel suo attico romano un pacco da madrid contenente le dieci copie della versione spagnola del suo ultimo romanzo. Attratto dalla bella copertina, si immerge nella lettura, ma d'improvviso s'interrompe, disorientato. Nel primo capitolo compare un personaggio di nome marta che nell'originale - ne è certo - non esisteva. Camminando lieve e triste sulla battigia, la ragazza entra ed esce dal libro nello spazio di una frase. Incuriosito, senise legge oltre e altri interventi arbitrari gli saltano all'occhio, tra cui due aggiunte lapidarie: 'muere' e 'por tu culpa'. Sembra un messaggio criptato, inserito nel libro a suo uso e consumo. Da chi, se non dalla traduttrice magdalena vegas palacio, il cui nome è citato in frontespizio? Chi è questa donna? E chi è marta? Senise decide di partire, intraprendendo un viaggio nei ricordi fra i quali riemerge prepotente la figura di una bambina incontrata una sera a murano, nel giardino di sua zia. Volitiva, spiazzante, sconcertante, quella bambina aveva popolato a lungo i suoi sogni di ragazzo e poi di adulto. Massimo ne insegue invano le tracce a venezia, poi vola a madrid, e di lì a toledo, nel vano tentativo di incontrare se non altro la misteriosa traduttrice. E mentre a ogni passo misteriose coincidenze gli svelano sempre più della vita della bambina di murano, senise con sgomento si rende conto che quella vita sembra ricalcare un tragico racconto da lui scritto in prima gioventù.
Francesco soria è un musicista. Scrive colonne sonore per il cinema e ha un certo successo. Una sera, mentre sta cercando di telefonare a roma, la comunicazione viene interrotta da un'interferenza. All'altro capo una voce di donna. Sta parlando con qualcuno e, dal tono della conversazione, soria capisce che si tratta di un amante. È una storia finita, ma lei gli chiede un ultimo incontro 'a quel ponte di legno, alla solita ora'. Forse è la nota di rimpianto nelle parole della donna a scatenare in soria un'irrefrenabile curiosità. Deve conoscerla, deve dare un corpo a quella voce. E' l'inizio di una serie di congetture e di appostamenti, che lo portano finalmente a identificare la sconosciuta. Il suo nome è frederika von klausen, una giovane di grande bellezza, sposata con un nobile tedesco, che frequenta venezia di tanto in tanto. Quando il conte andrea dal fumo, uomo affascinante e grande seduttore, viene trovato morto, probabilmente ucciso, francesco si fa l'idea che sia proprio lui l'uomo della telefonata e che sia stata frederika a ucciderlo. Evidentemente anche la polizia la pensa allo stesso modo, perché la giovane viene incriminata. Ma le cose non sono come sembrano.