Guglielmo sputacchiera, inetto sociale e sessuale, si sveglia trasformato in ciò che più gli manca: una donna, è diventato una donna. Ma cosa è stato? L'abuso di pornografia, la masturbazione ambidestra, il surriscaldamento globale, gli amici del liceo, uno scherzo di dio? Un po' samsa, un po' fantozzi, un po' soldato sc'vèik, il giovane sputacchiera lascia la casa dei suoi e parte per un'avventura pesantemente surreale e realista. Sulla sua strada incontrerà paesani cattonazisti, l'odiato parentume, la dottoressa che palpa, il santone mariano: la tipica fauna dell'orrore provinciale lombardo, fino a un epilogo un po' osceno, ma che è anche il solo possibile. Scritto in una prosa alta e forse anche piuttosto alticcia, questo pirotecnico romanzo affronta con crudele sarcasmo alcuni temi del nostro tempo: la digitalizzazione della vita e della sessualità, l'inconciliabile rapporto con la generazione dei padri e la disperazione economica del nuovo proletariato colto. (e. C . )